5. Kim Sora

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Zora si sedette al tavolo accanto alla Signora Kim.

Prese un boccone di riso bianco e se lo ficco in bocca, masticando lentamente.

«Sono giorni che sei stranamente silenziosa Zora»

Lei sollevò lo sguardo verso l'anziana per poi tornare a fissare la sua ciotola colma di chicchi bianchi e perfetti.

« Ajumma credo di non essere più in grado di controllare i miei ormoni..»

Accennò lasciando la frase incompiuta, perché lei stessa faticava a credere a tutto quello che avrebbe voluto fare con quel ragazzo.

Sbirciò veloce la reazione della signora Kim alla sua esternazione.

Vide il volto della donna imporporarsi, prima di farla scoppiare in una risata calda e profondamente sentita.

Si ritrovò a ridere con lei dopo pochi istanti, rischiando di sputare il riso che aveva appena infilato in bocca sul tavolo.

Zora era molto contenta del fatto che la Signora Kim, non fosse affatto come la maggior parte delle donne coreane della sua età.

Si sentiva libera di poter essere se stessa quando le parlava.

«Si tratta di un collega? Quel Chul da cui stai andando a dormire spesso? »

«Magari...»

"Sarebbe molto più facile se si trattasse di lui"

Rifletté ripensando a tutte le volte in cui non si erano saltati addosso per un soffio

Pensò anche alla loro ultima notte insieme, alla dolcezza del sorriso che lui le aveva rivolto ritrovandola nel letto la mattina.

Lo sguardo dell'anziana si fece più furbetto, l'aveva incuriosita.

Le mise altro kimchi nel piatto, come a volerla esortare a continuare il suo racconto.

Zora mise in bocca un altro boccone cercando di prendere tempo; parlandone ad alta voce avrebbe dato un accenno di realtà alla cosa che aveva tentato di soffocare per giorni.

« Un idol con cui sto lavorando.»

Le labbra della signora Kim si stirarono in una linea sottile, prese un profondo respiro.

I suoi occhi scuri come la pece la fissarono solenni.

«Non sono affidabili » sbottò.

Zora abbassò lo sguardo dato che l'anziana aveva assunto un piglio decisamente insofferente.

Iniziando a raccogliere i piatti e le ciotole vuote con stizza.

«Vorrei solo divertirmi ajumma.. »

«Ti vuoi divertire? Vai ad Itaewon e trova tra la folla il ragazzo che più di aggrada; ma per l'amor del cielo non un Idol»

Zora infilò un altro boccone di riso e kimchi in bocca.

La signora Kim si era alzata e stava sistemando le pentole, sbattendole più del necessario, da un lato all'altro del lavello.

Lei abbassò lo sguardo e decise di terminare il suo pasto in cerimonioso silenzio; non aveva idea di quale corda nel cuore della donna, avesse fatto involontariamente vibrare; ma non doveva essere una di quelle giuste.

Masticò lentamente mentre esaminava ancora una volta le foto appese alle pareti del soggiorno; dalle pareti di legno chiaro, affioravano come le illustrazioni di un vecchio libro, le avventure della Signora Kim.

Il sorriso della donna si era conservato col passare degli anni, così come il suo sguardo curioso.

La trovava ritratta seduta ad un cafè con la Tour Eiffel alle spalle, intenta a sfamare dei colombi a New York, sorridente sotto la pioggia di Dublino.

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