🌅 Capitolo 1 🗾

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💗SANEM💗

“Ehi, pigrona, sveglia! Mi senti?”

«Mmmh, ancora cinque minuti!»

“Sono già passati cinque minuti.”

«Altri due…»

“Non c’è tempo, dobbiamo partire.”

«Mh, lasciami in pace» commento scocciata, infilando la testa sotto al cuscino.

È inutile che ti nascondi, io sono anche qui.”

Cerco di ignorarla, la odio quando è lei a svegliarmi. È peggio della sveglia quando suona insistentemente di prima mattina.

“Allora, ti decidi ad alzarti?”

Fingo ancora che lei non esista, mentre ripenso al sogno di questa notte. Almeno cerco di rendere più dolce il mio risveglio.

“Era bello, vero? Ma figuriamoci se un tipo così ti si filerebbe!”

«Sei antipatica» sbotto infastidita.

“Pensa che faccia farebbe Zebercet!” Il suo commento sembra seguito da una risatina sommessa. Eh, sì, è strano questo, perché di solito lei non ride, non piange, non prova emozioni. La sua unica attitudine è quella di infastidirmi come il ronzio persistente di una zanzara e l’unico modo di ucciderla è reagire.

Reagire.

«Devo reagire!» mormoro quasi in silenzio, prima che un pensiero mi fa letteralmente balzare fuori dal letto. «Oh, no no no no!»

Mi precipito in camera di mia sorella temendo che se ne sia già andata.

«Leyla, Leyla, dove sei?» quasi urlo, notando il suo letto già sistemato.

«Ma buongiorno, bella addormentata, ti sei svegliata, finalmente!» esclama divertita alle mie spalle.

«Credevo te ne fossi andata senza aspettarmi.»

«Guarda, ci stavo pensando! Quando poco fa sono entrata in camera tua dormivi come un angioletto e avevi un’aria così… così… da pesciolina lessa che era un peccato svegliarti» sogghigna mentre prende il suo cellulare e dopo aver digitato il codice pin mi mostra la mia foto… da pesciolina lessa.

Strabuzzo gli occhi. «Cancella subito questa foto. Dammi… dammi il telefono» sbraito, cercando di prenderglielo, ma è più alta di me, tanto che non riesco a raggiungere la sua mano alzata verso il soffitto, tipo “statua della libertà” che, invece di sorreggere la fiaccola, tiene ben stretto l’oggetto contenente le mie più grandi figure di…

“Eh, no, le parolacce no.”

«Zitta, non ti ci mettere anche tu!» sbotto, nell’intanto che Leyla mi guarda stranita.

«Con chi ce l’hai?»

«Se mi dai il telefono te lo dico.»

“Pesciolina, su, non eri così male!”

«Se mi chiami ancora così ti chiudo in valigia e ti getto dall’aereo mentre sorvoliamo l’oceano e finirai mangiata dagli squali… pesciolina!» Calco bene sull’ultima parola mentre il mio sguardo è puntato sul cellulare che lentamente viene abbassato.

«Dai, Sanem, stavo scherzando, non essere così drastica!» esclama mia sorella a dir poco dispiaciuta.

Ovviamente non le rivelo che quelle parole non erano dirette a lei. Vederla adesso ammansirsi come un cucciolo di giraffa che china il suo lungo collo per chiedere scusa mi diverte.

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