Capitolo 3

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Era stato stordito.
Un grandissimo mal di testa si insinuò così forte nel suo cervello che ebbe quasi paura che questo potesse scoppiare da un momento all'altro.
La stanza era avvolta nel buio, lo notò nel momento in cui i suoi occhi si spalancarono e l'uomo si andò a guardare intorno. Riconobbe solo poco cose, grazie alla luce della luna che filtrava in una piccola finestra alle sue spalle. Sapeva solo che non riusciva a muovere ne gambe e ne braccia, erano state saldate per bene con delle corde intorno alla sedia sulla quale era seduto. Molte volte si era ritrovato in situazioni come quella, molte volte ne era uscito. Ma quella era diversa: i suoi muscoli e i suoi sensi erano stati intorpiditi da qualche sostanza. Non riusciva a fare nulla, si sentiva così stanco che i suoi occhi si sarebbero potuti chiudere da un momento all'altro.
L'odore di chiuso, di cantina, era così penetrante che avrebbe voluto scappare via da lì seduta stante.
Alzò il viso quando una porta, in cima alle scale, si andò a spalancare e la luce di quella stanza andò a riflettere su una chioma verde.
"Bene bene."
Era Joker. Inconfondibile nel suo abito viola.
Scese le scale, le sue scarpe eleganti andavano a ticchettare su ogni gradino come un orologio che segnava lentamente i secondi.
"Chi abbiamo qui!"
Si lasciò scappare una risata.
Accese la luce e questa fu così accecante che dovette distogliere lo sguardo.

"Che cazzo stai facendo ?"
Chiese l'eroe con un ringhio acuto. Non aveva mai visto il suo amato comportarsi in quel modo.

L'altro scivolò sulla sua visuale, inginocchiandosi in mezzo alle sue gambe, e appoggiò le pallide mani sulle cosce coperte dalla tuta in lattice.
Il sorriso sembrava più ampio, sotto quella luce.
Gli occhi erano spalancato e chiari, tanto che non riusciva a distinguere la sclera dall'iride.

"Ora sei il mio bel giocattolo e non puoi andare via. Ti ho iniettato del tranquillante per elefanti e,qualora dovesse terminare l'effetto, ne ho tanti altri. Non puoi muoverti. Ora sei solo e solamente mio, Batsy."
Con uno scatto repentino, si avvicinò a lui, si sedette su una delle sue gambe e gli accarezzò il viso.

"Tu sei psicopatico. Lasciami andare."
Disse l'uomo, mentre la sua testa venne alzata nella direzione del clown dalle sue lunghe e ossute dita.

Quest'ultimo si lasciò andare a una risata rumorosa che gli perforò i timpani e scosse la testa:" se ti lascio andare poi sarai troppo impegnato a scovare gli altri criminali. Batsy, io voglio che tu segua solo me..."

NERO LUSSURIA (Batjokes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora