Capitolo 13

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Aprii gli occhi ritrovandomi in una stanza al buio. Nonostante vedessi poco o niente, sapevo che non si trattava della mia camera da letto.
Non ero in casa mia.
Lo stordimento mi impedì di mettere a fuoco subito, ma quando lo feci non potei impedirmi di trarre un profondo sospiro di sollievo.

Seduto su una sedia accanto a letto dove ero sdraiata, c’era Robert.
Alzò immediatamente la testa quando notò il mio cambiamento di respiro e mi fissò con gli occhi sgranati, dentro i quali tristezza, senso di colpa e sollievo sembravano essersi intrecciati e amalgamati bene.
"Jackie." Mormorò posandomi una mano sulla fronte e sorridendo.
"Come ti senti?"
Mi strinsi nelle spalle cercando di alzarmi a sedere. Lo feci anche se la vertigine fece oscillare davanti ai miei occhi la stanza, in maniera nauseante.

Sentivo un cattivo odore.
Sembrava impregnare l’aria e non volersene andare più.
Era qualcosa di metallico e dolciastro. Era odore di sangue.

Mi sfiorai i capelli e li sentii incrostati. Sapevo che era sangue rappreso.
Scacciai la sensazione di disgusto che mi salì in gola scuotendo la testa, ma quando vidi la stanza vorticare ancora di più, chiusi gli occhi emettendo un gemito di protesta.
"Forse è meglio se stai giù." Sentii dire Robert.
"Sto bene, sono tutta intera." Ribattei.
"E tu stai bene, vero?"
Annuì, quasi impercettibilmente.
"Sei guarito completamente?" Di nuovo un gesto minimo.

Mossi una mano fino a sfiorargli il torace. Si era cambiato gli indumenti indossati quel pomeriggio, per mettersi addosso qualcosa che non fosse pieno di sangue.
Quando toccai il suo petto non sentii nulla di anormale.
La sua ferita tanto spaventosa e grave era sparita del tutto.
Completamente rimarginata.
Trassi un sospiro di sollievo, anche se continuare a pensare a quella situazione mi faceva pensare che non avevo tutte le rotelle a posto.
Nonostante quello, sapevo con certezza che era tutto vero. Non stavo sognando niente, Robert era veramente guarito da una ferita mortale, solo grazie al mio sangue.
Era un po’ macabro, ma mi sembrava qualcosa di estremamente romantico.
Mi misi più comoda.

Quando fui all’altezza del suo viso mi sporsi per baciarlo, ma lui si tirò indietro di scatto.
Il mio cuore perse un battito.
"Che ti prende?" Chiesi, con la preoccupazione nella voce.
"Sei sicura di sentirti bene? Hai perso molto sangue."
Marcò la parola "perso" con un’intensità che non mi piacque per niente.
Capivo cosa stava succedendo, perché sembrava essere tornato come prima che ci mettessimo insieme. Triste, pensieroso e malinconico.

"Non hai nessun bisogno di sentirti in colpa." Dissi con risolutezza. Allungai una mano per accarezzargli il volto, e lui non si scostò.
"Ti ho quasi ucciso."
"Ma non l’hai fatto."
"Però avrei potuto!" Aveva alzato la voce e stretto i pugni. Sapevo che era furioso perché i suoi occhi cominciarono a cambiare colore, fino a diventare rosso sangue. Non si preoccupava minimamente di controllarsi, in quel caso, come se ormai mi avesse già mostrato tutto quello che c'era da vedere.
"Calmati, Robert. Sono viva, tu sei vivo. È andato tutto bene."
"Cazzate! Non sai in che guaio ti sei cacciata."
Scossi la testa spazientita, ma in realtà il mio cuore aveva già cominciato a battere più veloce riflettendo davvero sul significato delle sue parole.
Ero contagiata…Sarei diventata come Robert.

"Sento la tua paura, Jackie. Sento che le pulsazioni del tuo cuore sono cambiate. Ti trasformerai in un mostro, come me. E solo per colpa mia!"
Chinò il capo, si alzò e mi diede le spalle, ma solo quando lo vidi tremare, mi resi conto che stava piangendo.

Mi alzai, ignorando un capogiro, poi accesi l’abat-jour sul comodino accanto al letto.
La stanza si illuminò immediatamente di una luce arancione, mostrandosi meglio nei suoi dettagli.
Il letto aveva semplici lenzuola blu e anche se non era matrimoniale era abbastanza largo da poter ospitare due persone.
Accanto al letto stava la scrivania, di legno chiaro, che ospitava un computer e qualche libro. Il resto dei tomi letti da Robert era riposto in maniera piuttosto ordinata su un grande scaffale che percorreva tutta la lunghezza di una parete, assieme ai libri di scuola, ai cd e ad alcuni dvd.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2023 ⏰

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