Maia

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-...Comunque, piacere. Io sono Jake. Jake Jordans.-

Se devo essere sincera, ho la tentazione di rispondere con un "E io Bond. James Bond.", come in uno di quei vecchi film che piacciono tanto a mia madre.Oppure alzare gli occhi al cielo e dire "Ovvio che sono sicura di chiamarmi Walters." Ma, per una volta, tengo la mia boccaccia chiusa. Anzi, la apro soltanto per liquidarlo con un: -Bene. Ora beh, io vado a destra e tu a sinistra, okay?-

-Che ci fa una ragazza della tua età a quest'ora, in giro, da sola? Non dovresti essere a scuola?-
Mi chiede invece lui, ignorando deliberatamente il mio invito a smammare.

Urgh, perchè non può andare a molestare quella mora che è appena passata?

-Neanche tu sei a scuola, e mi sembra proprio che tu abbia più o meno la mia età.-
Dico, sollevando un sopracciglio.

Ana dice che quando faccio quest'espressione potrei intimidire anche il tizio grasso e scorbutico che abita vicino a noi (e che io e mia madre mandiamo costantemente a quel paese).

-Ho diciotto anni e la scuola l'ho finita l'anno scorso.-
Ribatte lui, imitando perfettamente il mio atteggiamento.

Sembra proprio che questo Jake Jordans sappia come farmi innervosire.

-Bene.-
Concludo, dandogli le spalle e attraversando la strada, diretta verso Washington Park.

-Avevi detto che se ti avessi detto il mio nome mi avresti lasciata in pace!-
Strillo poco dopo, notando che il fastidioso ragazzo mi ha seguita.

-Sì, ma tecnicamente non te l'ho promesso. E poi, non posso lasciar andare in giro da sola una ragazza per Brooklyn! Insomma, abbiamo fatto sì e no cento metri insieme e almeno dieci uomini ti hanno guardato il culo.-
Replica tranquillo, mettendo le mani in tasca.

-Ascolta, te lo dico sinceramente: la cosa non è che mi interessi poi molto. Giro per Brooklyn da sola praticamente sempre e nessuno mi ha mai dato fastidio. Ora, non è che tu devi improvvisarti la mia guardia del corpo perchè mi hai restituito i miei pendenti o perchè ti ricordo qualcuno. Sai una co...-
Il bel discorsetto che sto facendo viene interrotto dallo squillo del mio cellulare.

Grata a quell'angelo che mi sta chiamando, lo tiro fuori dalla tasca e faccio segno a Jake di tacere. Ma, vedendo chi mi sta chiamando, decido che il ragazzo non è poi così male. Insomma, chi non preferirebbe un bello sconosciuto alla propria madre incazzata nera? Perchè, insomma, mia madre non mi chiama quasi mai, soprattutto quando sono a scuola. E se adesso mi sta chiamando... Vuol dire che sa che non sono a scuola.

-Non rispondi?-
Chiede ingenuamente Jake, ghignando.

-Per l'amor del cielo, no!-
Quasi grido, fissando terrorizzata la foto sorridente di mia madre che appare sullo schermo del mio cellulare ogni volta che mi chiama.

Non so se lo sapete, ma quando Rose Walters è davvero arrabbiata, è meglio girare a largo. E ora, secondo i miei calcoli, lo deve essere di sicuro. Insomma, è possibile che questa sia la nona o la decima volta che io bigi. Ops.

Rimango sorpresa dal fatto che Jake stia zitto. "Finalmente" sta gridando la mia mente. Azzardo un'occhiata verso di lui, stupendomi, dal momento che sta fissando con gli occhi spalancati la foto di mia madre.

Ehi, so che è una bella donna, ma è fuori dalla tua portata, ciccio. E poi, io non ti vorrei mai come... patrigno.

-Q-quella è... tua madre?-
Balbetta.

-Sì, perché?-
Domando, sulla difensiva.

-Perchè... io la conosco.-
Sussurra, deglutendo.

OMG, I have a baby!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora