La sensazione di tranquillità non appena fui sveglia svanì nel momento esatto in cui percepii la benda avvolta attorno alla mia mano, ricordando tutti gli avvenimenti successi in precedenza.
Stentai a crederci per un po' perché ogni cosa che mi era venuta in mente era quasi inverosimile ed impossibile. Eppure era successa.
A confermarlo, era quel ragazzo poggiato al davanzale della finestra mentre fissava il nulla oltre quel vetro.
Era rimasto lì proprio come aveva detto e come avevo voluto.
Mi stiracchiai leggermente ma abbastanza affinché il collo bruciasse, lasciandomi scappare un gemito. E non mi sorpresi quando in un battere di ciglia, Harry si materializzò davanti a me.
"buon giorno".
La sua voce era calda e roca, come quella di una persona che non aveva parlato con nessuno per infinite ore e finalmente aveva aperto bocca.
"ciao".
"hai fame?"
"no, grazie."
Ci guardammo per un attimo soltanto, che mi parve un'eternità. Percepivo l'imbarazzo sicuramente a causa delle confessioni del giorno precedente.
"io.."-balbettò.-"hai intenzione di rinunciare alle lezioni?"
Ci pensai un attimo. Per quanto l'idea non mi allettasse molto dovevo continuare a frequentare la WSU e trovarmi per i piedi gli altri. Al loro pensiero il cuore mi si strinse. Sollevai gli occhi al cielo convinta del fatto che avevo deciso di cambiare città per lasciare indietro una parte di me stessa che nonostante tutto tornava sempre a galla.
"no..certo che no".
"quindi non hai intenzione di andartene, vero?".
Lo guardai con aria confusa, sollevando il sopracciglio. Aveva preso in considerazione l'idea che io volessi di nuovo cambiare città? Io non avevo paura. Sapevo con chi avevo a che fare, avevo avuto modo di conoscere le persone che erano.
La paura c'era se focalizzavo bene le creature che avevano ammesso di essere.
"no, Harry."
Si chinò sulle ginocchia, lasciando andare un sospiro. Poi mi prese il viso tra le mani avvicinando la sua fronte alla mia.
"grazie a Dio, ci ho pensato tutta la notte."
Accennai un sorriso contro il palmo della sua mano.
"se decidessi di farlo, devi dirmelo. Sarò disposto a seguirti ovunque, mi hai capito?"
"tu sei andato via."
A quelle parole, sentii i muscoli del suo bellissimo viso contrarsi e la presa sul mio viso farsi più forte per quel che bastava.
"e vorrei non averlo fatto."
"dove sei andato?"
"ho un paio di amici fuori Seattle, in periferia. Mi hanno ospitato".
"e perché l'hai fatto?"
Harry sbuffò leggermente. Sapevo quanto gli desse fastidio parlarne ma io avevo diritto alle risposte a tutte quante le mie domande. Nessuna esclusa. E lui non poteva di certo lamentarsi dopo tutto quello che mi era successo.
Si alzò, facendo cenno di spostare le mie gambe che ritrassi poco dopo per fargli spazio vicino a me.
"perché ti ho baciata."
"e quindi?"
"non ti ha trasmesso niente, vero?"
"no, non intendevo questo."
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PAST
FanfictionPidge sceglie come sua prossima meta Seattle. La sceglie per ricominciare ciò che le sembrava fosse rubata per sempre: una vita. Cercando di reprimere il ricordo della sorella minore uccisa senza pietà da un assassino ancora sconosciuto, dopo due a...