6. Protect your peace

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Ti meriti molto di più di quello che ti permetti di avere. 

- Colleen Hoover

☆☆☆

Ho verificato l'informazione: Saif sa davvero cucinare. E parla molto mentre lo fa. Forse anche troppo.

Si è messo un grembiule rosa chiaro, che non ha nessun diritto di stargli così bene, e me ne ha dato uno con delle stelline che, come tutto in casa Torres, profuma di agrumi.

Inoltre, si è assicurato che lavassimo le mani - con il sapone - e ha igienizzato il tavolo e qualsiasi cosa ci fosse sopra, nonostante fosse già tutto immacolato.

Ho gli avambracci appoggiati sul bancone di marmo mentre lo guardo grattugiare della scorza d'arancia all'interno della ciotola con l'impasto. Mi ha sicuramente detto perché lo sta facendo, ma non me lo ricordo e non voglio chiederglielo per non fargli capire che ero distratta.

«Mi piace cucinare, lo faccio spesso con la mia famiglia.» Mi racconta, mentre osservo da vicino il movimento meccanico delle sue mani. Spero solo che non si senta la buccia d'arancia nei biscotti. Ew. Ma è commestibile, poi? «Al momento io e Betel stiamo affrontando un libro di cucina vegetariana mediorientale.»

«Affrontando?» ripeto divertita, «Immagino il libro di ricette vi stia dando del filo da torcere.»

«Ridi pure, ma non penso tu abbia idea di quanto possano essere feroci i falafel.»

Trattengo una risata, «Non avete uno chef personale con un ristorante cinque stelle nel vostro attico?»

Se la battuta lo infastidisce, Saif non lo dà a vedere. «Non abbiamo un attico né uno chef, solo Sou, la governante che si occupa delle faccende.» mi dice, sbattendo piano la grattugiatrice contro il bordo della ciotola. «Quando è nata la mia sorellina mia madre e Andreas non riuscivano a stare dietro a tutto, quindi io e Betel ci siamo stancati di mangiare hamburger vegani ogni giorno, e abbiamo deciso di entrare in cucina.»

«Andreas?»

Annuisce. «Sí, il mio patrigno. Fisioterapista di giorno e dittatore vegano di notte.»

«Beh, almeno sai cucinare. Piuttosto che mettermi ai fornelli, probabilmente avrei mangiato hamburger vegani fino alla nausea.»


«All'inizio non è stato facile, ma ho scoperto in fretta che mi piace cucinare, mi diverte. Soprattutto se posso farlo con la mia famiglia o con i miei amici.»

Vorrei ricordargli che noi non siamo amici, ma cambio argomento, indicando il frigorifero, «Quindi, sono di tua sorella quei disegni?»

«Sì, e i meno scarabocchiati sono del mio fratellino.», mi dà la schiena, aprendo il getto del rubinetto.

«Ma quanti siete?» chiedo divertita.

Parlo al retro della sua maglietta, ma intuisco dal suo tono di voce che stia sorridendo. «Solo noi quattro. Rigel ha sei anni e Bellatrix due. Betel ne ha sedici come noi, ma rimane il più immaturo come hai visto.»

«Non penso di stargli molto simpatica, mi stava squadrando di brutto.»

Ho l'impressione che le sue spalle larghe si irrigidiscano per un attimo alla mia frase, ma quando si volta verso di me con l'espressione neutra, penso di essermelo immaginato. «Non farci caso, Betel è fatto così, non ama molto le persone. Oggi è perfino di buon umore.»

Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora