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TANANAI

Questa storia ha inizio molto tempo fa, in un lontano 2014, quando tutto andava ancora bene e lui l'amava. E lei amava lui.

Ma facciamo un salto al presente e capiamo il perché tutto questo. Sanremo 2023. Un ragazzo che si fa chiamare Tananai sale sul palco con un microfono in mano. La folla impazzisce. Lui, con quei capelli neri selvaggi, il sorriso abbagliante e un fiore rosa sulla giacca, ammira tutti quanti i suoi spettatori e pensa "wow, ce l'ho fatta davvero" dimenticandosi all'improvviso tutto il suo passato. La fatica, le litigate e lei. Il suo sole nelle giornate buie che ormai era tramontato da tempo.

«Ed ecco a voi Tananai, con la canzone "Tango" sul palco dell'ariston al Festival di Sanremo 2023» Lo presenta Amadeus al pubblico.

Le luci si abbassano, la musica parte e Tananai impugna il microfono tra le dita sudate. È agitato ma non lo vuole ammettere, ha paura di sbagliare a raccontare quella storia. Ha paura che lei non lo sentirà mai. Allora si fa forza e comincia a cantare.

Non c'è un amore senza una ragazza che pianga

Era una sera di un agosto caldo e lui e Y/n erano in riva al mare, seduti su una spiaggia sassosa della Liguria. Andavano sempre in vacanza lì, quando ne avevano la possibilità. Uno accanto all'altra che guardavano il lento oscillare delle onde davanti a loro, nell'immenso e scuro mare notturno.

«Quando vai via?» Le chiese la ragazza.

Aveva 17 anni ma ne dimostrava 5 in più, era snella e abbastanza alta. Il suo viso a punta era incorniciato da capelli biondo scuro e leggermente mossi, gli occhi verdi ne facevano risaltare il volto. Delle piccole lentiggini chiare risaltavano sotto la luce fioca della luna piena.

«Penso domani mattina, ho delle prove e un colloquio con il mio produttore» Ammise stringendola a sé. Era profumata, sapeva di cocco e i suoi capelli puliti avevano ancora un retrogusto di salsedine, dovuta al bagno fatto qualche ora prima.

«Di già?»

La loro vacanza doveva durare tutto il mese ma per via del lavoro di Alberto non era possibile, erano passate solo due settimane e lui doveva già rincasare a Milano.

«Mi spiace fiorellino, ma il dovere chiama»

Guardò per terra, i suoi piedi giocavano con i sassolini. Era affranta, stufa di quel via vai del suo ragazzo. Le scese una lacrima che risplendette sotto la luna e lui purtroppo la notò.

«No non piangere, dispiace anche a me ma proprio non posso restare»

«Lo capisco, stai inseguendo il tuo sogno» Disse lei passandosi il polso sugli occhi lucidi.

"Segui il tuo sogno lasciando me" pensò e allora si che scoppiò a piangere. Un pianto silenzioso, uno di quelli che senti comunque, che feriscono più di tutti gli altri. Lacrime amare scendevano sul suo viso morbido e rosato. Ma Alberto non poteva fare nulla, non riusciva a scegliere se voleva l'amore o realizzare il suo sogno nel cassetto. Non lo capiva davvero.

Non c'è più telepatia
È un'ora che ti aspetto
Non volevo dirtelo al telefono

Alberto aspettava con ansia sulla banchina della stazione dei treni di Milano Rogoredo, dove presto sarebbe arrivato il treno di Y/n. Era agitato e teneva stretto un mazzo di peonie rosa rischiando di romperne gli steli. Aveva la gola secca e il caldo di fine estate non aiutava. Doveva comunicarle una cosa davvero importante ma non voleva dirgliela per telefono, non gli pareva corretto.

Sospirava di continuo finché una voce nasale e tecnica annunciò un ritardo del treno regionale su cui si trovava Y/n. Un'ora. Allora si sedette su una panchina un po' sporca e un po' scomoda sorreggendo il mazzo di fiori che iniziava a patire il caldo. Fissò con attenzione lo scoccare di ogni minuto, non trovava le parole giuste per dirle quella cosa. Come avrebbe reagito lei? Quella stessa ragazza che aveva abbandonato due settimane prima per lavoro. Si era scusato con lei diverse volte e lei gli aveva comunicato che era andata la sua amica a trovarla per passare gli ultimi giorni al mare insieme.