hope

279 18 2
                                    




  Selena's pov

Era mattina inoltrata quando Justin mi svegliò di fretta e furia. Inizialmente mi trovai spaesata, non ricordavo di essermi addormentata la sera prima.
"Oggi ci sono le risposte al test di Taylor" disse, mettendosi seduto sul letto, infilandosi una tshirt.
"E dove vuoi andare? Ci chiameranno i suoi genitori, noi dobbiamo solo aspettare." risposi, poggiandogli una mano sulla spalla.
"Selena, voglio fare un giro per la città, staccare la spina e far passare il tempo velocemente. Non riesco a sopportare tutta questa pressione." controbattè lui, alzandosi di scatto.
Non dissi nulla, rimasi nel mio letto a guardarlo uscire dalla stanza. Quando aprì la porta sentii mia madre dal piano di sotto che parlava con Pattie, erano tutti svegli, erano tutti in ansia per le risposte del test. Nonchè io non lo fossi, ma avevo una strana sensazione, qualcosa mi diceva che non dovevo preoccuparmi. Probabilmente stavo diventando pazza a tutti gli effetti.
Justin chiuse la porta alle sue spalle lasciandomi nel completo silenzio. La prima cosa che feci fu controllare il telefono, magari c'era qualche messaggio importante, magari qualcuno mi aveva cercata, ma nulla. Così, dopo essermi persa con lo sguardo nel vuoto decisi di chiamare mio padre.

Justin's pov

Decidemmo di incontrarci tutti in un locale poco conosciuto di Los Angeles, si trovava in uno dei quartieri malfamati della città, ma ero più che certo che non ci avrebbero dato fastidio e che avremmo trovato la pace dei sensi in quel buco isolato dal mondo.
Michael e Luke arrivarono per primi così, insieme a Selena, andammo ad ordinare qualcosa da bere.
Si vedeva che stavamo a pezzi, tutti, uno peggio dell'altro. Non riuscivamo ancora a mettere a  fuoco ogni accaduto. Queste cose si vedono solo nei film o nei libri!
Come può, tutto questo, essere reale? Era una domanda che mi facevo molto spesso.
Come può, un uomo, fare questo ad una donna?
Mentre i ragazzi parlavano presi la mia birra e la sorseggiai piano piano, era molto fredda e la morsa allo stomaco non mi aiutava. Vedevo in oltre dei ragazzi che ci gironzolavano intorno, ma fortunatamente non ci diedero problemi. Dopo qualche minuto uscirono dalla porta senza dire nulla: un peso in meno.

"Sapete a che ora arrivano i risultati?" chiese Kendall, mettendosi vicino a Michael.
"Sinceramente no, non voglio neanche saperlo, ma prima arrivano meglio è." rispose Luke a testa bassa, voleva davvero bene a Taylor.
Si poteva sentire l'ansia che scorreva nelle nostre vene, i battiti accelerati e i respiri leggermente affannati. Ogni volta che deglutivo sentivo un nodo alla gola e la mascella cominciava a farmi male per quanto era contratta, ogni singolo muscolo dei nostri corpi era contratto. Vedevo Michael che dal nervoso si mordicchiava l'interno della guancia o giocava con il suo piercing, mentre Selena picchiettava il piede per terra.
C'era un'atmosfera per niente gradevole e il silenzio e il parlare di Ty non aiutavano.
Volevamo uscire e provare a distrarci, ma evidentemente non era il giorno adatto.
Troppa pressione.

Durante il pomeriggio la famiglia Swift si recò in commissariato per avere le risposte del test e informazioni in più sul fatidico professore.
Vennero a scoprire cose sconcertanti che lo rendevano sempre di più credibile come "antagonista" della situazione.
Ronald Martìnez, questo era il suo vero nome. Nato in Messico da una famiglia per niente nobile che tuttavia gli aveva permesso di avere una buona base culturale, viveva in un quartiere povero, popolato da ladri, spacciatori, stupratori e chi più ne ha più ne metta. Martìnez era un membro di un circolo di narcotrafficanti, aveva molti debiti, aveva commesso molti crimini e quale scelta migliore di scappare e cambiare vita?
Scappò dal Messico ancora molto giovane, cambiò identità e così nome e cognome. Con un lavoretto in un bar e amicizie sparse per la città riuscì a ricrearsi una vita tutta sua.
Grazie alla sua famiglia, all'insegnamento che da piccolo aveva ricevuto e anche ad una piccola raccomandazione riuscì ad entrare nell'accademia di musica come semplice professore di spagnolo.

