Cuore caldo

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Lily
2031

Non ce la facevo più con quella tensione. Se avessi continuato a pensarci così tanto, sarei finita stesa per terra e avrei avuto bisogno di ossigeno.

Quella decisione aveva messo a tacere i miei nervi, almeno per un po'. Parlammo di quello che ci piaceva fare nel tempo libero, di cosa volevano fare raggiunti i trent'anni e scoppiarono due o tre risate tanto forti da farci pensare pazzi dai commensali degli altri tavoli.

Era ancora più bello di quanto ricordassi perchè per un attimo, quando sorrideva, sembrava che i capelli bianchi fossero spariti e che la mia fiducia nel mondo fosse ritornata.

"Questo è davvero un ottimo locale, Alex. Deve esserti costato una fortuna." Dissi portandomi il calice alle labbra, prima che la cameriera portasse la carta dei dolci per porgergliela con un sorrisetto che non mi sfuggì.

Non doveva importarmi niente, eppure quello era il mio gioco e quello davanti a me era il giovane uomo con cui avevo un appuntamento.

"In realtà, voglio scegliere io il dolce." La guardai con un sorriso ostile sulle labbra, lei smise di sorridere e prese la carta per darmela. Alex spinse la lingua verso la guancia per reprimere un sorrisetto e non smise di guardarmi.

"Un cuore caldo. Potrebbe portarci anche due cucchiaini? Grazie." La ragazza prese l'ordine e capì, che almeno per quella sera, il ragazzo al tavolo con me era off-limits e io sorrisi.

Mi ricordavo bene. Alex amava la cioccolata, ma io molto di più. Mi portai il cucchiaino alle labbra e me lo misi in bocca, facendo un piccolo gemito.
"Quanto è buono."
"Mangia tu il resto." Mi guardò, avvicinandomi il piatto. "Io sono apposto." Incrociò le braccia al petto con gli occhi puntati su di me.

"Sei sicuro? E' davvero un ottimo tortino e poi, questa potrebbe essere l'ultima volta in cui condividi qualcosa con me." Mi passai la lingua sulle labbra e, con la coda dell'occhio, lo vidi muovere sulla sedia.

"Spero che non sia così."

Il cuore iniziò a martellarmi nel petto. Odiavo il suo modo di essere così vago, ma probabilmente doveva riferirsi al fatto che quella sera stessimo fingendo di essere due persone diverse. Sapeva che l'indomani niente sarebbe stato com'era in quel momento. Alzai lo sguardo su di lui, facendo uscire il cucchiaino dalla bocca. I suoi occhi aleggiarono fino alle mie labbra e a quel punto parlai di nuovo, a disagio.

"Hai ragione, dovrei finirlo io."
Mi sorrise e annuì, poi si alzò.
"Dove stai andando?" Chiesi.
"A pagare il conto."
"Non se ne parla, ce lo dividiamo." Finii di pulire il piatto e mi alzai in piedi.

Si avvicinò e mi raggiunse con un passo, poi mi posò una mano sul fianco. Sentivo che il cuore stesse per uscire fuori dal petto, quando con l'indice mi sfiorò l'angolo della bocca. Sentii le labbra che si informicolivano, ma lo guardai attenta.

"Avevi un po' di cioccolata." Poi abbassò la voce. "Avevo già detto che avrei offerto io, ricordi?" La voce gli uscì roca e mi fece quasi tremare le gambe.

Forse era tempo di smettere di giocare, prima che potessi fare qualcosa di cui mi sarei sicuramente pentita. "Aspettami fuori." Si allontanò e al mio corpo già mancava.
Chiusi gli occhi per un attimo.

"Non finirà bene." Mormorai tra me e me.

Lilies & OTICH• Ben BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora