Capitolo sei

45 6 0
                                    

"Sei uno stupido di prima categoria, come ti è venuto in mente di provare arrampicata? Soffri persino di vertigini" Taehyun non la smetteva di sbuffare e riprendere il suo migliore amico mentre gli medicava il braccio pieno di lividi.

"Sembrava divertente" il rosso, come sempre di poche parole, si limitava a guardare un punto fisso di fronte a sè strizzando gli occhi ogni volta che l'altro passava sopra le parti colpite con le dita.

"Divertente un corno, ti sei sfracellato pure l'anima" spalmava la pomata con estrema delicatezza, dirigendosi poi nel bagno della sua stanza per prendere cotone e disinfettante. Una volta tornato gli afferrò il mento con due dita, costringendo a guardarlo "come hai fatto a romperti il labbro se sei caduto di lato?"

Beomgyu non rispose limitandosi ad alzare le spalle con fare annoiato, ma ciò non bastava a fermare i pensieri intrusivi nella mente del minore.

"Allora? Pretendo una spiegazione"

"Te l'ho detto, mi hanno ceduto le mani appena sono arrivato in cima e probabilmente nel cadere ho sbattutto la bocca da qualche parte"

Il rosa sapeva del suo talento nel mentire, anche se non riusciva quasi mai a capire quando lo faceva e quando invece diceva il vero, ma la sua versione dei fatti non lo convinceva per nulla.

Se ne rese conto quando notò vicino all'occhio destro una piccola macchia violacea coperta quasi completamente dal correttore. Senza dire una parola passò il liquido cicatrizzante sull'area di suo interesse neutralizzando ogni traccia del trucco che rivelò un pesto in via di guarigione.

"È stata lei?"

"No, ho sbattuto la tempia nella portiera della macchina"

"Non ti ricordavo così maldestro"

"C'è sempre una prima volta"

"Beomgyu, dimmi la verità" l'amico stava perdendo la pazienza e con essa anche la forza per rimanere in piedi, accomodandosi a fianco a lui sul bordo del letto "ne sta ancora usufruendo, vero?"

A quel punto il fidanzato della modella non poteva fare altro che confessare, annuendo tristemente. Raccontò anche l'accaduto prima dell'evento e le percosse ricevute durante i tre giorni seguenti.

"Perchè non ti sei difeso? Avresti potuto respingerla con la forza di una sola mano"

Lo sguardo del rosso era vuoto, si sentiva risucchiato da quel poco di energia che lo aveva tenuto in vita fino a quel momento. Non sapeva cosa significasse sentirsi importante per qualcuno e nemmeno ci teneva a saperlo, l'unica cosa che voleva fare era abbandonarsi ad un sonno eterno.

"Sta già soffrendo abbastanza e non sarò di certo io a causarle altro dolore. Va bene così, la mia felicità non vale niente in confronto alla sua" lo disse sorridendo debolmente, con la rassegnazione riflessa negli occhi.

"Ma ti senti quando parli? Chi l'ha stipulata questa gigantesca minchiata?"

"Credevo mi conoscessi Tae"

Il rosa non fiatò, incapace di rispondere perchè sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto convincerlo del contrario. Si sentiva inutile, costretto a gravare sulle spalle di una donna che lo considerava solo quando le faceva comodo e aveva imparato a farsi andare bene questo stile di vita.

Il fotografo era l'unico amico che non l'aveva abbandonato, frequentandolo il più possibile per non lasciarlo solo anche se consapevole che Beomgyu poteva benissimo fare a meno della sua amicizia in quanto solitario di natura.

"Non puoi andare avanti così, ti lascerai sopraffare dal dolore" voleva aiutarlo, stargli vicino per potergli mostrare il suo valore "mi sembra di sentire una persona incapace di trovare una motivazione alla sua esistenza"

Sugar Rush RideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora