Esitando mi avviai nella sua direzione. Già seduto sul mio divano, fissava pensiereso le pagine che lui stesso aveva scelto.
Mi sedetti anch’io mantenendo una certa distanza, e capii che se ne accorse perché roteando gli occhi al cielo si avvicinò fino a far toccare le nostre gambe. Quel contatto –seppur banale- provocò un brivido su per la mia schiena che fui costretta ad ignorare.
“iniziamo da qui.”
Evitai di osservarlo in viso perché saperlo così vicino mi innervosiva e mi agitava. Sentivo il suo respiro regolare affianco a me con i suoi movimenti impercettibili.
Mi affrettai a cercare la prima riga da seguire, da lui indicata, ed osservai le sue mani. Eleganti, grandi ed affusolate, erano adagiate sulle sue ginocchia con naturalezza. Atteggiamento che io non mi sarei mai aspettata da Harry.
“stai leggendo?”-chiese. E nella sua voce avvertii divertimento, una risatina.
“no, scusa. Inizio.”
“se avrai domande da fare, le farai dopo aver letto.”
“Oggi ho litigato con Harry. Odio farlo, perché è l’unica persona di cui mi fido ciecamente, l’unica su cui posso contare e l’unica che ho realmente. Abbiamo litigato perché mentre scendevo le scale mi è parso di vedere Marta alla base di esse. Mi sono bloccato e se fossi stato un comune mortale sarei caduto rompendomi il cranio.”
Alzai di scatto gli occhi dal foglio e fissai stordita Harry. Mi rivolse un sorriso sghembo e poi si avvicinò per scorgere il punto in cui ero arrivata.
“le domande dopo.”-mormorò.
Per la prima volta dopo averlo conosciuto costatai quanto calda e morbida fosse la sua voce. Quel comportamento da bravo ragazzo mi stava persuadendo. Per cui scossi la testa e continuai a leggere.
“L’ho detto ad Harry che mi aspettava dinanzi la porta d’ingresso per uscire. Si passò una mano tra i capelli, esasperato. Io ero ancora lì, immobile come uno stupido e la fissavo. La mia Marta era vicino al divano bianco, e mi sorrideva. Gli stessi capelli color miele le scendevano ondulati sulle spalle e … Harry mi ha spinto all’indietro e lei è sparita. Ha cominciato ad urlarmi quanto fossi stupido e malato. Ma io la amo, forse è questa la mia imminente malattia. Perché lei non c’è più. Harry ad un certo punto è salito in camera sua, si è chiuso e non siamo più usciti. Ho sentito dei rumori, i tipici di Harry quando è arrabbiato e comincia a prendere a pugni quello che si trova attorno. Poi ho sentito dei singhiozzi e delle urla. NOI ci concediamo non molto spesso le lacrime. Non è roba che appartiene alla nostra specie,solitamente l’infuso le blocca, come blocca la sete. Volai per le scale e ruppi la serratura poiché era chiusa. Sapevo che non mi avrebbe mai aperto. Ed eccolo lì, il forte Harry Styles ai piedi del suo letto, con le ginocchia al petto e le nocche cicatrizzate già.”
Feci per girare pagina e continuare, ma il manoscritto si chiuse sotto ai miei occhi.
“basta.”-ringhiò.
Sobbalzai, deglutendo. Chiuse gli occhi per due secondi che a me parvero un’eternità, poi si spostò lasciandosi andare contro il divano. Attimi di silenzio susseguirono, ed io non sapevo per nulla al mondo come prendere i suoi comportamenti che cambiavano di minuto in minuto.
“le..domande.”-riprese, dopo un po’.
“chi è Marta?”.-scattai.
Sospirò pesantamente, poi girò la testa in mia direzione perforandomi con lo sguardo. Occhi verde smeraldo attirarono la mia attenzione ed il respiro mi si bloccò in gola. Sentii il cuore accelerare i suoi battiti, e cercai di riprendermi senza capire il mio comportamento.
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PAST
FanfictionPidge sceglie come sua prossima meta Seattle. La sceglie per ricominciare ciò che le sembrava fosse rubata per sempre: una vita. Cercando di reprimere il ricordo della sorella minore uccisa senza pietà da un assassino ancora sconosciuto, dopo due a...