Quella sera il biondo non tornò, dopo la sua breve conversazione con Hanna aveva lasciato il piccolo appartamento chiudendolo a chiave. La ragazza si ritrovò nuovamente sola e con le guance accaldate, per le troppe lacrime riversate. Gli avvenimenti della scorsa notte le erano molto più chiari, si ricordava tutto: il momento in cui era entrata nel locale e lo sguardo del ragazzo su di lei, la pista da ballo, il modo in cui l'attirò a se e la trascinò fuori dal locale, il vicolo ed infine il momento in cui perse i sensi. Nuove lacrime le bagnarono il viso mentre i singhiozzi e i piccoli lamenti di dolore che uscivano dalle sue labbra rendevano esplicito il dolore che provava. Un brivido le attraverso la schiena quando immaginò le mani di quel ragazzo sul suo corpo. Sperava con tutto il suo cuore che non l'avesse toccata. Si rannicchiò per terra con le spalle attaccate al muro lasciando che le lacrime continuassero a rigarle il viso. Fu in quel momento che si mise a pensare a Edward, Sophia,Louis, la sua famiglia e a tutti i suoi amici, con la convinzione che la stessero cercando per portarla via da quell'orribile posto prima che il ragazzo le facesse del male.
La mattina dopo si risvegliò nella stessa posizione in cui si era addormentata. La stanza era quasi interamente illuminata e infatti quando aprì gli occhi si ritrovò costretta a richiuderli appena, per abituarsi alla luce del sole.
"Buongiorno principessa." Fu in quel momento che si rese conto che due occhi la stavano fissando. Il ragazzo si alzò dalla sedia situata vicino alla finestra per avvicinarsi all'esile corpo di Hanna.
"Dormito bene?" Le chiese accarezzandole una guancia. A quel contatto la mora sbarrò gli occhi e si allontanò di scatto dalla mano del ragazzo.
"Non toccarmi." Disse fra i denti, e a questa reazione il biondo ridacchiò leggermente.
"Sei mia ormai." Disse con un ghigno stampato in viso. "E te lo dimostrerò." Continuò estraendo un coltellino dalla tasca posteriore dei jeans. La ragazza lo guardò con gli occhi pieni di terrore mentre il ragazzo avvicinava la punta del coltello alla sua spalla.
"E ora stai ferma." Le ordinò, appoggiandosi al suo corpo che era ancora contro il muro. Iniziò ad inciderle nella spalla una H. Mentre il ragazzo premeva il coltello sul suo corpo Hanna iniziò ad urlare, rendendosi conto di avere a che fare con un pazzo.
"TU." Disse indicandolo. "Tu sei un pazzo." Urlò con tutta la voce che aveva in corpo quando il ragazzo finì il suo "lavoretto". Lui a quelle parole le tirò uno schiaffo che la fece cadere.
"Non permetterti mai più troia." Disse duramente prima di iniziare a scagliare calci violenti sul suo stomaco. Quando si accorse che la ragazza stava iniziando a sanguinare si fermò.
"Che ti serva di lezione." Disse prima di lasciarla nuovamente sola.
La ragazza si alzò lentamente per afferrare uno straccio che si trovava in un tavolino situato in un angolo della stanza. Si pulì il viso cercando di asciugare il sangue che le usciva dal labbro inferiore quando si rese conto che sul tavolo c'era anche un portafoglio. Lo aprì e dentro vi trovò una carta d'identità con la foto del biondo. Fu in quel momento che scoprì il suo nome. "Niall Horan." Lesse con un filo di voce. Ecco a cosa si riferiva la H che ormai faceva parte di lei.
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Alone ||Niall Horan
Fanfiction"Allora inizia ad abituarti al buio, perché sarà l'unica cosa che vedrai finché non mi stancherò di te."