"Non mi hanno mai tradito le mie sensazioni,mi sono tradito da solo
non ascoltandole"
Abraham
Mi alzai con riluttanza dal divano e mi avvicinai alla porta. Con una mano alzai la maglietta che indossavo distrattamente, cercando di sistemarla. Chi poteva essere a quest’ora?
Quando aprii la porta, il sorriso che avevo forzato sparì immediatamente. Davanti a me c'era un uomo sulla cinquantina, dall'aria fredda e severa, con accanto un'altra figura che sembrava quasi troppo familiare. Non indossava una divisa, ma qualcosa nella sua postura e nello sguardo suggeriva autorità.
"Signor Yassine?" chiese l’uomo con voce gelida.
Mi irrigidii. "Sì, sono io. Cosa vuole?"
L’uomo ignorò la mia domanda, guardandosi attorno per un momento, come se stesse cercando qualcuno. "Ivory Lopez è qui?"
Quelle parole mi fecero gelare il sangue. Chi era quest’uomo? E cosa voleva da lei?
"No," risposi automaticamente, mantenendo la porta socchiusa. "Non conosco nessuno con quel nome."
Lui sollevò un sopracciglio, un mezzo sorriso sarcastico sulle labbra. "Non mentire, ragazzo. Sappiamo che è qui."
Dietro di me, sentii dei passi leggeri. Ivory, ignara, si era avvicinata alla porta. Appena il suo sguardo incrociò quello dell'uomo, sbiancò. Fece un passo indietro istintivamente, ma ormai era troppo tardi.
"Tu devi essere Ivory," disse l'uomo con un tono che non lasciava spazio a dubbi.
Lei non rispose, ma il terrore nei suoi occhi era evidente. Mi girai di scatto, mettendomi tra loro.
"Non so chi diavolo sia lei," dissi, la mia voce più dura di quanto mi aspettassi. "Ma se non se ne va immediatamente, chiamo la polizia."
L’uomo rise, una risata fredda e priva di umorismo. "Io sono la polizia, ragazzo. E ho delle domande a cui quella ragazza deve rispondere."
Merda.
Sentii Ivory trattenere il respiro dietro di me.
Chiusi la porta dietro di noi, il suono dello scatto della serratura sembrò più forte del normale nel silenzio che era calato. Mi voltai verso Ivory, che stava ferma al centro del corridoio, le mani strette sui gomiti come per proteggersi da un freddo che non c’era.
"Ivory, chi era quell’uomo? Lo conosci?" chiesi, cercando di mantenere la voce calma.
Lei scosse la testa, ma non potevo non notare come evitava il mio sguardo. "No... o almeno credo di no."
Non mi convinceva. Il modo in cui aveva tremato, il panico nei suoi occhi... era evidente che quell’uomo aveva toccato un nervo scoperto.
"Ivory," insistetti, avvicinandomi con cautela. "Se c'è qualcosa che non mi stai dicendo, è importante che io lo sappia. Sei al sicuro qui, ok? Ma devo capire cosa sta succedendo."
Le sue mani iniziarono a tremare visibilmente. "Non lo so, Abraham. Forse mi sto confondendo, ma... quegli occhi..." fece una pausa, mordendosi il labbro. "Mi sembravano familiari. Mi ricordavano qualcuno che... che mi ha fatto del male."
Sentii un nodo stringersi nello stomaco. Non volevo metterle fretta, ma non potevo nemmeno ignorare quello che aveva appena detto.
"E se fosse davvero qualcuno che conosci? Qualcuno che non dovrebbe essere qui?" chiesi con tono cauto.

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Live What You Love
RomanceCosa si prova quando per la millesima volta si è costretti a trasferirsi in una nuova città? Partire da zero senza alcuna certezza. Ivory ormai è abituata. Quando la madre l'ha abbandonata, ha dovuto traslocare più e più volte per suguire suo padre...