Ian aiutami.

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Sti tipi sembrano più ubriachi di me, ma una cosa buona nell’essere cresciuta in quella famiglia è che mi so difendere,in caso mi volessero fare qualcosa.
“Ciao bambola” esclama uno di questi.Ma che cazzo vuole.
“Saresti?” rispondo.
Egli sposta lo sguardo un po' sotto il mio mento.
“Ma che cazzo fai, pervertito di merda!” dico.
Iniziano a prendermi in giro tra di loro.
“Fottetevi” Urlo.
“Se non vi levate dal cazzo chiamo la polizia”
Loro ridono e barcollando se ne vanno verso chissà dove. Mi piacerebbe scoprirlo,ma sarebbe pericoloso.
Non mi hanno fatto nulla, ma non so che fare, sono ubriaca e non posso guidare,e non conosco nessun posto.
Prendo il mio telefono e richiamo quel numero che mi ha chiamato tante volte,sperando non sia mio padre o qualcuno del genere.
“Pronto?” dico
“T/N!”
“Ma chi cazzo sei?”
“Senti sono Ian, mi dispiace, ma dove cazzo sei?”
“Ian aiutami.” Dico, nonostante io continui ad essere arrabbiata con lui.
La sua voce si fa preoccupata.
“Che succede?Dove sei? T/N?”
“Non so dove cazzo sono” “Ho paura”
Sta diventando buio e la situazione sta diventando pericolosa.
“Ti vengo a cercare, tu cerca di metterti da qualche parte sicura”
In preda al panico, risalgo in macchina e cerco un posto più tranquillo.
Trovo una pizzeria, c’è abbastanza gente, ci entro e chiamo Ian per dirgli dove mi trovo.
Chiedo ad un cameriere dove ci troviamo e riferisco tutto al carotino.
Dopo qualche ora di attesa ci ritroviamo e la prima cosa che Ian fa è correre verso di me, per poi abbracciarsi chiedendo scusa uno all’altro.
“Porca troia T/N, per fortuna stai bene” dice lui, con voce timorosa e allo stesso tempo rasserenata.
“Scusami Ian, non so che cazzo mi è preso”
Gli faccio cenno di entrare nella mia macchina, lui si mette al volante notando i miei alcol, e me.
Mentre torniamo a casa gli chiedo come abbia fatto a trovarmi e come ci sia arrivato, parliamo del più e del meno.
Ad un certo punto lui mi comunica “Comunque non mi hai fatto finire prima, volevo dire che tu per forza abbia dovuto delle ragioni per fargli quello, e volevo chiedertele,volevo conoscerti meglio.”
Questa frase non mi consola totalmente, non capisco perché lui voglia conoscermi così tanto,saranno cazzi miei alla fine,no?
“Comunque” dice lui “Vuoi dormire anche oggi nel letto con me?”
Arrossisco a queste parole, ma che cazzo mi prende? Non è da me.
“Sì,pel di carota,si.”
Lui sorride,io ricambio.
A letto racconto al rosso che cosa mi fosse successo con quella gente strana, e lui sembra ingelosirsi. Io sorrido.
Dopo mi domanda che problemi avessi con la mia famiglia.
“Fatti i cazzi tuoi, rosso!”Lui ride.
Mi ha convinto, glielo racconto.
Merda, forse questo rosso muscoloso sta iniziando a piacermi...

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