FonteChiara's P.O.V
"Ma perché non posso essere io ad accompagnarla?" La voce di mia madre è flebile, tremante come il riverbero del sole sull'orizzonte. "Io... io sono sua madre. Non... non posso nemmeno essere io l'ultima a dirle addio?"
EcodiGrotta scuote dolcemente la testa. "Hai già fatto tanto per lei. Ora è tempo che anche noi facciamo qualcosa per aiutarla. E poi, per quanto tu sia forte, il tuo spirito non sopravvivrebbe a lungo all'aria contaminata della Foresta Oscura."
"Ma la Palude delle Grida..."
"Lo so che è pericoloso, ma non ti preoccupare. Farò in modo che non le accada nulla, dovessi svanire nell'eterno oblio."
Ascolto i discorsi delle due gatte solo per metà, gli occhi erranti sul nulla, le orecchie, come canestre ricolme d'acqua, ancora piene delle parole di VocedellaForesta. Moniti inquietanti, arcane profezie. Impressa nella mia mente c'è ancora l'immagine indelebile di quelle iridi, di quegli smeraldi antichi. Se solo riuscissi a vedere attraverso quello strato di polvere che li avvolge, quel verde opaco, e a scoprire qualcosa, finalmente. Forse sarei capace di decifrare i sussurri che parevano emanare. Forse diverrebbero grida. Grida dal passato.
EcodiGrotta si avvicina a me, un sorriso affettuoso sulle labbra sottili. L'aura che la circonda mi sfiora. Tremo: è fredda come il ghiaccio, come l'ombra di una caverna mai esplorata. "Andiamo, FonteChiara. Seguimi" mi invita, cominciando ad avanzare. Mi accingo a seguirla, dopo aver lanciato a mia madre un ultimo sguardo colmo di gratitudine.
"Grazie di tutto, mamma" sussurro con gli occhi pizzicanti.
Le sue iridi accarezzano le mie, scambiando con me un ultimo, silenzioso, straziante cenno di addio. Non c'è bisogno di parole. Per evitare ai singhiozzi di rimbombare in gola, svelta ruoto la testa e la rivolgo ad EcodiGrotta, che mi precede di pochi passi. Con un movimento del muso mi richiama all'ordine, e io le corro dietro cercando di non voltarmi, di troncare di netto il filo invisibile che mi unisce a colei che mi ha messo al mondo e da cui sto per separarmi, ancora una volta.
Subito ritorno là, davanti a quella porta spalancata. Gli occhi sbarrati, l'espressione confusa, la mente brulicante di dubbi. E Francesco ancora al mio fianco, a tempestarmi di domande.
Strizzo le palpebre per alleviare il dolore opprimente che mi attanaglia, ma due lacrime mi sfuggono. Le sento fredde, fredde come il mio passato, fredde come la mia anima spezzata. Ed ecco che, in uno scatto fulmineo, il capo si volge all'ingresso della grotta. E la situazione è la stessa: mia madre non c'è più. Svanita nel nulla, come un'ombra che fugge nella notte, o la neve che si fonde al sole. Al suo posto, solo triste vuoto.
Stringo i denti e mugolo, ma poi le mie narici colgono qualcosa. Un profumo fievole, ma dolcissimo. Il suo. L'inspiro e me ne riempio i polmoni, per non scordarlo mai. Lo porterò con me anche quando sarò tornata alla mia vita, così da poter stringere quel piccolo ricordo, quel frammento di mia madre che troppo a lungo ho creduto di aver perso.
Scatto e questa volta non c'è più dolore nell'abisso del mio cuore. Ora contemplo solo l'avanti, il domani, un futuro che sarà anche mio. Vorrei poter essere più veloce, essere già alla Palude delle Grida, o, meglio ancora, sulla terra, accoccolata accanto a ZampadiCielo, nelle narici l'aroma del muschio e del sottobosco. Sto per rinascere, per quanto ciò sia difficile da credere. Sono scampata alla morte stessa, ferita e martoriata, ma viva. E ciò mi porta una gioia immensa, più forte di ogni preoccupazione.
"Tu speri, non è vero?"
La voce di EcodiGrotta mi coglie di sorpresa, facendomi fermare con un sussulto. Subito annuisco. "Oh, sì. Io spero sempre, anche quando sono disperata. Un sogno me lo ha insegnato. Ma perché me lo chiedi?" domando, senza capire.
"Fai bene a sperare, FonteChiara. Sperare non è mai semplice, è una lezione che non tutti apprendono e che, spesso, molti dimenticano. Sperare è tutto ciò che tiene legati alla vita" bisbiglia EcodiGrotta. Poi, facendosi improvvisamente cupa, aggiunge: "Ma anche sperare troppo può condannare".
"Che cosa intendi?" domando, stupita, cercando con lo sguardo i suoi occhi di giada. La loro visione mi terrorizza: sono ancora più profondi e scuri della prima volta che li ho incrociati. Mi immergo in essi, e subito qualcosa mi cattura. Un rumore potente. Un rombare di grida. Grida dal passato.
"Le senti anche tu, dunque" mormora in risposta, facendomi tremare: mi ha forse letto nel pensiero? Gonfio il pelo e indietreggio di un paio di passi. Ma chi è questa gatta?
"Non avere paura, FonteChiara. Non c'è nulla in me di diverso da ciò che c'è in te. Niente che ti debba spaventare, comunque" replica emettendo leggere fusa. "Quella di comprendere i pensieri è una dote preziosa, un dono ereditario, affidato dalla natura stessa a sua figlia, la nostra antenata VocedelleStelle. Chi, come me, portava nel corpo il sangue della prima leader, aveva la capacità di saper ascoltare ogni sussurro, ogni bisbiglio silenzioso, che fosse quello del fiume o quello del vento, quello delle foglie o quello delle anime. Ogni elemento ha una sua voce, con la quale prova a rivolgersi a noi. Spettava ai leader decifrarle. Loro erano la voce del nostro Clan dei Sussurri, il filo sottile che ci legava alla natura: per questo i loro nomi cominciavano con Voce."
Si ferma un momento per riprendere fiato e, quando ritrova il filo del discorso, il suo tono si è incrinato. "Un giorno, sarei dovuta diventare VocediGrotta, rafforzando quel legame con la foresta che avrebbe dovuto essere eterno. Ma mio fratello RombodiTempesta non me lo concesse. A nulla servirono l'amore che gli portavamo tutti noi, in particolare la compagna AlbaMarina e i due figli, Respiro e Foglia. A nulla giovarono i nostri tentativi, spesso disperati, di farlo ragionare. Sperando in cose troppo grandi, ha votato il nostro clan alla distruzione." Smette di parlare e abbassa lo sguardo sulle zampe, rattristata.
Un fremito mi attraversa come un lampo di luce. "E in cosa... in cosa sperava?" domando, desiderosa di carpire informazioni.
Lo sguardo di EcodiGrotta si fa ancora più penetrante, mentre sussurra: "Te l'ho detto: sperava in cose troppo grandi".
E in quel bisbiglio ci sono grida. Grida dal passato.
~•~•~
Ed ecco a voi un nuovo capitolo, un po' più corto, ma spero comunque di vostro gradimento. Abbiamo potuto apprendere qualche dettaglio in più sul misterioso Clan dei Sussurri, ma molti altri segreti si celano nel passato di questa arcana colonia felina. Chi è RombodiTempesta? Quali funeste speranze lo hanno animato? Lascio a voi il compito di scoprirlo!
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Warrior Cats: I quattro Guardiani
Fiksi Penggemar"Tuono, Fiume, Vento e Tenebra si raduneranno Quando sole e luna di brillare smetteranno. Il Tuono è Vittoria, Il Fiume è Memoria, Il Vento è Agilità, La Tenebra è Verità" ~•~•~ Secondo libro della trilogia "La Fonte del Pianto" Una nuova alba è sor...