Capitolo XI

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La brezza marina mi accarezzava la pelle . I capelli erano pieni di sabbia e il sole iniziava a sorgere . Mi ero addormentata li , in spiaggia.
Dopo tutte le lacrime versate e sfogata la rabbia non avevo abbastanza forza per tornare a casa, soprattutto per rispondere alle domande di mia madre o a quelle di mio padre. Il telefono mi dava quaranta chiamate perse , dovevano essere tutti preoccupati.
Anche Carmine mi aveva chiamato più volte. Prima mi distruggeva il cuore in mille pezzi e poi si preoccupava per me ?
Decisi di chiamare Ale , lei non avrebbe chiesto nulla e si sarebbe limitata a starmi accanto.
- Pronto , Anna sei tu ?
- Si Ale , sono in spiaggia e mi sento uno schifo - le risposi lentamente .
- Arrivo , dimmi solo il punto esatto in cui ti trovi.-
Poco dopo me la ritrovai li davanti . Aveva già capito tutto dal mio viso , mi fece alzare e sistemare un po' e poi mi accompagnò a casa.
- I tuoi sono preoccupatissimi. Stavano per chiamare la polizia - .
La guardai, volevo raccontarle quello che aveva fatto Carmine ma non ero ancora pronta.
- Abbiamo litigato . Stavo malissimo, non me la sentivo di farmi vedere in quello stato , troppe domande .- aggiunsi.
- Poi appena ti riprendi mi racconti . Adesso andiamo che ti aspettano-.

Appena entrai in casa fui subito accolta dalle braccia dei miei genitori e dai loro sorrisi.
- Ci hai fatto preoccupare,non lo fare mai più ! - dissero uno dopo l'altro.
-Scusatemi - fu l'unica parola con cui risposi prima di correre nella mia stanza. Non volevo vedere nessuno.

Stetti chiusa in camera tutto il giorno senza mangiare , rifiutando ogni tipo di contatto con l'esterno . La sua felpa era li sulla sedia, volevo tagliarla, buttarla ma non ci riuscii. Volevo cancellare Carmine dai miei pensieri ma ormai faceva parte di me .
Era tardi, decisi di farmi una doccia e andare a letto . Fu allora che sentii dei rumori . Non capivo da dove provenissero , poi però si fecero sempre più forti e mi avvicinai alla finestra .
Era lui, era lì che tirava sassolini al vetro .
Ebbi un attimo la tentazione di aprire e parlargli , solo che più lo guardavo più lo immaginavo accanto a quella ragazza e il dolore dentro cresceva.
Aprire quella finestra significava stare li a piangere tutta la notte . Così chiusi le tende e andai a letto .

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