You.

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Selena's pov

Mi svegliai molto presto quella mattina. Era domenica e non era da me alzarmi da letto prima delle 10, mi lavai e mi vestii molto velocemente poi scesi in salotto e lì trovai mia madre seduta a tavola che faceva colazione.

"Buongiorno mamma" le dissi dandole un bacio sulla guancia;

"Buongiorno tesoro" rispose sorridendo, amavo il suo sorriso. Era così dolce e sincero.

"Mi potresti prestare la macchina? Mi piacerebbe andare al laghetto, ho bisogno di un po' di pace per pensare." le chiesi gentilmente.

Generalmente non guidavo quasi mai, non mi piaceva e a dir la verità mi metteva ansia stare alla guida, ma nel momento del bisogno, quando volevo andare al laghetto per isolarmi un po', prendevo l'auto senza problemi...

"Certo." rispose per poi mangiare i suoi cereali.

La salutai di nuovo e mi diressi in macchina. Accesi il motore,la radio e partii.

Mi diressi verso il laghetto. Ormai tutti si erano dimenticati di quest'ultimo per via del grande parco,inaugurato quattro anni fa. Anch'esso era bello, ma il laghetto lo era di più. Mille volte meglio, direi!

Per arrivare al bacino d'acqua limpida e gelida bisognava attraversare un vialetto contornato da alberi. Essi erano maestosi, poi d'autunno, quando le loro foglie diventavano rosse fuoco, erano ancora più belli. Ai piedi di essi c'erano sempre dei cespuglietti pieni di bacche rosso sangue e al di sotto dei cespugli tanti fiorellini di campo che s'irradiavano di una bellezza immane sotto la luce del sole. Sembrava di stare in un bosco incantato e a rendere l'atmosfera ancora più fatata era il canto degli uccellini che volavano da un'albero all'altro. Dopo il vialetto c'era una distesa d'erba verde smeraldo illuminata dai giallissimi raggi di sole, piena, anch'essa, di fiorellini di campo che variavano di colore in colore. Andavano dal bianco al lilla, colori molto chiari e belli da vedere.

Poi c'era il laghetto, la parte più bella. Non era molto grande e d'estate potevi farci anche il bagno. L'acqua era limpida e il più delle volte c'erano delle paperelle che ci nuotavano dentro.

Ripeto, sembrava di stare in un posto fatato ed era così rilassante...

Quando arrivai, dopo mezz'ora di macchina, presi la coperta di plaid che mamma teneva nel porta bagagli e la stesi sulla morbida erba verde per poi sedermici sopra. Portai con me, in oltre, un diario. Su di esso ci disegnavo, ci facevo scarabocchi, ci scrivevo tutto ciò che mi passava per la testa.

Stavo sdraiata sulla coperta a fissare il cielo, era così limpido e l'aria, poi, era fresca e pulita. Facevo respiri profondi per cercare di rilassarmi, ma continuavo ad essere presa dalla mia vita, apparentemente tutta rose e fiori.

Non la odiavo, pensavo solo che fosse troppo difficile da vivere e io non riuscivo a sopportare tutta quella negatività, diciamo. Presi così il mio diario, sulla copertina c'era scritto in grande 'Selena' e sotto, tempo fa, ci attaccai vari adesivi che comprendevano cuoricini neri o rossi, roselline, 'X', scritte varie...poi sulla prima pagina invece scrissi in nero e in grande la parola 'FUCK', la scrissi in un momento di rabbia, infatti anche la scrittura era disordinata e si poteva notare benissimo che avevo calcato moltissimo con la penna.

Sfogliai tutte la pagine per arrivare ad una pulita dove disegnai una nuvoletta e ripassai più volte, in modo disordinato, i bordi. In essa ci scrissi tre nomi: 'Ricardo' mio padre, 'Justin' il ragazzo che rischiava di farmi morire con un semplice abbraccio e 'Mandy' mia mamma.

Scrissi questi tre nomi perchè appartenevano alle persone alla quale pensavo più spesso, vari pensieri su di essi mi rendevano felice, come le uscite con Justin o come i ricordi del mio sesto compleanno, ma altri mi rattristavano, come il fatto che con Justin potevo esserci solo amica e che la mia famiglia, ormai, si era separata...

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