SPIEGAZIONI.

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#HARRY

Quasi pensai di far esplodere il motore della mia auto per quanta pressione stessi omettendo al pedale. Avevo la gola in fiamme, come se mi avessero infilato del ferro incandescente. Oppure no, era anche peggio.

Come mi era venuto in mente di baciarla? Anzi no, non era quello il problema. Come mi era venuto in mente di avvicinarmi così tanto?. Avevo messo a dura prova me stesso, ma molto di più la sua vita.

Non sarei mai dovuto andare lì.

Frenai di colpo quando arrivai davanti casa mia e non rimasi sorpreso quando Madison spalancò la porta ed un Kyle con le mani tra i capelli gli si presentò dietro.

Sbattei forse un  po troppo forte la portiera prima di avvicinarmi a grandi passi tra di loro.

“oh dio mio.”-mormorò Mad, e poco dopo si passò una mano sulla gola.

Mi feci largo per riuscire ad entrare in casa e i due chiusero subito la porta. Entrai nel panico accorgendomi che non riuscivo a pronunciare una sillaba, una parola completa. Il bruciore aveva completamente preso il sopravvento. I canini sapevo ormai erano ben visibili per quanto io non riuscissi a mantenere il respiro costante e la bocca chiusa.

“Kyle, prendigliene un bel po’.”-urlò Mad, che nel frattempo per l’ennesima volta si sfregava la gola.

Ero consapevole delle sue capacità che le erano state donate al momento della sua seconda nascita, tanto quanto ne ero consapevole per me e per gli altri. Ma forse il suo dono era uno dei più difficili in quanto stava provando le mie sensazioni, ma più che altro, le mie attuali sofferenze.

Passarono pochi secondi quando Kyle mi diede tra le mani l’antidoto e non indugiai nei miei gesti quando bevvi il più possibile.

Chiusi gli occhi attendendo che il bruciore si placasse.

“Mad, dimmi quando va meglio”.

“sì, adesso un po’ meglio”.

“Harry, cosa diavolo è successo?”-chiese a denti stretti Kyle e sapevo che la domanda era rivolta a me. Eppure me ne stetti ancora con gli occhi chiusi, zitto.

“okay forse non proprio meglio”.-riprese Madison.

Avvertii Kyle lanciarle un’occhiataccia.

Quando riaprii gli occhi, la vista che poco prima mi si era presentata offuscata e quasi rossa, stavolta era più nitida e il bruciore era quasi inesistente. Kyle fece qualche passo, prima di sedersi dinanzi a me, con Madison dietro.

“Harry, quando abbiamo sentito la tua auto entrare nel vialetto Madison stava quasi per affogarsi per quanto la gola ha cominciato a bruciarle. Per te. Che ti è successo?”

Sapevo che se l’avessi nominata a Kyle, lui l’avrebbe collegata immediatamente al mio stato attuale e mi sarebbe saltato addosso. E non per baciarmi.

“Senti fratellino, non ho il dono di tirarti fuori le parole dalla bocca o quello di leggerti il pensiero quindi deciditi a parlare o non cosa ti faccio.”

In un altro contesto avrei riso per l’atteggiamento capriccioso ed infantile di Mad, ma non adesso.

“dio, cos’hai fatto?”-sbuffò il mio amico.

“dov’eri?”

“una domanda alla volta?”-sbuffai io ,stavolta.

Kyle fece cenno a Madison di non dire più nulla. Lei fece il giro del divano e si appollaiò per terra, ai piedi del tavolino al centro.

PASTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora