Capitolo undici

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La ragazza non aveva alcun freno, le sostanze in circolo nel suo corpo impedivano a qualsiasi pensiero razionale di mettersi in mezzo.

Mai in tutta la vita le era capitato di provare un'eccitazione simile, nemmeno le prime volte con il suo fidanzato, quando ancora non era succube della malattia del successo, erano state tanto emozionanti e coinvolgenti.

Voleva assaporarlo, toccarlo, sentirlo molto vicino. Niente aveva senso ormai e vederlo assecondare ogni suo gesto la faceva impazzire tanto quanto lui quando lo ha condotto all'ampio divano.

Entrambi erano fuori controllo e la consapevolezza di star facendo qualcosa di proibito aumentava a dismisura il desiderio. Sapevano di aver infranto il loro codice morale, perchè nessuno dei due si sarebbe mai permesso di tradire, ma erano anche consapevoli di non meritare un simile trattamento e di vivere una vita normale. Si sentivano liberi ed il sapore della libertà non aveva eguali.

Eun aveva messo da parte la sfacettatura timida e maldestra, lasciando spazio ad una decisamente più espansiva e sfrontata di cui pure lei si stava stupendo.

C'era da aspettarselo visto l'abitudine di dover soddisfare il patner in ogni modo, ovviamente senza ricevere nulla in cambio, ma di sicuro non aveva mai obbligato qualcuno a sottostare ai suoi comandi.

Anche per Beomgyu valeva lo stesso discorso, ma la sua personalità non variava molto. Infatti gli piaceva venire stuzzicato e ricambiare con la stessa moneta a tempo debito, quando meno se lo sarebbe aspettato. Agiva in questo modo e finalmente poteva ritenersi soddisfatto di un rapporto sessuale in cui i sentimenti giocavano il ruolo fondamentale.

La bionda si trovava a cavalcioni su di lui e non si era accorta che il vestito le era arrivato all'altezza della pancia, lasciando bene in vista la sue mutandine di pizzo blu.

Mentalmente tirava un sospiro di sollievo per averle scelte, visto che erano le più sexy e non troppo rivelatrici allo stesso tempo. Sorrideva quando lo beccava a guardare in basso, soprattutto perchè il suo fisico era considerato come tale e non 'solo un mezzo' come le diceva spesso Kai.

Il maggiore si era ritrovato più volte senza fiato, tanto da doverle prendere le spalle con delicatezza e allontanarla un poco per guardarla bene in viso. Stando con una modella sapeva riconoscere una bellezza folgorante, in tutti quegli anni aveva conosciuto migliaia di splendide donne, ma per lui Eun era unica e meravigliosa.

Forse sapeva il motivo per il quale la considerava così speciale: lo faceva ridere. Poteva sembrare una stupida scusa o un pensiero infantile, ma nelle poche volte che si erano incontrati si sentiva leggero e dimenticava la sua voglia irrefrenabile di sparire dal mondo.

Lo stesso valeva per lei, la affascinava con il suo sguardo calmo e misterioso che racchiudeva i pensieri più oscuri. Le trasmetteva serenità e curiosità in quanto personalità quasi completamente differente dalla sua.

Le loro mani si esploravano a vicenda, toccando i punti più sensibili di tanto in tanto per avere la certezza di procedere nel modo giusto. Dando un'ulteriore prova di piacere con gemiti e sospiri senza preoccuparsi di esagerare o esporsi.

"Il tuo fidanzato mi ucciderà per quello che sto per fare" l'aveva stretta sui fianchi per poi finire disteso sopra di lei lungo la seduta del divano, ribaltando la situazione nel giro di un attimo "questo mi è d'intralcio" con un colpo secco le tolse il vestito, rimanendo inizialmente confuso di fronte alla fantasia del capo intimo superiore "sono orsetti?"

La minore spalancò le palpebre mentre abbassava lo sguardo sul reggiseno, incrociando le braccia al petto per coprirsi "mi piaceva e l'ho comprato.. Era un'edizione limitata" non poteva fare a meno di provare vergogna, aggiungendo colore alle guance rosse a causa dell'alcol "sono uscita consapevole di non dovermi trovare in questa situazione"

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