🌅 Capitolo 6 🗾

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💙CAN 💙

Non ho resistito.

Ieri sera mi son dovuto trattenere per non invadere il suo imbarazzo, la sua incertezza. Lo leggo nei suoi occhi quanta esitazione c'è nel lasciarsi andare anche ad una semplice conoscenza. Come posso disapprovare questa sua reticenza, questa sua cautela dinanzi a quella che le può sembrare una mia sfrontatezza?

Eppure, qualcosa di sconosciuto ma potente, come una forza di gravità, mi ha spinto a cercare la sua presenza, nonostante io abbia cercato di respingerla. Senza riuscirci. Ritrovandomela persino nei miei sogni.
Ed io sogno difficilmente.

Certo, non so cosa succederà quando le mie e le sue vacanze saranno finite. Torneremo sicuramente alla nostra vita di tutti i giorni; lei ad Istanbul, io nel mondo. Ho capito che Sanem non cerca avventure, non è una ragazza di quelle che si accontentano di una cottarella estiva. Dai suoi occhi traspare la purezza e la voglia di vivere un sogno... un sogno che duri per tutta la vita, un sogno che non so se io potrei mai essere in grado di far avverare. Mi sento come la risacca del mare, un afflusso di pensieri contrastanti che vanno e vengono; ciò che sembrerebbe giusto e ciò che, invece, è sbagliato. La voglia di conoscerla e andare avanti contro una realtà che ci porterebbe inevitabilmente a dividerci.

Eppure, non ho resistito.
È accaduto tutto all'improvviso. Nel voltarsi stava inciampando nei suoi stessi passi, così l'ho afferrata e l'ho trattenuta nelle mie braccia. Il suo respiro, i suoi occhi, la sua bocca, l'espressione sorpresa, tutto di lei mi ha fatto impazzire.

E non ho resistito. L'ho baciata.
La mia bocca si è precipitata sulla sua come un assetato si precipita alla sorgente. Le sue labbra immobili sono morbide, dolci, vellutate. Non riesco a staccarmi; tantomeno lei. Respiriamo insieme la stessa aria. Non oso muovermi.

Lentamente le sue mani percorrono le mie braccia fino ad arrivare alle mie mani poggiate leggere sui suoi fianchi. Il mio cuore si ferma, in attesa che lei mi allontani. Ma non oso ancora muovermi, restando sulle sue labbra. Avverto le sue mani cercare le mie. Abbandono la presa dal suo corpo e le apro i palmi. Faccia con me quello che vuole. Non la trattengo, ma resto qui. Sento le sue dita sfiorare le mie e piano piano le racchiudo in una presa delicata, dalla quale, se vuole, può ancora divincolarsi.

"Resta qui!" le chiedo col pensiero.

Il mio cuore prende a battere forte quando avverto le sue labbra schiudersi di poco per avvolgere le mie.

È rimasta. Anche se ora tentenna. Forse ci sta ripensando... o forse aspetta me.

Rispondo alla carezza del suo bacio; senza avventarmi, racchiudo tra le mie le sue labbra. È come assaggiare un frutto, goderselo prima di morderlo, assaporarlo per imprimerne il dolce sapore.
Mi rendo conto di non averlo mai fatto. Cosa mi sono perso? Probabilmente niente. Finora erano frutti troppo maturi che dovevano essere mangiati nell'immediato, senza assaporarli, senza capire se ne valeva la pena. E mi sono parsi tutti uguali.
Questo, invece, è un frutto nuovo, dal sapore sconosciuto, unico, indefinibile. Da restarne meravigliosamente inebriato.

Le nostre labbra si inseguono in un dolce gioco che a nessuno dei due va di interrompere.
Continuo a stringerle le mani, a tenere ben salda la presa. Mi sembra di stare sospeso per aria e non voglio tornare giù.

"Non voglio tornare giù!" penso.

«Ti prego, non farmi tornare giù!» sussurro, ora che le nostre labbra si stanno separando.

Non apro subito gli occhi, ma capto già il suo sguardo sul mio viso e non mi sbaglio. La trovo che mi sta guardando.

«Giù?» chiede perplessa.

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