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Beomgyu rimase immobile a fissarlo. Quando i loro occhi si incrociarono quasi si sentì di troppo, non come se uno sconosciuto non fosse appena stato scoperto a guardargli il telefono, possibilmente anche con l'intenzione di rubarlo. Beomgyu si avvicinò rapidamente, nel totale silenzio di quella scena imbarazzante. Afferrò il telefono e l'asciugamano. Il primo lo fece scorrere lungo la tasca, per poi porre tutto dentro il borsone. Stava per andarsene, per lasciare lì quel ragazzo che da prima lo stava fissando. Ma si girò. Trattenne il respiro prima di parlare.
«Cosa... Cosa stavi facendo?» Riuscì a dire, senza però guardarlo nuovamente negli occhi. Non ce la faceva, specialmente se aveva letto qualcosa sullo schermo. Non sapeva se Taehyun gli aveva inviato un messaggio. E cosa aveva scritto? No, non poteva accadere. Uno sconosciuto non poteva sapere della sua relazione. Con un ragazzo.
«Io...»
«Ti prego non dirlo a nessuno. La mia vita potrebbe peggiorare. A scuola mi prenderebbero tutti di mira, i miei genitori mi rinchiuderebbero in casa e io non posso stare senza di lui.» Gli tremavano le mani. Aveva parlato tutto d'un fiato. Stringeva così forte il cellulare che le dita erano sbiancate.
«Allora tu sei Beomgyu.» Aveva parlato, con una voce calda e tranquilla, mentre apriva l'armadietto e tirava fuori dei vestiti.
«Come sai il mio nome?» Adesso lo guardava. Guardava il suo corpo di lato, i muscoli flettersi ad ogni movimento, la pelle lucida a causa dell'acqua. Era da poco uscito dalla doccia.
«Ho sentito tre idioti parlare di te.» E nel momento in cui si sfilò l'asciugamano di dosso, Beomgyu arrossì e si voltò.
Che stava succedendo?
E le parole che aveva detto? Cosa avevano detto su di lui? Erano stati Dongyul e gli altri due scagnozzi, ne era sicuro. Perché era così facile prendere di mira un soggetto fragile e indifeso?
Beomgyu passava inosservato, nessuno parlava mai con lui, a nessuno importava quello che faceva. Cos'era tutta quell'improvvisa attenzione su di sé?
«Cosa hanno detto?» Si guardò i piedi, con il cuore che gli sarebbe uscito dal petto a momenti.
«Immagino tu lo sappia molto bene.» Si sentì le gambe cedere. Quei tre si stavano lentamente avvicinando al suo segreto. Se avessero cominciato anche solo a diffondere delle amare voci, sarebbe stata la fine.
«Per favore» quando si voltò il ragazzo era vestito e si era avvicinato di più, «non dirlo a nessuno. Dimmi che non lo farai» lo supplicò. Cosa ne sarebbe stato di lui altrimenti. E di Taehyun. Era davvero così difficile amare un ragazzo? Perché non poteva essere libero e urlarlo al mondo? Quante domande senza risposta.
Lo sconosciuto sorrise e camminò verso di lui. Con il borsone sulla spalla superò Beomgyu e se ne andò. E in quel momento si rese conto di star trattenendo il respiro da quando si era avvicinato. Non si muoveva. I suoi piedi erano incollati per terra. Eppure voleva uscire dallo spogliatoio, correre verso quel ragazzo e fargli promettere che non avrebbe parlato con nessuno di quello che aveva letto sullo schermo.
E lo fece.
Aprì la porta e uscì fuori. Ma del ragazzo nemmeno l'ombra. Era andato via. L'aveva lasciato con quel sorriso - un ghigno divertito - e quelle parole terribili.
Parlavano di lui. Non poteva essere vero.
Poi pensò a cosa aveva potuto leggere. Accese il cellulare che da prima stringeva con forza. C'erano dei messaggi di Taehyun. Il cuore cominciò battere così forte da fargli tremare tutto il corpo.

Hyunie
Non vedo l'ora che sia domani per poterti vedere, stringere e baciare.

Hyunie
Mi manchi.

Beomgyu aveva passato la serata a pensare unicamente a quello che era successo quel giorno. Aveva molto da metabolizzare e da lasciare alla fantasia della sua mente. Aveva anche saltato la cena. I suoi genitori non c'erano a causa dei turni di lavoro. Non l'avrebbero saputo, non che gli importasse tanto.
Con Taehyun aveva mantenuto il silenzio riguardo a tutto. In chat era semplice non dimostrare le proprie preoccupazioni. Non voleva dirglielo. E provava anche vergogna. Si rifiutava di dire al suo ragazzo che tutti a scuola l'avrebbero denigrato se avessero scoperto la loro relazione.
Aveva parlato proprio con lui una volta scattata la mezzanotte. Stavano insieme da sei mesi. Eppure questa volta qualcosa mancava in lui. La paura aveva sostituito la felicità. I pensieri paranoici avevano preso il sopravvento. Ma era riuscito a nascondere tutto dietro un dolce sorriso.
La notte era stata una delle più difficili che avesse mai vissuto. Non era riuscito a chiudere occhio. La sua mente continuava a sbattere contro quel muro le cui crepe dicevano sconosciuto, bulli, segreto, fine di tutto.
E poi si convinse. Doveva incontrare nuovamente quel ragazzo e parlargli.

Era pronto per uscire. Non si era vestito elegante o i suoi genitori avrebbero fatto domande e scoperto tutto. D'altronde stava solo andando a dormire dal suo amico, come quasi ogni weekend. Non fecero nemmeno domande sul perché stesse uscendo poco più tardi del solito. Ma non faceva ancora buio, quindi glielo permettevano. E poi si spostava sempre a piedi, nessuno lo accompagnava mai.
Li salutò negligentemente, come loro facevano sempre, e uscì di casa. Fece pochi passi prima di vedere la macchina che tanto conosceva. Si avvicinò con un grande sorriso e aprì lo sportello, entrandovi subito.
Finalmente lo vide. Era bello, anzi, stupendo. Ogni giorno sempre di più tanto da convincere Beomgyu di essere in un sogno.
«Sei bellissimo.»
«Sei bellissimo.» Dissero entrambi prima di scoppiare a ridere. Si baciarono e il maggiore cominciò a guidare.
«Allora, dove stiamo andando?» Domandò Beomgyu, allacciando il suo braccio a quello del ragazzo.
«Ora posso solo dirti che stiamo andando in un bel ristorante.» Il cuore cominciava a scaldarsi.
Tuttavia dovette aspettare un po' prima di scoprire i dettagli, in quanto non appena arrivarono Taehyun lo afferrò per il polso e cominciarono a correre. Vide il mare.
«Ma stiamo andando...»
«Shh, non dirlo o rovinerai la sorpresa.» Disse ad alta voce con il vento che tagliava le parole.
Scesero una lunga scalinata e si ritrovarono in spiaggia. Beomgyu era confuso, non essendoci nessun ristorante lì.
Poi camminarono un altro po' e delle luci soffuse iniziarono a prender forma. Si avvicinarono ad esse.
Dei tavolini erano stati allestiti in spiaggia, con delle candele e fiori sulle sedie. Ce ne saranno state una decina.
«Wow, é...» Gli mancarono le parole.
«Il ristorante proprio qui di fronte ha deciso di allestire questi tavoli limitati per delle cene speciali.» Beomgyu si fiondò sulle braccia di Taehyun, estremamente grato di averlo come ragazzo. Si strinsero forte.
Ogni cosa scomparse per qualche secondo e rimasero solo loro due in tutta la spiaggia, in tutta la città. Due anime innamorate, intrecciate l'una all'altra grazie all'amore che provavano. Un amore fatto di piccoli gesti, costruito da quattro mani delicate. Un amore controcorrente, quasi proibito.
E poi il peso della paura.
La paura della realtà.
La realtà che stava vivendo.
Si staccò bruscamente dall'abbraccio, con il pensiero che qualcuno avesse potuto vederli che gli ronzava in testa.
Dongyul.
Quel ragazzo.
Taehyun.
La loro relazione.
E se per colpa sua fosse finito tutto?
«Qualcosa non va?» Lo tenne per le spalle e lo guardò con aria preoccupata.
«No, va tutto bene.» Beomgyu scosse la testa e si sforzò di sorridere. I due si sedettero e cominciarono la loro cena.
Oh Taehyun, se solo avessi saputo.
Se solo Beomgyu avesse potuto dirti tutto.
Se solo avesse avuto te a consigliargli e a dirgli di non preoccuparsi. Che insieme avreste risolto qualsiasi problema.
La verità era che non andava affatto bene.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora