Capitolo secondo

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POV di Maria, un giorno prima dell'assalto alla barca.
Apro gli occhi. Sento uno strano dolore alla guancia destra.
Alzo la testa, una matita cade sul tavolo davanti a me, rimbalza sul foglio escarabocchiato e rotola a terra.
Mi toco la guancia. È solcata dal segno della matita. Sbuffo, mi sono addormentata estudiando il piano. Lancio un'occhiata alla mia destra. Anche Luke si è addormentato sul tavolo. Dorme come un bambino. Gli passo una mano tra i capelli.
Il ragazzo socchiude gli occhi.
Mugugna qualcosa che suona come un buongiorno.
- "buongiorno, chico." rispondo, facendo per alzarmi.
Luke allunga la mano e mi afferra il polso. Alza la testa e mi tira verso di sé, mettendomi a sedere su di lui.
- "non mi dai neanche un bacio per festeggiare?"
Alzo le sopracciglia. Luke alza la mano e sventola davanti al mio naso un foglio che non gli ho nemmeno visto prendere.
- "ho un piano."
Sorrido, ma non lo bacio.
- "sei stato bravo."
Luke mi passa una mano tra i capelli. Mi mordo il labbro.
- "Luke..." distolgo lo sguardo. "io estavo pensando... dobbiamo proprio andare?"
- "in che senso?"
- "dopo todo quello che abbiamo fatto per farti escappare... dopo todo quello che ho fatto io..."
- "che stai dicendo?"
Mi alzo.
- "non podemos semplicemente lasciare Caleb dove esta? O... lasciare che Ester e i suoi amigos vadano-"
- "Ester è la migliore amica, e per quanto Caleb mi stia antipatico è importante per lei, e se è importante per lei è importante per me-"
- "lo sé!" sbotto, più forte di quanto volessi. "lo so." ripeto, più piano. Stringo le labbra. "dios, Luke, speravo solo che tu scegliessi de salvare la tua vita, anziché la sua, por una vez!"
Luke si alza a sua volta.
- "attenta, Maria. Se mi stai chiedendo di scegliere tra te ed Ester, non andrà a finire bene."
Faccio un passo indietro.
- "sarà meglio andare a chiamare los otros, allora."
Esco dalla porta senza voltarmi.

POV di Felisha
Do uno strattone alla poltrona, sperando per l'ennesima volta che finisca con lo stracciarsi e lasciarmi libera.
Le corde che hanno usato per legarmi i polsi, le caviglie e il busto alla poltrona mi hanno lasciato dei segni rossi sulla pelle per quanto violentemente ho cercato di liberarmene.
Wren non sta facendo attenzione a me, finalmente. È troppo occupato ad incazzarsi con un soldato che gli sta facendo rapporto.
- "come sarebbe a dire niente?" sbotta Wren. Chiude un attimo gli occhi per ricomporsi "Vorresti forse dirmi, Caspar, che la fuggitiva Ester barbossa, è riuscita, con l'aiuto di una disertrice con il piede mutilato e un agente ferito, a scappare e a nascondersi da cinque pattuglie armate diverse, guidate da te?"
Posso quasi vedere le gocce di sudore scendere sulla frinte di Caspar mentre deglutisce.
- "beh...si- c'è no...più o meno, messa sotto questa luce sembra di sì, ma-"
Wren posa una mano sulla spalla di Caspar con fare amichevole, ma non ci vuole molto ad indovinare che in realtà gliela sta stritolando fino a incrinargli le ossa.
- " mio caro Caspar, capirai che questo è un bel problema..." mormora Wren. "se tu pecchi di incompetenza io mi ritrovo costretto a prendere dei provvedimenti... mi capisci, non è vero Caspar?"
Il soldato annuisce con tanta convinzione che per un attimo temo che gli si possa sganciare la testa dal corpo.
Wren sorride e prende Caspar sotto braccio, conducendolo alla porta della stanza.
- " mi ritrovo costretto quindi, a dimetterti dall'incarico.
Caspar frena di colpo, voltandosi implorante verso Wren.
- "no! no ti prego, non puoi! Sai cosa mi faranno se mi rimandi a casa, Wren, ti prego."
Mi aspetto quasi che Caspar si butti in ginocchio e baci le scarpe di Wren, ma tanto lui non gliena lascia la possibilità: lo affferra per la gola e lo solleva da terra con una forza che non avrei mai attribuito al suo fisico snello. "vattene Caspar, o ti ammazzo con le mie mani prima che Aghimor possa avere il piacere di torturarti." Lo spinge fuori dall porta e gliela sbatte in faccia. Resta fermo davanti alla porta chiusa per qualche secondo. Poi si volta e afferra un vaso posato sul tavolo di legno. Lo lancia contro la parete con un grido di frustrazione.
Il vaso va in mille pezzi. Faccio una risata.
- "proprio una bella scenegguata." sussurro. "fai così con tutti quelli che ti innervosiscono?" chiedo.
Wren mi guarda come se volesse tirarmi contro un altro vaso, ma poi sorride.
- "farei meno la spiritosa, se fossi in te, principessa." cammina verso di me e si inginocchia al mio fianco. "perché vedi, tu sei legata ad una poltrona, mentre io sono libero e armato."
- "come se fossi autorizzato ad uccidermi." lo schernisco.
- "ucciderti forse no." si sfila un coltello dalla cintura e lo posa a pochi centimetri dal mio piede, dove posso vederlo, ma non raggiungerlo. "ma sono un ragazzo creativo."
Gli sputo sulla guancia.
Wren se l'asciuga con una risata.
- "è bello averti a casa, Fehl." si alza e cammina verso la porta. "proprio bello."

All the lines she crosses 3- so we downfall to heavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora