*uno squillo che viene dal mio telefono, però, distoglie la mia attenzione dai miei travolgenti pensieri...*
G: pronto? Chi parla?
X: lei è la signorina Giulia Smith? La stiamo chiamando dall'ospedale Sant'Agata... suo padre stanotte si è sentito male ed è stato portato qui d'urgenza
G: sta bene? Arrivo subito...Ares... *lo cerco per la scuola... lo trovo nell'aula dei professori*
G: Ares!
A: dimmi piccola Trilli... tutto bene?
G: Ares, mi devi dare una mano... mio padre è in ospedale, devo andare lì il prima possibile
A: va bene, andiamo insieme, stai tranquilla... *prende due caschi da sotto il tavolo*
G: in moto...?
A: cos'è? La piccola Trilli ha paura? *si avvicina a me accarezzandomi il viso*
G: *penso tra me e me* le sue mani sono così soffici, così delicate... le mani di un uomo che non farebbe mai male ad una mosca...
G: non ho paura di nulla *sorrido*
A: allora sai anche sorridere, bambolina? Dovresti farlo più spesso, sei più carina *occhiolino*
G: io... non ho... sorriso
Ares, cosa mi stai facendo...*andiamo verso la sua moto, una moto sportiva nera, bellissima*
A: Trilli, vuoi stare dietro o davanti?
G: non lo so... non sono mai salita su una moto
A: allora stai davanti, ti vedo abbastanza spaventata
*mi metto davanti a lui* i nostri corpi sono così vicini, così attaccati... mi piace, è come se fossi tra le sue braccia, mi sento così amata, così... protetta*la sua mano così grande prende la mia, e la mette sull'acceleratore*
A: so che ti piace, piccola Trilli...
G: te lo lascio fare solamente perché mi stai portando da mio padre*arriviamo in ospedale ed Ares si toglie il casco*
Mamma mia... quegli occhi blu ghiaccio, i suoi capelli neri scuri, i lineamenti del suo viso così perfetti... per non parlare del suo fisico, alto ma non troppo, il giusto... ma con quei muscoli e quel petto così forte e così determinato... se fossi un uomo lo invidierei... peccato per il suo carattere.
*provo a togliermi il casco, ma non si leva*
A: oh, piccola Trilli... *ride e mi toglie il casco*Dentro di me sto sentendo qualcosa, mi sta facendo cambiare... e forse quel cambiamento mi spaventa...? Però sto bene... ma allo stesso tempo ho paura di poter provare qualcosa di diverso dalle solite emozioni, ho paura di poter venire ferita di nuovo... o forse ho paura di provare felicità, emozione che non provo da tanto tempo, un tempo che sembra non passare mai... forse ho dimenticato anche come amare... non fa per me, io sono così: vuota e gelida, non posso permettermelo...
*persa tra i miei pensieri*
A: stai bene Giulia?
G: sì, grazie... andiamo?
*saliamo le scale dell'ospedale*
Lui è così dolce, forse troppo per me... davvero mi merito questa persona? Gli potrei fare solo del male... e gli farò del male... potrò cambiare? Non credo... lui è un angelo caduto dal cielo per me, ma io non so amare... forse lo ferirei e basta...*arriviamo*
G: salve, cerco il signore di nome Riccardo Smith
X: prima sala a destra
*guardo Ares*
G: entri con me?
A: certo*appena entriamo vedo mio padre nel lettino ad occhi chiusi, ma noto anche il corpo di Ares farsi più rigido, noto le sue mani così grandi stringersi in pugni*
G: Ares, tutto bene?
A: sì, mi manca solo l'aria, esco fuori un attimo...Quell'uomo, quel maledetto uomo... quella faccia era così familiare, troppo familiare, un viso indimenticabile, incancellabile dalla mente...
Era lui uno dei mostri... uno dei mostri che uccisero mia madre a furia di botte, di calci e di pugni... uno dei mostri che rapirono mia sorella e la uccisero... l'uomo che mi ha rovinato la vita, che mi ha portato via le persone che amavo... un mostro... che ora pagherà.
Giulia... così angelica... e se facesse del male anche a lei? Non posso permetterlo... e se fosse stato lui a tagliarle le ali? Non può, non mi porterà via anche lei...
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MASQUERADE
ActionUna giovane ragazza di appena 16 anni di nome Giulia ha sempre avuto una vita difficile .. ( scoprirete nella storia ) un padre violento ... un destino senza amore .... una tempesta infinita .. una ragazzina che si definisce un mostro ogni volta che...