2 Gennaio 2019, IPM di Napoli, 20:30Paola era in un taxi, pensierosa e spaesata, si stava dirigendo al suo nuovo posto di lavoro, l'IPM di Napoli. Era un incarico insolito, non si sapeva neanche spiegare il motivo di quell'offerta ma pur di allontanarsi da Ancona le sarebbe andato bene di tutto.
Non aveva esperienza in quel campo, essendo un PM (Nella serie non hanno mai detto cosa facesse prima Paola, quindi....) potevi chiederle di tutto su leggi, procedure o normative, ma su come riportare dei giovani ragazzi quasi in mano alla criminalità sulla retta via...era un po' spaesata.
Prima di venire lì aveva passato le ultime settimane rinchiusa in casa a ripassare i libri e le guide sulla giustizia minorile, guardare interviste di "colleghi" e informarsi il meglio possibile, ma aveva le idee ancora estremamente confuse. Il suo studio probabilmente le aveva confuso ancora più le idee, contando tutte le distrazioni che aveva avuto... Era stata dimessa da ormai 6 mesi e aveva appena finito di usare le stampelle per camminare, sostituite da un bastone che usava per la gamba sinistra che ormai era metallo. Aveva traslocato in una casetta in riva al mare, lontano (relativamente) dal passato e da Lorenzo.
Lorenzo...l'uomo che amava ma che non riusciva a guardare in faccia, si sentiva terribilmente in colpa nei suoi confronti e in quelli del suo bambino. In una notte aveva perso le 2 persone che più amava al mondo, per colpa sua. Nonostante si ripetesse tutti i giorni che andava tutto bene e che ce la poteva fare, nel profondo si era creato un forte dispiacere che si era col tempo tramutato in amarezza, che tutti tra amici, parenti e colleghi avevano notato.
Paola entrò nel suo ufficio, buio e con solo una lampada accesa, quella della scrivania. Quest'ultima illuminava un faldone poggiato sulla scrivania. Paola si avvicinò per dare un occhiata, poggiò le sue cose su una delle sedie davanti a se e poi sei sedette sulla sua, sfogliando i fascicoli racchiusi nel faldone. Erano i fascicoli dei detenuti, li lesse tutti molto attentamente, voleva capire chi aveva davanti e con cui avrebbe lavorato per un bel po'.
Più leggeva più capiva che non avrebbe avuto vita facile, quei ragazzi erano lì per cose molto gravi:rapina, spaccio, omicidio. Cose che da dei ragazzini di 14-17 anni non ti aspetteresti mai.. la preoccupazione cominciò a farsi strada nella mente di Paola, forse accettare quel salto nel buio non era stata una delle sue idee più geniali, ma ormai non poteva tornare indietro.
Paola stava ragionando sul suo futuro quando un uomo alto, robusto e anche molto carino si avvicinò alla porta e bussò delicatamente.
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"Avanti" Disse Paola sorridendo, l'uomo ricambiò mentre si faceva strada nella grande stanza. "Direttore, piacere, il comandante Massimo Esposito. Benvenuta a Napoli.". Disse lui sorridente e porgendole la mano. Paola ricambiò contenta dell'accoglienza. "Paola Vinci e...grazie." Massimo si sedette di fronte e a lei. Parlarono dell'IPM, della città e dei detenuti. Massimo poteva percepire l'insicurezza nella bella donna che aveva davanti, mascherata abbastanza bene da risposte ben formulate e pre-preparate alle sue domande.
Non sapeva niente su di lei, sono che veniva dal Nord e che non lavorava nel settore dei carceri, ma aveva già visto in lei un qualcosa, che la rendeva diversa delle altre direttrici, da tutti gli altri in torno a se. Massimo la guardò da cima a fondo prima di uscire, era sposato ma nonostante il defunto rapporto con la moglie non poteva fare pensieri sulla nuova direttrice, che era assai bella ai suoi occhi.
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Il comandante era appena uscito, non poteva nascondere di aver pensato che fosse un gran bell'uomo, sembrava anche avere un bel caratterino da quanto emerso dal loro dialogo, ma nulla di ingestibile, insomma, il comandante era un bel tiro.
Aveva notato che un po' i suoi sguardi erano assecondati e ricambiati dell'uomo davanti a se, che aveva anche beccato a guardare più in giù della faccia. Non si era alzata in piedi o tanto meno camminato, quindi lui non aveva notato il bastone o la gamba un po' trasandata da una piccola fasciatura e Paola sperava che non gli facesse cambiare la sua opinione si di lei, solo per quello.
L'essere claudicante era un problema per lei, una forte insicurezza di cui aveva paura. Poi sapeva già che i ragazzi la avrebbero presa di mira solo per quello, e non avrebbe reso il suo compito facile, per niente.
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Mare Fuori || Comandante e direttrice || E se invece...?
FanfictionE se i fatti fossero andati diversamente? E se Paola in realtà non sapesse qualcosa su se stessa perchè qualcuno di vicino a lei le aveva mentito?