9. Peace begins with a smile

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Ci facciamo del male perché vorremmo che qualcuno ci facesse del bene.

– Sasha Nye

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«Allora», dico guardando i pompom che mi ha dato Saif, che sono l'oggetto più strano che io abbia mai avuto tra le mani. 

Un ammasso di plastica brillante e sfarzosa, riprendono i colori della divisa delle Sirene, verde e oro, e scintillano ad ogni mio movimento. Stranamente, non mi dispiacciono. 

«Sei proprio sicuro di non essere una spia dei Tritoni mandata per sabotare la mia squadra?»

Saif strabuzza gli occhi, «Cosa? No! Perché mai dovrei esserlo?»

Dopo avermi parlato un po' della nascita del cheerleading il rosso mi ha mostrato degli spasmi muscolari, il tutto con un sorriso stampato in faccia, e mi ci è voluto un minuto per capire che si trattava di una routine di cheerleading e non di una crisi epilettica.

«Perché almeno in quel caso avresti una scusa per fare così schifo. Se invece sei un vero cheerleader, beh... condoglianze.» scuoto la testa, ancora scioccata da quello che ho visto. «È stato lo spettacolo più penoso a cui abbia mai assistito in vita mia. Ho bisogno di disinfettarmi gli occhi con la candeggina.»

Lui si aggiusta la mia fascia sportiva sulla fronte, e non penso che mi sia mai stata bene come a lui. «Ti ricordo che ho iniziato cheerleading solo quest'anno. E poi vorrei vedere te muoverti con questa divisa da football. Hai idea di quanto sia difficile?»

«Dato che la indosso e ci corro regolarmente, direi che sì, ne ho un'idea.» incrocio le braccia al petto, divertita. «E ti assicuro che la divisa è l'ultimo dei tuoi problemi. Prenditi la colpa della tua scoordinazione, fireboy, è tutta opera tua.»

«Okay, non sarò bravissimo.» mi concede, «Ma sono io il cheerleader tra i due, e lo scopo di questo allenamento è conoscere le nostre rispettive discipline. Dovresti almeno provare a ripetere qualche movimento, invece di lamentarti.»

«Dovrei replicare l'infarto che mi hai fatto vedere? Come, simulando i miei crampi per le mestruazioni?» Probabilmente ci andrei vicina.

«Non penso tu ne sappia abbastanza di cheerleading per giudicare le mie mosse!» ribatte, offeso.

Lo prendo costantemente in giro e di solito risponde senza perdere un colpo, ma per qualche motivo questa volta ho l'impressione che l'abbia presa sul personale. 

Non penso ce l'abbia con me – dovrebbe essere cieco per non sapere che è il peggior cheerleader della storia – ma non l'ho mai visto così... frustrato, direi, quasi abbattuto. Non è un aspetto che gli dona.

«Fidati, ne so abbastanza per sapere che le tue "mosse" da fulminato non fanno parte di nessuna coreografia delle Sirene.»

Saif sbuffa, appoggiando i pompom ai suoi piedi e sedendosi sull'erba sintetica. «Dimmi qualcosa che non so.» 

Ha l'aria di chi vorrebbe darsi una mazzata in testa, e inizio a chiedermi se dovrei essere più gentile con le mie parole. D'altronde, a scusarsi per il malinteso degli armadietti è stato solo lui, e a differenza mia il suo intento non era nemmeno derisorio. 

Ma che cosa avrei dovuto dirgli, "Fai pena come cheerleader, ma grazie per l'impegno"?

Prima che possa aprir bocca, il rosso riprende a parlare. «Alla nostra prima attività ti ho dato della raccattapalle, ma in realtà è una parola che si addice più a me. Ho iniziato cheerleading quest'anno, e sono la riserva delle Sirene. Fidati, non sto in panchina perché hanno paura che mi infortuni.»

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