Your lips on my lips

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Justin's pov

Era il giorno del concerto ed ero agitatissimo, quella mattina mi svegliai prestissimo e mi misi ad ascoltare la musica. Mi calmava, non mi faceva pensare a nulla, ma poi una canzone di Ed mi fece tornare alla mente la rosa, Selena e i commenti che lei faceva a scuola su questo "regalo anonimo". La cosa mi metteva gioia e anche paura, insomma aveva apprezzato moltissimo quel regalo e ogni volta che ne parlava le se illuminava il viso con un sorriso, ma non sapeva chi era stato a mandarglielo. Mi toccai la fronte come per bloccare i pensieri e feci un respiro profondo ripetendomi, fra me e me, di stare calmo.
Tolsi le cuffie dalle orecchie e mi diressi in cucina, mia madre ancora dormiva, presi un pentolino e riscaldai dell'acqua per farmi un thè caldo. Mentre aspettavo che si formassero le bollicine nel piccolo pentolino chiamò Ryan.
"Ciao Ryan" risposi strofinandomi l'occhio con una mano;
"Scusa l'orario, ti ho svegliato?" chiese quasi dispiaciuto;
"No, no. Dimmi pure." dissi poggiandomi al lavandino ancora un po' stordito dal sonno;
"Oggi, alle quattro, dobbiamo vederci tutti a casa di Kylie e Kendall. Dopo di che andiamo tutti insieme." mi avvisò;
"Perfetto. Senti, sai se Selena viene con qualcun'altro o è già dalle Jenner?" chiesi alzando leggermente il tono della mia voce;
"No. Non lo so. Ora devo andare, stammi bene, Bieber." dopo aver attaccato, misi la bustina del thè a sciogliere.
Non ero in me, ero stordito sia dal sonno sia dai miei pensieri petulanti. Non sapevo dove sbattere la testa, le mie illusioni più grandi stavano per sfracellarsi in tanti piccoli brandelli e il mio cuore anche. Pensai alla frase che le avevo scritto sulla rosa "L'amore può far male, l'amore può ferirti a volte, ma è l'unica cosa che ci fa sentire vivi" e al suo sorriso quando ne parlava, un po' mi tranquillizzai ma non avevo nessuna voglia di pensare positivo.

Mi buttai sul divano con la tazza di thè fra le mani e poi mi voltai verso la finestra. Era una bella giornata, la notte aveva piovuto, ma ciò rendeva l'atmosfera ancora più 'agghiacciante'. Le foglie degli alberi erano piene d'acqua, le goccioline che si trovavano sull'asfalto brillavano e le case di fronte la mia avevano l'intonaco bagnato e così i colori erano più vivaci. Sotto i raggi del sole tutto sembrava più bello. Sentii poi passare il camioncino dei gelati e cominciai, a mia volta, a canticchiare la canzoncina che lo accompagnava, nel mentre immaginavo i sorrisi dei bambini spensierati correre verso d'esso, i quali problemi e drammi erano solo l'imbarazzo della scelta fra ghiacciolo o cornetto al cioccolato. Questa piccola e banale riflessione mi fece tornare alla mente varie cose che da piccolo volevo, facevo, pensavo o dicevo... mi ricordai del fatto che volevo diventare grande, che volevo imparare a guidare, che volevo andare alle superiori come facevano i ragazzi grandi...riflettei su questi miei pensieri infantili e fra me e me mi dissi che da piccolo ero un coglione. Ritenevo che l'infanzia era la cosa più bella, perchè davvero non avevamo drammi o problemi gravi, da piccoli si è spensierati e si può fare ciò che si vuole, quando invece si diventa 'ragazzi grandi' cominciano a crescere anche i problemi e le paranoie ci si avvicinano sempre di più. Non si è più spensierati, ci facciamo mangiare dall'amore, ci facciamo distruggere dalle paure, ci facciamo disidratare dalle lacrime che escono fuori come fiumi...

Ero in bagno a sciacquarmi il viso quando mi arrivò un messaggio dalla persona che mi causava bene e male allo stesso tempo.
-"Mi serve un favore...potresti passare da me e portarmi da Kylie, alle quattro?"- lessi il messaggio e sorrisi, le goccioline d'acqua ancora erano lì a rigarmi le guance. Non ci pensai due volte e le risposi.
Quel suo messaggio mi aveva tirato un bel po' su di morale.
Sentii poi la porta della camera di mia madre aprirsi, allora mi diressi a salutarla.
"Buongiorno mamma" mi avvinghiai al suo braccio sorridendo;
"E' tardissimo Justin. E' l'una! Non hai fame? Perchè non mi hai svegliata?" cominciò tutto d'un fiato;
"Ssh. Stai tranquilla, mi sono fatto un thè e ho girovagato un po' per casa. Dovevo bruciare l'ansia e non ti ho svegliato perchè ieri ti ho sentita rientrare tardi, allora ho pensato di lasciarti dormire." risposi mettendole un braccio sulle spalle;
"Ohw, grazie tesoro." mi ringraziò poggiando la testa sulla mia spalla.
Andammo in cucina e preparammo qualcosa da mangiare, nel mentre parlammo di ciò che stava passando in quel periodo per via del lavoro e in fine arrivammo a parlare del concerto, di Selena e della scuola...

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