Ferie

145 19 10
                                    

Lily
2031

Uno starnuto. Poi un altro.

Aprile era alle porte e si portava con sé il polline dei fiori neonati. Era una tortura per chi li amava come me, ma scoprii ben presto che le cose che si amavano erano quelle che facevano più male.

Scesi in cucina e trovai Cameron intento a leggere alcuni articoli di giornale. Aveva i capelli spettinati e le mani sulle tempie.
Si voltò non appena mossi un altro passo.

«Ehi.» Mi sorrise.
«Ehi.» Feci un mezzo sorriso e presi posto di fronte a lui.
«Ho fatto i pancake se..»
«No, credo che mi farò bastare un caffè questa mattina.» Presi la moka per versarne un po'.

Non mi servì guardarlo per capire che sguardo avesse. Voleva darmi una mano, ma con quel che rimaneva del mio stipendio non sarei mai riuscita a permettermi di pagare la mia metà dell'affitto, quindi sarei dovuta tornare dai miei. Non mi andava di stare sulle spalle a nessuno.
Essere un parassita era l'ultima cosa che volevo, ma Cameron era fin troppo buono per accorgersene.

Non appena mi portai la tazzina alle labbra, sentii il fruscio del giornale che veniva riposto a lato. Sapevo che in quel momento tutta la sua attenzione era focalizzata su di me.

«Sai che puoi parlarne con me.»
Annuii, evitando il suo sguardo mentre riponevo la tazzina sul tavolo e incrociavo le braccia sul tavolo.

«Non c'è molto da dire, in realtà.» Mi strinsi nelle spalle. «Il mio stipendio è stato dimezzato perchè il direttore ha pensato di togliermi la scrivania per darla a uno stronzo pretenzioso.» Mi portai l'indice sotto al mento con fare ironico. «Ah, e sono diventata una segretaria.»
«Come sai che-»

«Che è pretenzioso? O che è uno stronzo?E' il mio ex, Cam.»Sbottai guardandolo finalmente negli occhi. «Quell'ex.»

Si fermò a guardarmi con la bocca socchiusa e la fronte accigliata quando, d'un tratto, serrò la mascella.

Sapeva di chi si trattasse, oh sì se lo sapeva.
Avevo speso trenta lunghe mattinate a cercare una casa da dividere con qualcuno. Il trentesimo giorno, quando vidi Cameron allungare la mano nella mia direzione con un sorriso sincero, mi lasciai andare e iniziai a piangere.

Chiunque se la sarebbe data a gambe in quel momento, lui invece si avvicinò a me e disse qualcosa che mi fece piangere ancora più forte.

«Ho la giornata libera e una bolletta della luce da pagare. Ti va di dividerla?»

Avevamo diviso quella casa insieme per cinque anni, e io me ne sarei dovuta andare. A quanto pare, era tra le specialità di Alex rovinarmi la vita.

«Perché è tornato?»
«Se volessi parlare di lui in questo momento sarei nel suo ufficio a portargli i documenti di cui ha bisogno.»
«Non sei andata a lavoro?»
L'espressione sul suo volto si fece ancora più confusa. In tutta risposta non feci che stringermi nelle spalle.

«Ho chiesto due giorni di ferie.»
«Non lo sapevo.» Tornò a guardare il giornale.
«Nemmeno io.»

A quel punto si fermò e, lentamente, scostò lo sguardo di nuovo su di me con uno sguardo denso di preoccupazione. Io afferrai un pancake nascondendo un sorrisetto.

Le cose non sarebbero andate bene.

Lilies & OTICH• Ben BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora