"Abisso ?"

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in quel momento qualcuno mi prende alle spalle, mi tappa la bocca e mi tiene ferma, sento dai suoi movimenti che sta tirando fuori qualcosa dalla tasca... un coltello? Una pistola? Provo a dimenarmi, ma non riesco a togliere le sue mani dal mio corpo... ma, ad un certo punto, riesco a liberarmi mordendo il braccio che mi teneva ferma, mi giro e gli tiro una ginocchiata lì, dove non batte il sole... e comincio a correre verso casa*

*una volta arrivata, però, non entro, ho paura di potermi ritrovare questo sconosciuto anche dentro casa mia... mi giro per 5 secondi, non lo vedo più... ma ad un certo punto, un colpo di pistola sfiora la mia testa... è lì, con la pistola in mano, di fronte a me e distante qualche metro... inizio a correre senza pensarci due volte, fino ad arrivare alle scale esterne del mio palazzo... decido di salire, ma sento i suoi passi farsi sempre più vicini... mi guardo intorno, ma non c'è nessun nascondiglio, e nel frattempo noto anche che chi mi sta inseguendo non è un solo uomo, ma due... ormai mi sono quasi addosso, quindi senza esitare troppo guardo sotto di me... e mi butto, atterrando su un balcone... sento un dolore atroce al fianco, mi giro per guardarmi intorno... e sento una mano che mi tocca la spalla, un tocco che mi è familiare*

A: Giulia? Che ci fai qui?
*sobbalzo impaurita, in quel momento un colpo sfiora la mia spalla e rompe il vetro della finestra, non ho nemmeno il tempo di rispondere*
*la mano destra del mio professore si poggia sul mio fianco... è così morbida... delicata... la sua mano sinistra invece si poggia sulla mia testa, come per proteggermi... e mi tira verso il suo corpo così possente*

A: stai bene?
*annuisco, entriamo velocemente in casa e lui abbassa tutte le tapparelle*
A: Giulia, cosa sta succedendo? Potevi morire! E chi sono quegli uomini?
G: non sono affari suoi
A: invece sì! Ti ho appena salvato la pelle
G. stanne fuori... ho fame, hai qualcosa da mangiare?
A: me lo racconterai prima o poi, oppure lo scoprirò da solo... comunque sì, cosa vuoi?
G: boh, fai tu... dov'è il bagno?
A: in fondo a destra
*mi dirigo verso il bagno* che bella casa che ha...

*entro in bagno, mi tolgo la felpa, rimango in reggiseno... e guardo il mio fianco violaceo* ho preso una botta bella forte...
*guardo nei cassetti, trovo del disinfettante, prendo della carta igienica e disinfetto il mio povero fianco*

*dopo un po' esco dal bagno*
A: immagino tu non voglia parlarne, Giulia
G: esatto, comunque ora me ne vado *prendo il mio zaino e mi avvio verso la porta*
A: sarebbe un peccato se te ne andassi così presto, sto preparando un pollo al forno buonissimo

*flashback*
X: amore di mamma... è pronto!
Ancora ricordo i capelli castani di mia madre Elisa... era bellissima... e mi amava così tanto...
E: Giulia su, forza! È pronto il tuo piatto preferito...
G: grazieee mamy
Ricordo ancora i suoi dolci baci sul mio viso... le sue carezze prima di andare a dormire... quel pollo arrosto cucinato con tanto amore...
E ricordo ancora le sue ultime parole: "Amore di mamma, sarà difficile, ma non abbatterti... non perdere il tuo fantastico sorriso e non mollare mai... sei un angelo, non permettere a nessuno di tagliarti le ali... ti amo, lo sai."
Quelle parole... se solo vedesse cosa sono diventata ora, sarebbe così delusa da me...

*ritorno alla realtà*
G: va bene...

*torno in cucina*
A: siediti pure dove vuoi
*non rispondo, mi siedo sul divano*
A: raccontami qualcosa di te, Giulia...
G: no

*c'è un istante di silenzio*
A: va bene, allora inizio io *sorride* come ben sai, mi chiamo Ares, anche se non è il mio vero nome... ma ora ti dirò il perché.   In passato sono stato dipendente dalla droga... proprio alla tua età spacciavo e mi drogavo ogni giorno... avevo un padre assente, che abbandonò la mia famiglia per farsene un'altra e rovinarla a sua volta, mi abbandonò a me stesso quando ero piccolo, non potevo avere un lavoro e quindi nemmeno soldi... entrai in brutti giri fino a quando non mi presero e mi mandarono in carcere... in quel periodo venni sottoposto anche a psicofarmaci, è stato un inferno... un inferno dal quale volevo uscire facendola finita... ci provai, ma Dio è sempre stato bastardo con me e non me lo ha permesso... lì capii che dovevo lottare... allora cominciai a studiare filosofia, mi appassionai perché riuscì a farmi capire chi fossi e cosa volessi davvero... una volta uscito di galera iniziai ad impegnarmi per diventare un professore... con lo scopo di dimostrare, a tutti i giovani che mi ricordano il me del passato, che devono lottare... per questo mi faccio chiamare Ares, perché ho avuto la forza, come un dio, di rialzarmi dopo la guerra che ho passato, non smettendo mai di lottare per ciò che volevo... e tu mi hai colpito molto, perché sei identica a me...
G: io non ho una vita così, la mia vita non ha nulla di speciale... sinceramente, non mi importa nulla di ciò che lei ha vissuto e di come ha fatto ad andare avanti... ma si ricordi una cosa, dall'inferno non c'è una via d'uscita per i mostri
*il prof si avvicina a me, mi accarezza il viso coperto dal mio cappuccio nero*
A: tu non sei un mostro, Giulia... sappiamo entrambi che, all'angelo che eri, hanno tagliato le ali... ti hanno ferita, quindi hai deciso di trasformarti in mostro...

G: *rifletto per un attimo sulle sue parole profonde, poi gli tolgo violentemente la mano dal mio viso* non mi tocchi... lei non mi conosce, non sa cos'ho vissuto e non sa chi sono, ma glie lo dimostrerò... non sono ciò che si aspetta, quelli come me non hanno un'anima, sono vuoti dentro... e le consiglio di stare lontano da me, prima che questo vuoto contagi anche lei... se ne vada da questo posto, se non vuole ritornare quello di una volta...
A: tu non sei vuota e non sei un mostro... è il dolore che hai dentro che ti porta ad essere così, ma dentro di te, nei tuoi abissi, c'è ancora il cuore di quella piccola bambina che sorrideva felice... e ti aiuterò, Giulia... navigheremo insieme nei tuoi abissi e ti aiuterò a ritrovare la tua anima... so bene come ci si sente ad essere soli, e se tu non vorrai, mi calerò io da solo negli abissi per recuperare il tuo grande cuore...
G: si ricordi solo una cosa professore, che chi si addentra negli abissi, raramente ne esce vivo
A: non ho paura... mi piacciono i rischi
G: vedremo
A: ora siediti, che ceniamo

*mi siedo, l'uomo dagli occhi blu (ovvero Ares, questa espressione la ritroverete spesso nel corso della storia) mi passa il piatto*
*guardo il pollo... ricordi... ricordi... che mi offuscano la mente*
Ero felice, una volta, prima che mia madre morisse... mi manca da morire... il pollo al curry era il nostro piatto preferito, lo mangiavamo ogni sabato sera...
A: Giulia, tutto bene?
G: sì... *mangio*
A: vuoi restare a dormire qui? Dopo ciò che è successo non voglio rischiare di farti uscire da sola...

Holaaaa ci vediamo nel 3 capitolooo😂😂💋

MASQUERADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora