POV di Liam
quando stringo una mano sul parapetto e sento il rumore di circa dieci sicure che scattano non posso fare altro che pregare che il piano di Ester funzioni.
Mi isso sopra il ponte della nave con estrema difficoltà e trascino con me Marti.
Cerco di tirarla sul ponte nel modo più delicato possibile.
Tiro su anche Luke.
Tendo la mano per Maria...
Solo che maria non c'è.
Lancio uno sguardo allarmato a Luke che scuote la testa.
I tre soldati che avevo chiamato per tendere l'imboscata saltano sul ponte. Mi volto verso il drappello di soldati della barca che ci puntano dei fucili contro.
Accanto a loro c'è un uomo di mezz'etá che ci vede e sgrana gli occhi.
- "Liam Freddis, identifica i tuoi compagni e le tue motivazioni o muori in mare." declama un soldato.
- "porto dei prigionieri, disertori della barca." dichiaro. Afferro il braccio di Marti. "Natasha Petroska. Era sulla barca sotto il nome di Marti. Ma in verità era-
- "un dimante." interviene Luke.
Gli lancio un occhiata confusa, mentre vedo Margaret inorridire.
- "Luke Kallagham?" mormora il soldato. "ti credevamo disperso..."
- "Lo ero." risponde Luke. "abbiamo subito un imboscata e non eravamo stati preparati per quello che era la missione realmente." Si avvicina a Marti. "ma sono scappato dalla prigione dei diamanti ed ho seguito questa graziosa ragazza, fino a Savannah, laddove ho incontrato Liam che ha avuto la mia stessa idea di prenderla e consegnarla alla barca."
Lo guardo sconcertato, senza capire.
che sta dicendo? Se la accusano di alto tradimento potrebbero farle di tutto.
L'uomo in piedi vicino ai soldati cammina a grandi passi verso Luke, da uno spintone incurante a Marti, che cade a terra con un grido, e abbraccia Luke.
- "figlio mio." mormora. "figlio mio."
Io mi precipito al fianco di Marti, che si stringe le gambe al petto guardando con occhi spalancati il suo piede ferito. Faccio per buttarmi in ginocchio accanto a lei ma la voce del soldato mi ferma.
- "agente, lasciala soffrire. Non si aiutano i traditori."
E io resto dove sono.POV di Ester
La prospettiva di schiacciare la gola di Hannes adesso è fin troppo allettante, purtroppo non ho neanche il tempo di sfiorare l'idea, perché qualcuno mi interrompe.
- "Ester."
Stringo i denti. Alzo la testa, sorrido.
Un uomo alto circa due metri è appena sceso sul ponte.
Ha gli occhiali da sole posati sul naso e le mani ficcate in tasca.
Mi viene quasi da ridere.
- "ciao, papà."
Lui mi sorride di rimando.
- "sapevo che non eri morta."
Stringo le labbra.
Come se ti importasse.
- "ora però devo chiederti di togliere lo stivale dal collo di Hannes, prima che gli schiacci la trachea."
- "altrimenti?" chiedo, incrociando le braccia.
Praticamente non vedo nemmeno mio padre avvicinarsi, so solo che un momento prima mi stava guardando, e quello dopo mi stava mandando gambe all'aria con un calcio.
Sbatto la schiena contro il ponte.
Stringo i denti.
- "non sono qui per questo." dico a denti stretti. "sono qui per Caleb. Lascia che lo porti via e nessuno si farà male."
- "lo so."
Alzo la testa, mio padre sta guardando da tutt'altra parte, sul ponte frontale della barca.
- "lo sai?" domando.
Mio padre sospira.
- "Ester, perché credi che io abbia fatto rapire uno dei miei agenti migliori?"
- "non so, io-"
- "per riportarlo qui, in parte, sì. Ma specialmente per attirare te."
- "quindi non... non è un disertore?" chiedo speranzosa.
- "questo lo deciderà il consiglio."
Mio padre da un calcetto ad Hannes, rimasto fin ora sdraiato a terra, che si alza di colpo.
- "non preoccuparti, bambina, potrai vedere subito Caleb, chiederò ad Hannes di metterti nella cella accanto alla sua."
Scatto in piedi a mia volta, pronta a difendermi, Hannes mi afferra per la collottola e cerca di trascinarmi sotto coperta, mi libero dalla sua presa quasi immediatamente gli punto contro una pistola, ma non vedo la mano di mio padre abbassarsi su di me e abbattersi sul mio viso.
La mia guancia sbatte a terra, la pistola schizza sul ponte, fuori dalla mia portata.
- "ci vediamo nel mio studio domani mattina, Ester. Non deludermi."
Non deludermiPOV di Wren
L'impatto è talmente forte da farmi crollare a terra. La mia testa cozza contro il pavimento e vedo tutto nero per un istante, cerco di muovere il braccio prima che gli venga in mente di calpestarlo ma non faccio in tempo.
Alzo lo sguardo su colui che mi ha appena tirato contro una sedia. Il piede premuto sul mio braccio ferito, la pelle scura coperta di tagli, Aghimor mi scruta, impassibile.
- "va bene, devo trovare Ester Barbossa, ho afferrato il concetto." mormoro, stringendo gli occhi. "puoi anche lasciarmi andare, adesso."
- "oh, sei sicuro di averlo compreso a pieno? perché continuo a farmi mettere nei guai da voi! Vedi, io non ho un braccio a causa della tua compagna insubordinata! Eviterei di farmi strappare anche la testa per causa tua!"
- "quindi vuoi uccidere Margaret per averti fatto saltare in aria il braccio?" chiedo.
Aghimor mi lascia andare il braccio.
- "no, non ho intenzione di ucciderla. Blake è la mia migliore allieva, sa esattamente quello che fa." si fa sfuggire una risata rantolante. "l'Agenzia non vuole vederlo, ma io sono sicuro che lei ha un piano. Siamo la sua famiglia, dopo tutto."
Mi metto faticosamente in piedi.
- "sai mi domando perché cerchi così ossessivamente di proteggere la famiglia che hai creato con Marti..." mi spolvero la camicia con noncuranza. "se la tua vera famiglia è proprio qui fuori che ti aspetta."
Aghimor fa un passo verso di me e mi punta un dito contro.
- "attento, bambino. Vedi di tenere il naso nei tuoi affari, o sarà peggio per te."
Alzo le mani in segno di resa. Aghimor fa un passo indietro.
- "E vedi di trovare la ragazza." si incammina verso la porta. "o mi occuperò io di te e di Felisha." Scoppia a ridere. "prova ad interrogare lei, era amica di Elena, magari sa qualcosa." Si volta verso di me per lanciarmi uno sguardo beffardo. "mi raccomando, usa tutti i mezzi a tua disposizione." Scoppia nuovamente a ridere e sparisce dalla porta.
Tutti i mezzi a mia disposizione. Vuol dire torturare Felisha... o essere torturato.
La scelta è semplice
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All the lines she crosses 3- so we downfall to heaven
Romance"Cosa fa la differenza tra inferno e paradiso? Sono entrambi posti sconosciuti, sono entrambi eterni, e nessuno dei due esiste." Ester Barbossa aveva giurato di non tornare mai più sulla barca di suo padre, James Bond. Ma quando Caleb viene rapito E...