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Michael.
Il sole era già alto quando Marina salì sulla mia automobile, che in realtà mi era stata data in dotazione da Nelson, la mia si trovava ancora a Birmingham.
"Ciao, grazie del passaggio" parlò sorridendomi

"è ok" risposi, sapevo che aveva una cotta per me, me ne accorgevo perché cercava sempre di starmi attorno, ma a me non importava granché mi servivano solo i suoi capelli

"non minimizzare, è molto importante quello che stai facendo"

"ok" cercavo di farle entrare in testa che non avrei mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, infatti dopo la mia risposta cambiò espressione, annuì e guardò avanti.

Siccome il viaggio era molto lungo ad un certo punto mi decisi a parlarle "sei convinta di questa scelta?" domandai, non che mi importasse però mi stavo annoiando

" tu non hai idea di cosa significhi per una donna crescere un figlio da sola e sicuramente non lo crescerò col padre è un poco di buono"

"anche io ho chiesto ad una donna di abortire, era un po' restia ma poi ha capito che era la scelta migliore"

"oh..quella Corinne?" domandò, io mi girai di scatto a guardarla "assolutamente no, sarei entusiasta se lei aspettasse il mio bambino non mi sognerei mai di chiederle una cosa così" non menzionai i suoi problemi nel concepire non erano cose che Marina doveva sapere

"ah, va bene"

dal medico, aspettai pazientemente sulle scomodissime sedie di legno abortire non era semplice, era anzi, molto rischioso proprio perchè illegale, il luogo era tetro o meglio aveva un'aria malinconica, c'era un piccolo tavolo di legno con qualche rivista e due sole stanze, una dove si aspettava e una dove si completava l'operazione

guardai il mio orologio da polso segnare le dieci e venti del mattino, sorrisi nel ricordare cosa facvo di solito a casa con lei, non potevo evitare di chiedermi come stesse e cosa pensasse di me adesso, mi odiava? Beh, ne avrebbe tutto il diritto

Marina ci mise circa un'ora e un quarto, poi tornò da me con un'espressione strana

"Non è stato bello, ne facile" parlò

"Pensavi che lo fosse?" domandai, era scontato che fosse un esperienza dura

"Più che altro speravo di non sentirmi colpevole" roteai gli occhi, non si aspettava che la consolassi, vero? "beh resta inicinta ancora" minimizzai, si la situazione era delicata ma onestamente non mi interessava molto.

Poi, tornai a quello stupido pub e vidi Malcolm con una donna "e tua moglie?" dissi avvicinandomi "mia moglie sa che faccio come meglio credo, tu non hai mai tradito?"

"si, non la donna che amavo" non proprio vero, ma comunque avevo tradito per ambizione, e la verità era troppo lunga e difficile da spiegare "Oh si, a Michael Claire fa battere il cuoricino" mi sfottè "chi cazzo è Claire? si chiama C- O- R- I- N- N- E"

"è lo stesso" roteai gli occhi "no, affatto" risposi, lui allora fece cenno alla rossa che si trovava sopra di lui di scendere e mi guardò negli occhi "come ha fatto?" domandò "sa prendermi"

"il tuo cazzo o te?" odiavo questi idioti "entrambi" Malcolm rise come un deficiente, mostrando quelle orribili zanne gialle che chiamava denti "cosa ha fatto per il tuo cuore?" disse poi, calmo

"cosa non ha fatto" lo corressi, penso che nessuna farebbe o sopporterebbe così tanto per me.

" d'accordo, da questo intendo che hai fatto delle cose stupide e che sei stato perdonato"

" molto stupide" in realtà ne stavo facendo una proprio in quel momento " ma se ti ha perdonato tante cose perché non siete insieme?"

"Problemi di lavoro" minimizzai ma lui non ne sembrò poi tanto convinto.

𝐌𝐀𝐋𝐄 𝐈𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora