Zora raggiunse il piano della Hybe che Yoongi le aveva comunicato in precedenza per il loro "appuntamento non appuntamento" mattutino, non era mai salita così in alto, neppure durante le riunioni più importanti.
Le porte dell'ascensore si aprirono e lei si trovò davanti un corridoio bianco ghiaccio tanto pulito da dare la stessa idea asettica di quello di un ospedale,i suoi passi riecheggiavano per quel corridoio accrescendo in lei ansie ed aspettative.
Raggiunta la stanza numero 393 bussò un paio di volte per annunciarsi.
Yoongi le apri pochi istanti dopo, indossava una camicia nera a cui aveva sbottonato le prime tre asole lasciando in bella vista un accenno dei suoi pettorali e degli occhiali da vista che gli conferivano un'aria da intellettuale niente male, Zora si schiarì la gola cercando di dissimulare la faccia da scema ingrifata che doveva esserle venuta in quel momento nel vederlo.
Buttò l'occhio oltre la spalle di Yoongi, non aveva neppure notato il tavolino imbandito e il divano alle spalle di lui.
«Accomodati.» col capo le indicò il divano.
«Avremo degli ospiti? Hai fatto preparare davvero un sacco di roba.»
Si sfilò il cappotto e l'aria fresca le solleticò le spalle scoperte, forse quel vestitino con scollo alla bardot non era stato una scelta saggia.
Yoongi si avvicinò e le sfiorò il tatuaggio sulla spalla destra.
«Le ragazze tatuate solitamente non mi piacciono, ma a te stanno davvero bene.» Yoongi si avvicinò ancora e le depositò un bacio sulla clavicola, lei rabbrividì involontariamente mentre tratteneva il fiato in attesa che lui spostasse l'attenzione sulle sue labbra e non su quella clavicola.
Le sfuggì un sospiro quando Yoongi si spostò sul collo, non resistette oltre e incastrò le mani tra i suo capelli costringendolo a sollevare la testa.
«Che aspetti a baciarmi?»
«Ti è venuta fretta all'improvviso?» la pungolò divertito prima di solleticarle il fianco con la mano.
Il suo corpo reagì a quel tocco come se non fosse la prima volta.
Quel contatto le era fin troppo familiare per essere la prima volta che lui la toccava, sollevò lo sguardo cercando quello di Yoongi.
«Min-Ho.» quel nome le sfuggì dalle labbra, quando si ritrovò a guardare il volto dell'amico che le sorrideva malizioso.
Reagì a quella scoperta inattesa afferrando il colletto della camicia di lui per poi lanciarsi sulle sue labbra decisa.
Zora aprì gli occhi, il buio della stanza era interrotto solo dalla debole luce dei lampioni che filtrava attraverso la tenda rimasta scostata.
"Maledetto avvocato Park" pensò mentre con un gesto di stizza scostava la coperta.
Afferrò il cellulare e controllò che ora si fosse fatta, non erano neppure le cinque del mattino; rassegnata si coprì nuovamente e chiuse gli occhi, sperando di non iniziare un altro sogno con Min-Ho come protagonista inatteso.
Si passò i polpastrelli sulle labbra ripensando al sogno e inevitabilmente ai due protagonisti che l'avevano popolato.
Il giorno seguente si recò all'appuntamento con Yoongi, aveva deciso di indossare lo stesso abito del sogno per scaramanzia.
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Nunchi
Fanfiction"Nunchi" parla di destini che si intrecciano e vite che cambiano all'improvviso.