CILLIAN MURPHY

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Dal fondo del corridoio sentii bussare alla porta principale. Un colpetto tipico che conoscevo da anni, chiaro e melodico. Toc toc toctoc toc. Mi alzai dal divano e misi in pausa l'episodio che stavo guardando su Netflix. Ero scalza e i miei piedi camminavano su un parque freddo e liscio. La casa era immersa nel silenzio, fuori si sentiva solo la pioggia che picchiettava sul vetro della grande finestra che dava sul giardino posteriore. Mi avvicinai all'uscio con tranquillità ed eleganza, strinsi le braccia al petto sentendo la morbidezza del maglione di cashmere pregiato che avevo ricevuto come regalo lo scorso Natale.

Finalmente aprii la porta e mi trovai davanti il mio più grande amore, l'uomo per cui avevo abbandonato la mia famiglia per seguire i suoi sogni. L'uomo meraviglioso con cui ora condividevo ogni singolo momento delle mie giornate in una Londra piovosa. Qualche anno prima avevamo comprato casa, un cottage a due piani nella campagna vicino a la grande città Inglese. Era un posto tranquillo, la nostra casa ideale. C'erano due comodi salottini, una cucina e una sala da pranzo davvero deliziosa. Poi tre camere da letto e due ampi bagni.

«Buonasera Tesoro» Mi disse regalandomi un candido bacio sulle labbra morbide.

Entrò in casa e appese il cappotto di flanella nera all'attaccapanni. Si tolse le scarpe infilando poi un paio di ciabatte morbide e invernali.

Lo ammirai, in tutta la sua bellezza. Non smettevo mai di innamorarmi di quegli occhi azzurri ghiaccio. Si avvicinò a vinile che era poggiato su un mobile in legno chiaro e mise in riproduzione un vinile di musica classica perfetta per una giornata uggiosa come quella. Mi afferrò una mano e mi cinse a sé, un forte amore mi impregnò il corpo. Ci mettemmo a ballare in quel salotto dai toni caldi che ricordavano la stagione in cui ci trovavamo. Era il 13 novembre.

I miei piedi danzavano su un tappeto morbido bianco posizionata davanti al divano, risi pensando a quello che stavamo vivendo. La nostra relazione era costellata di follie, una dopo l'altra, di atti di puro amore e di passione ardente ed avevamo qualcuno che ne era l'insieme esatto.

«Mamma! Papà!» Una vocina proveniente dalle scale ci fece fermare e aspettare che essa venisse allo scoperto.

Una piccola bimba dai capelli scuri raccolti in due codini e occhi come quelli del padre si diresse verso di noi a piccoli passi. Aveva una pelle cristallina e morbidissima. Era la mia amata bimba. Fece una piccola corretta ed infine un balzo per saltare in braccio al padre.

«Papà! Sei tornato adesso?» Gli chiese e notai quegli occhioni incatenarsi a quelli di Cillian.

«Or ora principessa mia, che hai fatto oggi di bello con la mamma?» Disse sfiorandole la guancia paffuta e rosata.

«Stamattina siamo state a Londra, mi ha portato a mangiare della torta al cioccolato. Oggi pomeriggio abbiamo giocato insieme e guardato un cartone»

«Ma che bello!» Esclamò guardandola con tale tenerezza che mi sembrava di stare per sciogliermi.

Katie aveva cinque anni ed era molto più sveglia di tanti altri suoi coetanei. Era solare e tranquilla, piangeva molto poco e rideva tanto. Amava le bambole, i conigli di peluche, il sole e andare sull'altalena. Ero così perdutamente innamorata di quella piccola bimba davvero speciale.

*****

La sveglia suonava. Bip. Bip. Mi stropicciai gli occhi e aspettai qualche secondo prima di spalancarli e trovarmi a fissare le tende pesanti e di colore prugna della nostra camera da letto. Filtrava una leggere luce di un sole appena sorto, un fischio di vento riempii la stanza e mi resi conto di non aver chiuso la finestra la sera prima.

La sveglia continuava a suonare. Bip. Bip. Bip.

«Tesoro, puoi spegnere quella stramaledetta sveglia?» Disse con voce ancora assonnata e poco presente.

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