Capitolo 7

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Neanche quella giornata Joker si risparmiò di fargli una visita. Pensava fosse passato un giorno da quando aveva rivisto Harley, ormai aveva perso il conto del tempo e le situazioni gli sembravano tutte uguali. La stanchezza era viva nel suo corpo e il siero era ancora in circolo nel suo sangue come un serpente che gli strisciava sotto la pelle, lo sentiva muoversi sempre più in profondità.
Mi passò la lingua sulle labbra, inumidendole.
Joker era in ritardo, avrebbe dovuto portagli da bere, ma era passato del tempo interminabile e, dalla finestra, che entrava la luce del sole ormai questa era sparita lasciando quasi spazio al buio della notte.
Sentì la porta aprirsi, udì chiaramente dei passi, i suoi passi. Li avrebbe riconosciuti anche a distanza; ormai quel rumore era bene impresso nella sua testa.

"Bene, eccomi qui."
Che peccato.

Aveva tra le dita una bottiglia d'acqua. Si avvicinò a lui, Batman a quel punto alzò stancamente il viso. Aspettò che l'altro tolse il tappo bianco per aprire la bocca e farsi versare il liquido fresco nella bocca. Questo non solo gli scivolò lungo la gola, ma piccole gocce cristalline gli scorsero anche fuori agli angoli della bocca. Subito si riprese.
Bevve quasi tutta la bottiglia d'acqua, fino a quando non ne potette più. L'altro se ne accorse e la andò ad appoggiare sul tavolo alla sua destra. Quello sulla quale si era seduta Harley.

"Come sta il mio bel pipistrello?"
Sussurrò il verde, avvicinandosi nuovamente a lui e accarezzando il suo viso per togliere l'acqua colata fuori.

Lui stette in silenzio, poi parlò:" Joker. Questa situazione è diventata strana e ambigua."
Sussurrò stanco, aveva i polsi che gli facevano male a causa delle corde ed era anche sicuro che dei solchi si fossero creati sulla sua pelle andandola a macchiare.

"Shh, Batsy. Ora ti farò stare bene."
Mormorò l'altro che, in breve tempo, scivolò in mezzo alle gambe dell'eroe e gliele spalancò.
Gli abbassò i pantaloni della tuta e guardò poi il suo membro, mordendosi le labbra.

"Joker..."

L'altro non parlò.
Afferrò l'organo con le mani il quale, nonostante stesse combattendo con tutto se stesso per non eccitarsi, finì per drizzarsi.
Joker ci sapeva proprio fare con le dita.
Dei movimenti convulsi iniziarono a fargli muovere le mani, ma queste erano strette intorno alla sedia con le corde.
Fece un sospiro di piacere e buttò la testa all'indietro quando l'altro inglobò tutto il membro.
Lo sentiva succhiare e leccare così forte che l'eccitazione crebbe dentro di lui. Degli ansiti uscirono dalle sue labbra e andarono a imprimersi nelle pareti, riempendo la stanza dei suoni che non solo la sua bocca provocava ma anche quella di Joker, il quale continuava nel suo lavoro.
Non ci mise molto a venire, colto da un orgasmo in pieno.

L'altro ingoiò tutto, sistemò i suoi pantaloni e con un sorriso soddisfatto si leccò le labbra.
Il cuore dell'eroe gli batteva all'impazzata nel petto. Lo sguardo vagava lungo la figura davanti a se.

"Sei stato bravo."
Sussurrò, accarezzando il suo viso.

"Harley..."
Disse il corvino tra un ansito e un altro.

"Cos'ha fatto ?"

"È venuta qui. Ieri. Non era a conoscenza di questa cosa."

NERO LUSSURIA (Batjokes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora