3 ~ Ombre sussurranti

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CantodelRuscello's P.O.V

"Tu sei morta, CantodelRuscello."

Queste terribili parole mi riecheggiano più volte nella testa, e a ogni rimbalzo la fitta che mi stringe il cuore si fa sempre più forte, più soffocante.

"No..." sussurro, le orecchie appiattite, il fiato mozzato. 

Sollevo le zampe tremanti per osservarle e lancio un grido di terrore: sono imbrattate di sangue, diafane, trasparenti, e attraverso di esse riesco a scorgere il suolo infangato, le ombre nere screziate di rosso.

Allora è così... Io sono morta, sono un fantasma.

"No! No!" strillo, affondando gli artigli nel terriccio e girando su me stessa. Le tenebre vorticano attorno a me, ferendomi gli occhi, striandomi il pelo. Singhiozzi accorati mi rimbombano in gola, echeggiando tra i tronchi spogli e le ombre affamate, svanendo in mugolii lievi. Le mie iridi sono due pozzi pronti a straripare in una cascata di lacrime amare, amare come questo posto, amare come la mia giovane vita spezzata.

Il gatto bianco e grigio continua a fissarmi come si farebbe con un topo, stritolandomi tra quegli occhi ambrati e taglienti come lame di sole. È grande il doppio di me, così magro da apparire scheletrico, per quanto il suo folto pelo lo faccia sembrare robusto.

Pare uno di quegli incubi che strisciano tra le ombre, pronti ad aggredirti quando sei più debole e indifeso.

Vorrei rinculare, ma le pareti di buio attorno a me sembrano sussurrare crudeli minacce, ammonirmi in silenzio, graffiarmi la pelle. 

È tutto un fruscio, qui.

Umidità. Freddo. Oscurità.

Sensazioni che ho già provato laggiù, in riva al fiume, quando sono svenuta. O... morta.

"No! Non può essere vero! Ho solo dodici lune!" gemo, mentre le lacrime, come gocce di neri diamanti, mi striano il muso traslucido. La notte eterna che mi circonda pare una semplice dilatazione di quel vuoto che c'è in me, che mi impedisce di capire, di accettare, di sottomettermi al destino. Credo che tutti, al momento della morte, si sentano così. Ma io sono guerriera da così poco... Perché deve essere già tutto finito? Perché il mondo si è voluto liberare di me così presto?

"Dodici lune, cinquanta, cento... Che differenza fa? Ora sei qui." Una gatta grigia con sfumature tendenti al blu compare da dietro una coltre di nebbia, ghignando. Ma da dove viene? È lei la fonte di uno di quei borbottii che fanno risuonare quest'immota oscurità?
"Vedrai, non sarà tanto male. Ti abituerai" prosegue, con una punta di sarcasmo nella voce.

"E piantala, FioreBlu! Non vedi che è già terrorizzata?" Un altro sconosciuto, un altro spettro. Questo è niveo, ancora più magro del primo che ho visto, e una lunga cicatrice pare spaccarlo a metà. Dà una zampata di avvertimento alla felina più giovane, che soffia inferocita e fa per saltargli addosso.

"Smettetela voi due! Siete patetici!" Questa volta a irrompere nel mio campo visivo è un soriano bruno terribilmente famigliare. Gli occhi sono schegge di giada, le strisce che gli solcano il manto fulmini, l'aura nera che emana nubi tempestose. Vengo subito riportata indietro, in riva al ruscello, coricata inerte sull'acqua rossa. 

E quel riflesso... Quel soriano bruno...

Era lui?

Una paura ancora più forte mi assale e inavvertitamente muovo un passo all'indietro, urtando qualcosa. "Ti avevo già detto di stare lontana da me!" ringhia una voce. Una gatta grigia scura mi spinge in avanti, e io cedo alla gravità, rovinando in terra con un gemito.

Urlo, agghiacciata, non appena decine di occhi si accendono tra le ombre, tutti fissi nella mia direzione. Sono di vari colori e sfumature diverse, ma hanno tutti una cosa in comune: sono privi di pupille, cavi, spenti.

Gli occhi di chi non ha più vita.

Sono così anche i miei, ora?

No! Non lo sono! Io non sono morta!

"Oh, poverina. L'evidenza è difficile da accettare, non è vero? Vuoi che ti dia un pizzicotto, così capisci che non stai sognando?" sibila la gatta grigia-blu di prima, sguainando gli artigli, affilate spine imbrattate di sangue.

"Brava, FioreBlu, che bella idea! Diamo un caloroso benvenuto alla nostra nuova compagna di torture" ruggisce il soriano, avvicinandosi a sua volta.

Non hanno buone intenzioni.

Lo comprendo da quel sinistro luccichio nelle loro orbite.

"No!" mugolo. Mi raggomitolo a riccio, tremante, in un futile tentativo di difesa.

"Svegliati, svegliati, svegliati!" mi comando, serrando le palpebre. È tutto un sogno, un orribile incubo. Tra poco mi risveglierò, e sarò di nuovo nella mia tana, là, al sicuro, nel Clan del Fiume.

"È inutile sperare. Sei uno spettro della Foresta Oscura, ora. E lo resterai per sempre, finché un giorno lontano, dimenticata dal mondo, comincerai a svanire. E poi... non esisterai più!" esclama FioreBlu, ridendo.

"No!" grido più forte, affondando il muso nella coda folta. Le lacrime si sono ormai fatte catrame, e mi infradiciano il pelo.

Non voglio scomparire dalla memoria!

Non voglio essere come quei ricordi perduti che nuotano disperati nell'oceano del tempo, consapevoli che, intanto, non raggiungeranno mai più la superficie!

Non voglio essere aria, vuoto, nulla!

"Basta! Smettetela!"

Una voce poderosa sovrasta ogni clamore. Sollevo il muso e mi stupisco nel vedere il gatto bianco e grigio, il primo ad avermi accolta, pararsi davanti a me con fare protettivo.

"Non avvicinatevi a lei! Finirete per ucciderla di nuovo, se continuate così!" ringhia. Il suo tono pare il canto della notte, eppure, ora non mi fa più paura.

Mi sta difendendo, vuole proteggermi da questi spiriti ostili.

Tutti lo osservano con occhi sgranati, non osando muovere un muscolo. Questo felino pare avere una certa autorità sugli altri. Che sia il leader di tale orribile posto?

"Andiamo, CantodelRuscello. Ti porto via di qui" sussurra, dandomi un leggero colpetto con la zampa.

Obbedisco e faccio per alzarmi in piedi. Un dolore acuto complica i miei movimenti. Gemo e porto una zampa alla gola. Quando percepisco qualcosa di viscido e una fitta più forte mi attraversa il corpo come un brivido, la ritraggo. Al sangue che, chissà perché, già la macchiava se ne è aggiunto altro.

Faccio per gridare ancora, ma il guerriero screziato mi appoggia un arto sulla bocca, intimandomi di non fiatare. "Qui non apprezzano molto chi urla troppo" mi spiega. Mi guardo attorno e in effetti una punta di irritazione si distingue in tutte le iridi opache.

Deglutisco, intimorita, e non esito a seguire il suo consiglio. Ho troppa paura per permettere al flusso di domande che ho in testa di esondare. Ora vorrei solo andarmene di qui. Velocemente.

"Vieni, piccola. Non temere, ti sostengo" mi rassicura lo sconosciuto, avvicinandosi a me. Il pelo mi si rizza per un secondo, ma poi mi rilasso, non appena il suo manto sfiora il mio. Il contatto è delicato, non violento come ci si aspetterebbe da un felino della sua stazza.

Insieme ci incamminiamo tra la foresta di occhi che ci fissano attoniti, fino a quando i nostri spiriti non vengono risucchiati dall'oceano di alberi rinsecchiti e di spessa nebbia scura. 

Warrior Cats: I quattro GuardianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora