Capitolo diciotto

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Una volta tornata a casa verso l'una  mi misi seduta sul divano in salotto, guardavo il nulla e riflettevo, quando sentii dei passi era mio padre era sceso a bere un po' d' acqua ma mi vide se si mise vicino a me,

" Non dormi? " mi chiese

" Non ho molto sonno, scusa se ti ho svegliato"

" Tranquilla"

"La mamma ti ha detto tutto vero pa'?"

"Si" rispose accarezzandomi la schiena e posando il bicchiere sul tavolino davanti il divano

" Cosa devo fare?, perché io non ne ho veramente idea"

" Quello che ti senti tesoro, quello che per te è giusto"

Lo guardai , poi lo abbracciai,

" Vado a dormire buonanotte " gli dissi dandogli un bacio sulla guancia.

Il giorno  seguente  restai tutta la mattina a casa in pigiama in salotto a distruggermi con gelato e canzoni di Ultimo, mentre il pomeriggio andai in ospedale da mia madre a dare la falitica risposta...

" Ci ho pensato tanto forse troppo , ne ho parlato anche con  Fabrizio e insieme abbiamo deciso di accettare " dissi

"Davvero tesoro?"

" Si anche se fa parecchio male, sono sicura che Tommaso non ci avrebbe pensato due volte a salvare una vita , accosto anche di rimetterci la sua"

" Sei devo matura tesoro, altruista e generosa soprattutto "

" Posso chiederti solo un favore mamma?"

" Certo "

" Avvisami il giorno in cui il bambino verrà operato preferei non esserci "

"D' accordo tesoro " disse accarezzandomi la testa

" E un altra cosa , potresti chiamare la nonna e chiedergli se posso passare un po' di tempo da lei in Sardegna?, cambiare aria credo che mi faccia bene"

" Va bene appena stacco la chiamo e glielo chiedo "

"Grazie mamma , ti voglio bene ora vado , ti lascio lavorare " gli dissi alzandomi e stringendogli la mano.

L' unica domenica che speravo non arrivasse mai, arrivò e anche troppo in fretta , mi prepari per andare in chiesa mi vestii tutta di nero e così anche i miei genitori, ma prima di scendere di sotto chiusi a chiave la porta della mia camera , mi sedetti perterra e cominciai a piangere, a tirare fuori tutte le lacrime che avevo ingoiato in quei giorni , mi sentivo finalmente più libera , senza più un peso sul petto che non mi faceva respirare, ma avevo ancora quella sensazione di vuoto intorno a me che non si colmava con niente, finito lo sfogo mi ritirai sù, nascosi le lacrime e scesi di sotto , mentre facevo le scale vedevo mia madre, mio padre e Fabrizio guardami con uno sguardo triste e di tenerezza per me...

" Abbiamo preso tutto?" chiesi

" Si Greta "disse Fabrizio uscendo da casa insieme a papà e lasciando me e mamma da sole

" Mi ha chiamato l' ospedale  perché sono arrivati i risultati delle analisi e risultano compatibili, la donazione è già stata fatta e giovedì opereremo Matteo, per questo ho chiamato tua nonna e mi ha detto che ti aspetta già da domani " mi disse mamma

Io la guardai non dissi niente la presi e l' abbracciai fortissimo

" Forza Greta forza, tu sei più forte di così e per quanto tu stia male adesso passerà tu di lui non avrai il ricordo del funerale , ma dai bei momenti che avete passato insieme che sono stati fondamentali per entrambi" disse continuando ad abbracciarmi.

















Fino all' ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora