capitolo settimo

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POV di Wren
- "non troverai alcun modo di liberarti, Felisha, adesso smettila di divincolarti, per l'amor di dio!" esclamo.
- "sei un malato." sbraita lei.
Nonostante io l'abbia messa al corrente del fatto che per lei sia impossibile liberarsi, Felisha continua a divincolarsi, tentando di rompere in qualche modo le cinghie che le tengono fronte, spalle e gambe asicurare al lettino ospedaliero.
- "non sono malato, sono sanissimo, e dovresti davvero smetterla di dimenarti in quel modo...non che mi dispiaccia guardarti, s'intende."
Felisha sbuffa, smette finalmente di ribbellarsi.
- "dimmi solo cosa vuoi, Wren."
- "una telefonata, una soltanto."
- "a chi vuoi che telefoni?"
Cammino in tondo con le mani dietro la schiena per la stanza bianco latte fino a tornare vicino al letto.
- "tuo fratello Matthew."
Felisha scoppia a ridere.
- "non sei malato allora, sei solo stupido. Non hanno telefoni sulla barca, sarebbe un modo troppo semplice per rintracciare gli agenti. Chiamano solo quando scendono a terra, cosa che possono fare solo gli agenti promossi, ovvero non un bambino di undici anni."
Poso le mani ai lati della branda, sui cilindri di metallo. Lascio scorrere lo sguardo su fehl.
- "tuo fratello è..." mi lecco le labbra. "interessante."
- "che vuoi dire?"
- "l'amato Danny non ti ha lasciato avere un rapporto di nessun tipo con lui... forse perché hai tentato di ucciderlo-"
- "non è vero!" scatta fehl.
-" va bene, non è vero, hai soltanto cercato di rapirlo e consegnarlo ad un agenzia criminale che gli avrebbe fritto il cervello o l'avrebbe ucciso, poco importa."
- "vai all'inferno, Wren."
Le accarezzo la guancia con un dito.
- "oh, Fehl." Fehl cerca di spostare di scatto la testa ma ha hna cinghia che la immobilizza alla branda. "ci siamo già."
- "non serve ricordarmi il vostro motto diabolico, lucifero."
Ritiro la mano.
- "il punto è che tuo fratello è stato abbastanza inteligente da trovare chi nella barca aveva qualche sospetto contro il sistema e questo vuol dire non solo che ha un telefono funzionante che potremo tracciare, ma che anche se il tracciamento non dovesse funzionare ha tanti soldatini pronti a fare la spia per conto del bene superiore." Sorrido divertito. "scemenze."
- "lo sai, Wren, certe persone pensano davvero che esista un qualche cosa di buono nel mondo."
- " tu fai parte di queste persone?"
- "poco importa, non si può nemmeno parlare di bene con te in giro. È come l'acqua con l'olio."
- "un gran peccato, principessa, perché sei bloccata con me. O ti sei persa la parte in cui nonnina ti ha venduta?"
Felisha digrigna i denti.
- "le cose si vendono. Non le persone."
- "già... vallo a dire a tuo fratello. Lo hai venduto per tua madre."
Felisha caccia un urlo e finalmente la cinghia che le bloccava le braccia cede.
merda.
Si libera delle altre rapidamente e mi salta addosso.
Sbatto la schiena a terra, stringo gli occhi per il dolore, ma quando li riapro Fehl ha le mani strette intorno al mio collo.
Faccio notevoli sforzi per liberarmi ma finalmente ci riesco, corro verso il letto e premo un bottone rosso infisso alla parete.
- "almeno combatti, bastardo." Il pugno di Felisha si abbatte sulla mia guancia, barcollo. Non mi sono ancora ripreso dallo scontro con Aghimor. Le blocco il braccio, ma Felisha comincia a bersagliarmi di calci, purtroppo, è un'ottima combattente. Mi ritrovo  di nuovo a terra.
Felisha si siede a cavalcioni su di me e comincia a riempirmi la faccia di pugni. La porta finalmente si spalanca ed entrano un drappello di soldati che la sollevano a da me.
Sputo sangue a terra e mi alzo. Sento dolore ovunque.
Due soldati tengono felisha per le braccia, sta praticamente ringhiando.
- "è sempre un piacere farsi maltrattare da te, principessa."
Recupero il telefono posato sul comodino della branda. Grazie a dio non è caduto.
- "è ora di fare la tua telefonata."
- "te la puoi scordare."
- "in questo caso parlerò io."
Digito il numero e avvio la chiamata.
Felisha inizia subito ad urlare.
- "MATTHEW NON CREDERGLI, MATT-"
Faccio un cenno della testa a uno dei sodati, che le copre la bocca con la mano e le tappa il naso.
Finalmente lo squillo del telefono è
sostituito dalla voce di un ragazzino.
- "Pal?"
- "Wren." rispondo. Un attimo di silenzio. "sono il cugino di Pal, agente 33321, ricordi? non riattaccare, Matthew!" mi impegno ad assumere un tono concitato e spaventato. "Avevi mandato Pal sulle tracce di felisha. Ma i diamanti l'hanno presa. I-io sono riuscito ad infiltrarmi ma. Ho trovato tua sorella, Matthew."
- "come fai ad essere vivo?" chiede Matt all'altro capo del telefono.
- "ho preso il posto di un diamante... sono un infiltrato, ma non so quanto a lungo potrò resistere."
- "ci sono telecamere intorno a te?"
- "no, sono all'aperto e ho in tasca un dispositivo di disturbo sonoro. Nesuno saprà della telefonata."
- "come faccio a sapere che non menti? Che sei con mia sorella come dici?"
Aspetto qualche secondo, immaginando di star rientrando nella base dei diamanti.
- "ricordi la sua voce, Matt?"
- "sì. Abbastanza da riconoscerla."
- "mi dispiace."
Allontano il telefono dall'orecchio e metto il vivavoce, mentre uno dei soldati lascia la bocca di Fehl e le traccia una linea sul braccio con un coltello.
L'urlo di Felisha perfora l'aria e raggiunge l'altoparlante.
Accosto nuovamente il telefono all'orecchio con un sorriso. Felisha ansima, alza la testa e mi scocca un occhiata omicida.
- "dove ti trovi?" mormora Matt.
- "sulla costa di Miami."
- "una settimana, Miami beach, sotto lo sguardo di tutti non desteremo sospetti. Fatti trovare con lei, ce la puoi fare Wren?"
- "sì, capo."
Abbasso il telefono.
A quanto pare tracciare un telefono criptato non sarà necessario.
I soldati lasciano andare Felisha che mi si scaglia subito contro.
- "mostro!"
Le blocco i polsi.
- "portatela in camera mia."
I soldati la afferrano per le braccia e la trascinano via.
Ce l'ho fatta.




POV di Ester
è pazzo.
è completamente sciroccato, uscito di senno, fuori di testa, maniaco, pazzoide, se pensa di potermi trattenere ancora.
Sono affogata, ho perso la memoria e una gamba per scappare da qui. Non ho la minima intenzione di mandare tutto a puttane.
Lui più di tutti dovrebbe aiutarmi. Penso, mentre Hannes si allontana dalla mia cella fino a sparire dalla mi visuale. È stato sicuramente lui a pianificare il mio attentato. Sembrava fin troppo triste che non fossi morta. Il punto è come? e perché?
Mi massaggio la gola. Mi resterà ancora il segno.
- "Ester?" è a malapena un sussurro, ma arriva alle mie orecchie come un urlo. Viene dalla cella accanto alla mia, mi lancio contro il muro sudicio e vi premo la guancia.
- "caleb?"
Sento ridacchiare.
- "non ci posso credere."
Mi scappa un singhiozzo di sollievo.
- "sei tornata qui per me, novellina?" mormora Caleb. Ma ha la voce bassa, non mi piace.
- "sarei andata molto più lontano." mormoro.
- "ma non avresti dovuto."
- "non puoi dirmi cosa devo fare, ricordi?" Mi avvcino alle sbarre e sporgo una mano fuori, verso la cella di caleb.
- "sarei rimasto deluso dal contrario." mormora lui.
Sporgo il braccio tanto da farmi male.
- "prendimi la mano, idiota." Riesco a sfiorare la sbarre della sua cella con le dita.
- "ti farai male così-"
- "caleb, dammi quella cazzo di mano."
Finalmente sento le dita di caleb richiudersi sulle mie. Mi scappa una risata sollevata. Sono calde e rassicuranti e stranamente storte?
- "caleb, cosa ti è successo alla mano?"
- "novellina-"
- "non ti avranno per caso rotto le dita?"
- "Ester-"
Non lo ascolto, ritraggo la mano e mi guardo intorno.
- "Ester, che stai facendo?"
- "prendo in mano la situazione." Non ci sono telecamere nella cella. Ma nei corridoi sì. Individuo uno spuntone arrugginito su una delle sbarre, sporgo fuori la mano e allineo il polso con la sporgenza affilata.
- "ester, no!"
speriamo che non mi sia scaduta l'antitetanica.
Abbasso brutalmente il braccio, strusciando con forza l'interno del polso contro lo spuntone. Il sangue zampilla fuori.
vieni a orendermi, papà?

All the lines she crosses 3- so we downfall to heavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora