2 || Brutte verità

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18 Luglio 2018, Poggio di Ancona, 22:55

Paola e Lorenzo stavano tornando da una cena a casa dei genitori e amici, dove erano stati tartassati di domande sul bambino, ovviamente. Stavano tornando in macchina, stava guidando lei. Non stavano andando veloce ma la sua stanchezza rendeva la sua vista non troppo ottima.

"Hai pensato a un nome?" Chiese lei. "Ce lo hanno chiesto tutti e io onestamente non sapevo che rispondere.". "Ohhh, Paola che stress. No non ci ho pensato, avrei dovuto? Abbiamo ancora tempo, non mettermi già ansia." Disse Lorenzo già alterato dalla serata. "Scusa eh, non c'è bisogno di essere aggressivi, vorrei ricordarti che questo bambino è anche tuo, magari pensare a come chiamarlo da qui al resto della sua vita potrebbe essere anche un tuo, sai."

Quelle parole riecheggiavano nella sua testa. "L'idea di tenerlo è stata tua, se quel coso non fosse stato bucato non saremmo in questa situazione."


"Questa situazione? Parli come se fossimo in banca rotta, pieni di debiti e in fin di vita. Invece sta per accadere una delle cose più belle della nostra vita." Disse lei, distogliendo lo sguardo dalla strada per guardarlo negli occhi. La stanchezza e il rancore avevano eliminato tutti i filtri che lo aveva bloccato per tutto quel tempo. "Magari solo della tua. Hai mai considerato qualcuno oltre a te stessa da quando sei incinta?". Disse lui.

"Cosa vorresti dire scusa?" Disse lei. Lui stava per rispondere quando ad un certo punto entrambi sentirono un forte rumore, tante luci e poi buio e silenzio.

19 Luglio, Ospedale G. Gallesi di Ancona, 14:25

Paola si svegliò, la prima cosa che sentì fu un immenso dolore al ventre. La prima cosa che le venne in mente fu il bambino. Si toccò la pancia, ma invece di sentire il solito pancione sentì il suo stomaco piatto, come se non fosse mai stata incinta. "Il mio bambino....dov'è il mio bambino?" Disse lei in preda al panico, continuando a strusciare la mano che venne fermata da quella di Lorenzo seduto vicino a lei, con la faccia piena di garze e di feriti.

Lei lo guardò e lui scosse la testa e le ci volle poco per capire...Un sacco di pensieri le entrarono in testa in quel momento, molte emozioni si mischiarono: senso di colpa, disperazione, rancore, rimorso.

"Non fa niente amore...vedrai che troveremo un modo per essere felici, vedrai." Paola lo guardò dritto negli occhi e si girò dall'altra parte.

Un dottore toccò Lorenzo sulla spalla. "Signor Cantini, posso Parlare?" I due uscirono nel corridoio.

"Per sciogliere la prognosi ci vorranno circa 12 ore...però devo avvisarla, abbiamo dovuto recidere una parte del collo dell'utero, sua moglie avrà difficoltà ad avere figli, le mestruazioni avverranno interne all'utero ma comunque potrete riprovare...Sono mortificato, forse è meglio comunicarlo più avanti a sua moglie, magari con l'aiuto di uno psicologo."

Lorenzo si fermò a riflettere sulle parole del dottore, poi tornò da Paola, che non aveva sentito nulla.

"Paola, hey, svegliati, il dottore mi ha detto notizie." Paola girò la testa. "Senti, non è facile da dire, ma purtroppo ti hanno dovuto asportare l'utero..." Disse lui. Questo fatto poteva essere usato a suo vantaggio dopo tutto. Era triste per quello che era successo, ma magari il destino era quello e andava semplicemente ascoltato.

Paola lo guardò, quelle parole la colpirono come un masso, i sensi di colpa la trafissero, che cosa aveva fatto?

DI lì iniziò uno dei periodi più bui della sua vita, che la portarono quasi a un punto di non ritorno.

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