Selena's pov

Eravamo ancora nel bar a mangiare patatine e a fumare quando i nostri telefoni, contemporaneamente, suonarono. Scattammo tutti sulla sedia, sapevamo cosa ci aspettava.
Il mio cuore cominciò a battere fortissimo, il respiro si affannava e le lacrime minacciavano di uscire. Cercai di fare qualche respiro profondo senza riuscirci. Mi sentivo soffocare, avevo paura ad aprire quel messaggio.
Volevo aspettare, non volevo leggerlo, non potevo farcela...
Sentii Kendall scoppiare a piangere: aveva letto il messaggio.
A quel punto tutti presero il proprio telefono e cominciarono a leggere il documento che ci era stato inviato. Vedevo tutti con le lacrime agli occhi, ma non riuscivo a capire. La mia testa girava e la nausea aumentava sempre di più.
Cercai Justin con la mia mano e quando trovai il suo braccio lo strinsi talmente forte da provocargli un po' di dolore.
Non volevo ancora leggere quel messaggio tanto sapevo che era lei, tutte quelle strane sensazioni che avevo la mattina erano solo puttanate, magari era stato il sonno che ancora non mi faceva metabolizzare il tutto.
Sentivo di svenire, ero seduta ma le gambe stavano cedendo lo stesso. Ad un certo punto Justin mi afferrò il viso fra le sue mani e con le lacrime che gli rigavano le guance disse: "Non è lei".
Non è lei, stavo decisamente impazzendo. Si, ne ero convinta.
Non gli risposi, lo guardai fisso negli occhi, cercando di capire dove mi trovassi.

***
Mi svegliai di scatto, mi ritrovai sdraiata su un divanetto circondata dai miei amici sorridenti, Kendall che mi porgeva un bicchiere d'acqua, Justin che mi accarezzava la mano, Kylie che mi sorreggeva la testa sulle sue gambe e Luke che mi guardava chiedendomi se stessi bene.
"Che cosa è successo?" chiesi confusa, dopo una frazione di silenzio.
"Sei svenuta e prima continuavi a chiedere se stavi impazzendo." rispose Michael, sogghignando.
"Perchè siete felici?" chiesi di nuovo senza badare molto alle parole di Mike.
"Selena" disse sussurrando Justin "non è Taylor, c'è ancora una possibilità che sia viva" continuò sorridendo.
Il cuore cominciò a battere regolarmente, sentii i muscoli rilassarsi... Sembrava mi stessi sciogliendo. Mi sentivo al settimo cielo, non potevo crederci.
Mi rialzai e guardai ognuno dei miei amici dritto negli occhi.
Non avevo niente da dire, riuscivo solo a ridere. Ero felice e sollevata. Sembrava un sogno!
"Bene, possiamo continuare a sperare" affermai poi, con un sorriso soddisfatto esteso in volto.


I'M BACK!

Magari non vi fregerà nulla di quello che ho fatto in questi cinque mesi quindi salto questa parte e comincio con il parlare di questo capitolo. Ovviamente mi scuso per l'assenza, ma per me è stato giusto così.

Allora: 1- In questo capitolo -non molto lungo- vediamo che il corpo trovato non era quello di Taylor. Si, trovo un po' banale il modo con la quale ho tirato fuori questa notizia, ma mi piace quindi spero che anche a voi piaccia. 2- Troviamo un piccolo paragrafo dove si parla del professore: mistero risolto. Il pazzo criminale della situazione è venuto fuori. Ma a questo punto come procederà la storia? Taylor è morta o c'è ancora speranza? *si accettano ogni tipo di ipotesi*

Ammetto che non ci sia molto materiale nel capitolo, ma siamo in dirittura d'arrivo quindi non voglio appesantire troppo. Ho in serbo un bel finale però, magari alcune di voi possono anche immaginarlo. Oppure no, chi sa?!

Now, mi dileguo. Spero che nella sua semplicità e banalità questo capitolo vi sia piaciuto. Commentante, votate e condividete!

Grazie di cuore a tutte, un bacio.

Maybe we found love right where we areDove le storie prendono vita. Scoprilo ora