Temporale

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Lily
2024

Odiavo la pioggia, ma i fulmini e i tuoni mi terrorizzavano.

Quando ne sentivo uno, fin da piccola, mi nascondevo sotto le lenzuola sperando di non esser spazzata via, poi se trovavo abbastanza coraggio correvo nella camera dei miei e mi fiondavo tra le loro braccia.

Non volevo che vedesse quel lato di me.

Non volevo mostrargli quanto fossi spaventata dalle cose che non riuscivo a controllare: la Lily che conosceva lui era forte e intraprendente, mentre quella che stava cercando di non tremare nel suo letto, era qualcuno che non volevo conoscesse.

Iniziai a muovermi da una parte all'altra, cercando di tirarmi sempre più sotto le lenzuola, ma quando il temporale divenne più forte, il cuore pizzicava e io stringevo forte gli occhi sperando che se ne andasse.

Cercai di respirare piano anche quando la finestra si spalancò per il vento, facendomi ingoiare quel pizzico di buon senso che ero riuscita a raccogliere; per fortuna Alex si svegliò e venni accolta da una piacevole sensazione di sicurezza quando lo vidi alzarsi per chiudere la finestra. Chiusi gli occhi non appena si avvicinò, molto probabilmente per controllare se il vento mi avesse scoperta.

Quando si mise comodo, però, il vento continuava a essere prepotente: ululava da sotto alle finestre e non potei fare a meno di ansare, sempre un po' più forte.

D'un tratto, mi ricordai come respirare: sentii il calore della sua bocca sul collo e il suo braccio avvolgermi, per spingermi contro di lui.

"Che succede?" Nessuna risposta. "Lils."

Sentii la sua testa alzarsi dal cuscino mentre la sua mano trovò la mia spalla per voltarmi: mi stava guardando con un cipiglio. "Che hai, stai male?"

Scossi la testa con ardore perché l'ultima cosa che volevo era spaventarlo.

"Ceraunofobia" sospirai, fissando il soffitto.
"Cerauno.." ma un altro tuono si fece sentire e non mi opposi al tremore; dall'espressione che fece poco dopo, aveva capito. "Tu hai paura dei tuoni." Mi limitai ad annuire, restando immobile.

"Dimmi cosa posso fare." Si mise su un fianco per guardarmi, ma non riuscii a dire niente. Volevo che mi stringesse e che mi facesse dimenticare di avere paura. Poi mi prese la mano e se la portò vicina alle labbra, iniziando a sfiorare ogni dito fino a arrivare al palmo che si portò sul viso. "Hai mai notato i nei che ho sul viso?"
Annuii mentre guidava la mia mano sui tratti del suo volto.

"Mi prendevano in giro, da bambino. Li odiavo."
"Sono la parte che preferisco di te." Dissi cercando di vincere quella tensione che mi si attorcigliò nello stomaco.

"Molto divertente." Fece quell'espressione, quella buffa che mi faceva ridere. "Sai qual è la cosa che preferisco di te invece?"

Lo sentii avvicinarsi mentre si faceva spazio tra le mie gambe, posò il mento sulla mia pancia e iniziò a tracciare delle linee invisibili su di essa.

All'improvviso sentii quel nodo di paura sciogliersi per liberare uno sfarfallio che mi provocò i brividi. Se ne accorse, perchè indugiò solo un attimo prima di continuare con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

"Mi piace che sei forte e non lo nascondi." Sussurrò mentre giocava con il tessuto della mia maglietta.

"Ti ho appena detto di aver paura del temporale, è la cosa più ridicola che sentirai mai." Dissi coprendomi il volto con le mani in preda alla vergogna, ma lui si mise in ginocchio in mezzo alle mie gambe e raggiunse i miei polsi per scoprirmi il viso.

"Ammettere che qualcosa ci faccia paura, ci rende incredibilmente coraggiosi, sai? E tu lo sei." Il sorriso che mi rivolse sciolse ogni briciolo di tensione che avessi nel corpo fino a quel momento.

"Tu di cosa hai paura?" Chiesi guardandolo dal basso.

"Io non sono coraggioso, piccola."

E dal modo in cui scosse la testa e nascose il viso, capii che ciò che lo spaventava era ben peggiore di un temporale.

Lilies & OTICH• Ben BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora