-Maia Walters, in presidenza, subito!-
La cara voce del professor Roden mi fa sobbalzare, svegliandomi di colpo.
Sposto lo sguardo dalla faccia furiosa del beneamato professore a quella sghignazzante della mia migliore amica, Anastasia.
-Scusi?-
Domando, temendo di aver capito male.-In presidenza, subito! Non si dorme durante le mie lezioni!-
Mi alzo velocemente dalla sedia, facendo in modo che strisci sul pavimento, provocando un baccano infernale. Poi, attraverso la classe a passi pesanti, con gli occhi di tutti puntati su di me. Per finire, esco dall'aula sbattendo la porta.
Avrò anche sbagliato ad addormentarmi, ma non sopporto che la gente mi tratti così.
Trenta minuti dopo sto uscendo dalla presidenza più calma che mai. La preside della mia scuola, la signora Asher, è una dolce e simpatica donnotta di mezz'età che, ascoltando l'accaduto, mi ricorda di andare a letto prima la sera, se il sonno arretrato mi porta ad addormentarmi in classe, e poi mi offre una caramella.
Guardo l'orologio sulla parete: manca ancora un quarto d'ora alla fine della lezione di Roden, e le opzioni che ho sono due: ritornare in classe e rischiare di addormentarmi di nuovo, oppure sgattaiolare fuori dalla scuola e farmi un giro in centro.
Ovviamente, opto per la seconda. Insomma, dopo Roden ho due ore di motoria, e passeggiare per New York è sempre ginnastica, no? Ginnastica produttiva, perché posso anche fare dello shopping.
Nel frattempo, sono sgattaiolata nella palestrina, dove è presente un'uscita di sicurezza, che mi affretto a oltrepassare. Guardandomi furtivamente intorno, e appurando che non c'è nessuno, scavalco la bassa ringhiera che delimita il cortile della mia scuola e corro via.
Mezz'ora più tardi sono da Target, a curiosare fra gli scaffali di una gioielleria. Più gioielli vedo, più mi insulto e mi maledico mentalmente per aver lasciato a casa il borsellino.
Ad un certo punto, la vibrazione del mio cellulare mi riscuote dai pendenti sui quali mi ero incantata.
Dove sei finita??
Dice il messaggio di Anastasia.
Sono da Target. Mi raggiungi?
Mi affretto a digitare.
Wtf, la Finnegan è impazzita! Quella stronzo di Robbie le ha detto che Roden ti ha mandato in presidenza, e che non sei più tornata. È andata ad avvisare la preside. Io avrei paura, se fossi in te, a tornare a casa, stasera. Tua madre ti ammazza.
La risposta non tarda ad arrivare.
Btw, mi piacerebbe scappare, ma la Finnegan sta sclerando, dice che vuole dare una nota alla classe perchè te ne sei andata. Robbie piange. Ha sedici anni. E piange per una nota. lol
Alzo gli occhi al cielo al secondo messaggio di Ana.
Madre, che peso. Robbie deve proprio andarsene a fanculo. Dagli un calcio nelle palle da parte mia.
Le mando il messaggio, poi, notando che la commessa del negozio sta seguendo un'anziana signora, prendo i pendenti di cui mi sono innamorata e li infilo nella tasca della giacca.
Tranquillamente esco dal negozio e, un secondo prima che l'allarme inizi a suonare, corro via. Ovviamente, la commessa non fa in tempo ad accorgersi dell'allarme che io sono già uscita dai Grandi Magazzini.
Weh, fermi. So cosa starete pensando. "Ma gn, questa qui ruba." Sia chiaro: io non rubo. Io prendo simpaticamente in prestito le cose e, dopo l'anno di garanzia, se mi soddisfano le pago, mentre se non mi soddisfano le restituisco. Più o meno faccio sempre così.
Mentre questi pensieri affollano la mia testa, vado a sbattere contro qualcosa o meglio, qualcuno. Nei film romantici, a questo punto, io dovrei cadere a terra, quello contro cui ho sbattuto dovrebbe aiutarmi a rialzarmi, si dovrebbe mettere a piovere, dovremmo baciarci così, alla cazzo, poi dovrebbe spuntare un arcobaleno e Lui, perchè sì, lo stolto che mi ha fatto cadere sarebbe il mio Lui, il mio Vero Amore, dovrebbe chiedermi di sposarlo.
-Ragazzina, sta più attenta!-
Vengo riportata bruscamente alla realtà dall'uomo di mezz'età contro cui ho sbattuto. Quindi, questo coso sarebbe il mio Lui. Questo coso che può essere riassunto in tre semplici parole: grasso budino molliccio. Per fortuna, ragazzi, non vivo in un film romantico.
Ovviamente ho deliberatamente ignorato cosa mi ha detto il budino molliccio. Chi sono io per ascoltare tutto ciò che mi dice la pazza gente che incontro per strada?
-Ehi! Tu, biondina!-
Sento qualcuno urlare dietro di me, ma naturalmente faccio finta di niente. Perchè dovrebbe dire a me, quando solo su questo marciapiede passeggiano miliardi di bionde?-Ehi, TU! Con lo zaino fucsia con dei panda, dei koala e dei delfini disegnati! Ferma!-
Ora sta indubbiamente chiamando me, quindi, molto lentamente, mi volto, e mi trovo faccia a faccia con un ragazzo relativamente carino: occhi grandi, capelli scurissimi, alto almeno un metro e ottanta e ben piazzato. La cosa che mi sorprende di più è che, guardando l'azzurro dei suoi occhi, provo una sensazione familiare.
-Quando sei andata a sbattere contro quel signore ti sono caduti questi!-
Esclama lo sconosciuto, porgendomi i pendenti.-Grazie, tizio.-
Dico, strappandogli di mano i miei orecchini e riprendendo a camminare.-Ehi, aspetta! Non mi ringrazi neanche?-
Mi ferma di nuovo il ragazzo.Ma è sordo o cosa?
-L'ho appena fatto, genio.-
Alzo gli occhi al cielo, poi mi volto d nuovo.Dopo dieci minuti, mi accorgo che il tizio è ancora dietro di me. Mi sta seguendo.
-Ma che sei, uno stalker?-
Sbuffo, girandomi per affrontarlo.-No, è che mi sembra di averti già visto...-
Mormora lui.S t a l k e r.
-È questa la frase che usate per rimorchiare, a Londra?-
Alzo le sopracciglia.-Come sai che sono di Londra?-
Chiede lui, accigliandosi.-Si sente dall'accento. Sembra che tu stia parlando con una patata in bocca.-
Dico asciutta, poi faccio per andarmene di nuovo, ma lui mi segue. Di nuovo.-Mi dici cosa vuoi, così la facciamo finita con questo inseguimento?-
Esclamo, esasperata.-Prima di tutto non ti sto seguendo, secondo, te l'ho già detto, mi sembra di averti già vista. Come ti chiami?-
Chiede, sorridendomi.-Se ti dico il mio nome non mi romperai più le ovaie?-
Domando, sbuffando.-Oh, ma se sei intollerante! Okay, okay, non ti rompo più se mi dici il tuo nome!-
Si arrende, alzando gli occhi al cielo.-Mi chiamo Maia Walters. Contento? Ora posso andare, che devo urgentemente raggiungere nessuno a Washington Park, cosicché possa prendermi un gelato nella mia amatissima solitudine?-
Dico, incrociando le braccia.-Walters? Sicura? Perchè mi sembri così familiare... Comunque, piacere, io sono Jake. Jake Jordans.-
Angolo autrice
Dopo credo sei anni, eccomi. Sì, faccio schifo con le pubblicazioni. Sì, ho perso l'ispirazione per questa storia, ispirazione tornata solamente un mesetto fa in post sessione. Sì, vi prometto che questa volta non la lascio a metà/la cancello perché mi fa schifo tutto/impiego altri sei anni per finirla.
Volevo ringraziare davvero tutt* coloro che si sono presi il tempo di leggere e rileggere OMG I'm pregnant e hanno pazientato per tutto questo tempo 🥺❤️
Non so come dirvi quanto i vostri commenti, stelline e visualizzazioni mi riempiano di gioia!!!
Ora, parliamo del sequel: l'ho quasi finito in bozze, durante questo weekend di vacanza ho intenzione di terminarlo, i capitoli penso saranno una ventina. Spero davvero vi piaccia e, se avete consigli, raccomandazioni, critiche o richieste, non esitate a scrivermi! Cerco sempre di starvi dietro e rispondere a tutti.
Un grandissimo abbraccio,
ChiaraPs. Spero questa storia vi possa aiutare a passare un po' il tempo durante quest'altro lungo mese di lockdown... Facciamoci forza! Se avete bisogno di parlare sono sempre disponibile ❤️
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OMG, I have a baby!
Fanfiction"La boccettina di tua figlia le ruba i ricordi per sempre, cancellandoli radicalmente dalla sua mente. Questa qui, invece, li mette solo a tacere. È una specie di Oblivion liquido, quindi un mago o una strega, con un'incantesimo, potrebbe ridarti la...