L'anima fortunatamente ha un interprete, spesso inconsapevole, ma fedele: lo sguardo.
- Charlotte Brontë
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«Preferisci il finocchio oppure i frutti di bosco?»
«Vanno bene entrambi.» rispondo.
Mio padre si dirige verso la dispensa e tira fuori due bustine di tisana al finocchio, infilandole nelle nostre tazze di acqua calda.
«Ora direi che siamo pronti,» mi dice sedendosi di fronte a me. «Per sentire la storia di come sei riuscita a prenderti un richiamo verbale in un'Accademia che nemmeno frequenti. Sento che questa sarà una storia interessante.»
«Sappi che non è stato un incidente.»
«Oh, ma lo so bene,» mi sorride calmo, aggiungendo lo zucchero e mescolando, «d'altronde Zakaria non è uno sconosciuto. Prima siete stati nemici e vi siete fatti i dispetti - ma ad un certo punto vi siete stancati e avete tentato una tregua. Poi lui ti ha mandata in ospedale e tu hai reso le sue lettere d'amore di dominio pubblico.»
Faccio una smorfia. «Erano solo messaggi di Kit.»
Mio padre inclina la testa. «I messaggi romantici sui social media di oggi sono lettere d'amore, in un altro formato. Comunque, per finire questa mattina tu l'hai riempito di vernice. Ho dimenticato qualche episodio cruciale?»
Stringo la tazza tra le dita, osservando la scia di fumo che sale dal liquido chiaro e si disperde nell'aria. «No, il tuo riassunto è accurato.» sospiro, ripensando al Cavallo di Zeta. «È stato per un commento che ha fatto.»
«Che genere di commento? Riferito a te?»
«Un commento... non carino. E no, era riferito a Saif, non a me.»
«Quel cheerleader con cui devi lavorare per quel progetto con la Swift, quello di cui ti sei lamentata per giorni?» Non mi stupisce che si ricordi di lui, mio padre è un ottimo ascoltatore e io mi lamento spesso.
Ha una postura rilassata, e mi osserva tranquillo mentre sorseggia la sua tisana. «Se mi dici che avevi le tue ragioni per riempire Zakaria di vernice, sai che io ti credo. Ma questo non significa che ciò vada bene. Dovresti saperlo.»
Indossa ancora la divisa da elettricista, di un viola acceso, e immagino lo spavento che si è preso quando la scuola l'ha chiamato al lavoro per venire a prendermi.
Mamma è via sulla costa, per un progetto di studio sull'immigrazione illegale a cui sta lavorando, e non rientrerà prima della fine del mese. Per fortuna. Avrebbe dato di matto.
«Lo so, lo so bene» ammetto, giocando con un orecchino. «Ma quello che ha detto... mi ha fatta scattare.»
«Devi imparare a usare le tue parole, perché ci saranno tante frasi che ti faranno scattare, e non puoi riempire tutti di vernice.»
Gioco distrattamente con la bustina nella mia tazza, «Ti giuro che ho imparato la lezione papà. Già questo verbale mi è finito sulla condotta, non ho intenzione di giocarmi anche la media. Lo dirai alla mamma?» chiedo con timore.
«Non mi piace mentire a tua madre», premette, «Ma dopo la tua frattura alla spalla l'anno scorso, è sempre in allerta e se lo sapesse mollerebbe tutto e tornerebbe di corsa a casa. Glielo diremo, insieme, quando tornerà.»
«Grazie papà, sei il migliore!», mi alzo per circondargli il collo con le braccia.
Mio padre ripone in me una fiducia che a volte penso di non meritarmi, e nonostante tutti i casini in cui mi metto, cerca sempre di capirmi, prima di punirmi.
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Sotto Lo Stesso Cielo
Novela JuvenilLo sanno tutti che se mettete insieme una cheerleader ed un giocatore di football, avrete la storia d'amore più vecchia del mondo. Raya ha 16 anni, frequenta l'Accademia Montalcini, ed è la giocatrice più veloce del campionato di football femminile...