3. Human • Kind (Be both)

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E come il ferro potevo essere fragile, ma mi sarei spezzata piuttosto che piegarmi.
- Erin Doom

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20 Aprile 2022

«Zak, sei stato pazzesco!» esclamo, prendendo il pacchetto di anacardi che mi porge. «Grazie. Sai che vengo volentieri alle tue partite, ma com'è possibile che siano sempre all'ora di cena?»

Zakaria ride in risposta, gli occhi color pece che brillano nella notte, e si accomoda accanto a me sulla tribuna vuota. Il match è finito mezz'ora fa e l'oscurità è scesa sullo stadio semivuoto, come una coperta di tenebre, ma invece del calore ci ha avvolti con il freddo serale.

«25 a 9» dice, prendendo un sorso dalla sua borraccia, «È stata una bella partita.»

Alzo le sopracciglia, «Bella partita? I Falchi sono arrivati quarti in classifica l'anno scorso, sono una delle squadre più toste del campionato. Prenditi un po' di merito, li avete asfaltati!»

«Gli abbiamo asfaltati.» mi concede con un sorriso, osservando le ultime persone che svuotano gli spalti. «Che dici? È valsa la pena ritardare la tua cena per vedermi giocare?»

«Vederti giocare ne vale sempre la pena. E non per nutrire il tuo ego ma questa sera sei stato... magico.» rispondo, prendendo una manciata di anacardi.

Si passa una mano nei capelli carbone, così morbidi e lucidi da sembrare seta sotto alle luci dell'arena, perfetti anche post-partita. Indossa ancora la divisa da football sudata, con sopra la giacca dei Tritoni sporca di terra, e nel crepuscolo lo trovo comunque bello come una notte di luna piena.

«Non ce l'avrei mai fatta da solo.» dice, lanciandomi uno sguardo enigmatico. «È sempre un gioco di squadra, Raya.» È una frase che ripete spesso, ho notato. 

«Lo so, ma io non sono qui per la squadra.»

Lui apre le labbra per rispondermi, ma alla fine cambia idea e resta in silenzio.

«Che c'è?» 

«Dai, andiamo a mangiare qualcosa.» Dice semplicemente, alzandosi in piedi. «Hai bisogno di energie vere per continuare ad essere la più veloce del campionato, non posso lasciarti morire di fame. Soprattutto adesso... che non siamo più in guerra.»

Sorrido e mi incammino accanto a lui, sgranocchiando gli ultimi anacardi rimasti. Nonostante siamo coetanei e Zakaria mi superi in altezza solo di una decina di centimetri, il suo fisico allenato lo fa sembrare molto più grande di me.

Essendo il figlio di Alexander Castro - record nazionale nel nuoto stile libero e tre volte medaglia d'oro ai Campionati Mondiali - Zakaria ha respirato fin da piccolo sport, rigore ed eccellenza; e questo lo ha reso il quarterback migliore del campionato maschile.

I suoi lanci sono perfetti, i suoi colpi sicuri e le sue mosse precise al millimetro. Non vacilla mai, non ne sbaglia mezza nemmeno sotto pressione. Esercita quel controllo rigoroso su ogni singolo arto del suo corpo che è possibile solo con anni e anni di duro allenamento.

«Raya» mi chiama, «Come l'hanno presa le Tigri Bianche? Questa storia...» si blocca un secondo, cercando l'espressione, «che abbiamo deposto l'ascia di guerra.»

«Le mie compagne pensano che sia una cosa grandiosa.»

«Davvero?», è stupito.

«Davvero.» Confermo, accartocciando il pacchetto vuoto. «Tutte le Tigri ti ammirano per la tua maturità nell'aver fatto il primo passo per questa tregua tra le nostre squadre. Io compresa, so che non è stato facile. E i Tritoni, invece?»

Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora