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Lasciò le lacrime libere di scivolare, lasciando delle linee umide sulle guance. Fino a quando i singhiozzi si calmarono, il naso smise di colare, gli occhi di sforzarsi.
Con entrambe le mani teneva stretta la maglietta bianca di Yeonjun, a sua volta bagnata sul punto dove la faccia di Beomgyu si era poggiata.
Nessuno dei due parlava. Una serenità che andava oltre il contatto fisico. Una pace che nemmeno le parole osavano interrompere.
La carezze gli sfioravano delicatamente la testa, spostando appena le ciocche folte, facendosi spazio con le dita.
Il petto di Yeonjun che si alzava e abbassava a fargli da culla, così come il battito del cuore al suo interno gli faceva da ninnananna.
Trovò la calma in quel corpo, in Yeonjun.
Poi un respiro che presagì una frase.
«Non è questo l'amore, Beomgyu».
Si sentì la schiena vibrare a causa dei brividi sentendo il suo nome venir pronunciato così candidamente. Forse era anche la prima volta che lo chiamava per nome.
Non percepiva rabbia nella sua voce. Era delicata, soffice se si fosse potuta toccare.
Beomgyu aprí gli occhi precedentemente chiusi. Ma rimase immobile.
«E non è questo amare», continuò.
Non voleva controbattere, non ne aveva l'energie.
Cominciò a pensare che probabilmente aveva ragione, che magari aveva vissuto un amore che altri nemmeno così l'avrebbero chiamato.
Un amore che non era amore.
La mente generò una cascata di pensieri. Ognuno di essi appartenente a Taehyun, questa volta sotto una luce diversa.
Sotto il bagliore del dubbio, dell'incertezza, della paura, del rammarico.
Vedeva comporsi per poi sgretolarsi una figura diversa di quello che era stato il suo fidanzato, più tenebrosa. Ma non prendeva mai vita.
Si frantumava prima di poter respirare.
Non avrebbe voluto staccarsi da Yeonjun, per quanto difficile fosse ammetterlo.
Era il calore dell'abbraccio.
Il profumo fine della pelle.
L'accoglienza delle braccia.
La gentilezza del tocco.
Avrebbe voluto chiudere di nuovo gli occhi e dormire. Anche se già gli sembrava di stare in un sogno.
Tuttavia ogni sogno giunge ad una fine e al risveglio la delusione lacera le ossa.
Una chiave nella serratura.
Un giro.
Due giri.
Poi la porta si aprì.
Le voci prima ovattate si versarono all'interno. Una di queste Beomgyu la conosceva, così come un'altra.
«Ragazzi!» Era Soomin, la madre di Yeonjun.
I due si staccarono immediatamente e a Beomgyu sembrò di cadere, infrangersi sul pavimento e sgretolarsi.
Cercò di tenersi sulle sue gambe, mentre le dita di Yeonjun lasciavano la sua pelle dopo essersi assicurato che stesse bene.
Yeonjun superò Beomgyu e raggiunse la madre poco più avanti.
«Ti do una mano».
Il sogno era stato interrotto. La pace era terminata. Una guerra interiore aveva preso il suo normale corso. La pesantezza della realtà lo travolse in pieno petto.
Si voltò anche lui, in direzione degli appena arrivati.
«Oh eccoti, la mamma mi aveva accennato che avremmo avuto ospiti».
Una nuova voce. Sconosciuta.
Beomgyu provò a mettere a fuoco le figure che aveva davanti.
Un ragazzo alto, addirittura più alto di Yeonjun ma sicuramente non di Haeun. La prima cosa che notò furono i suoi capelli corvini, sottili sulla fronte.
Lo vide avvicinarsi.
«Stai bene? Non sembri avere un'ottima cera».
Quel suono gli rimbombò nelle orecchie. Era molto simile a Yeonjun.
Gli occhi che puntò erano altrettanto scuri.
Eppure il volto non gli era nuovo.
Beomgyu annuì debolmente. Non si preoccupava delle condizioni in cui si era fatto vedere, forse per la prima volta in vita sua.
«Non ci siamo ancora conosciuti. Io sono Soobin, il fratello di Haeun e quel tenerone nascosto di Yeonjun...» Ridacchiò dopo aver sussurrato le ultime parole. Aveva forse visto qualcosa?
«Soo... bin?» Ripeté Beomgyu.
Quel nome.
Il modo in cui le sue labbra si toccavano dicendolo.
Quei tratti del viso.
Non era una persona del tutto nuova.
Era la stessa sensazione che aveva provato nel vedere la madre, solo questa volta più forte.
«Io sono Beomgyu», alla fine riuscì a dire.
Il silenzio scorse tra i due, mentre attorno il resto dei presenti portava dentro le buste di spesa.
«Hai detto Beomgyu?»
Annuì ancora.
«Io conosco un Beomgyu...» Sussurrò tra sé.
«Sei Soobin...» Si fermò per quanto assurdo gli sembrasse il pensiero che gli aveva appena attraversato la mente.
Eppure ogni cosa combaciava.
E nell'espressione dell'altro sembrò trovarne conferma.
Era Soobin, il suo vecchio, caro amico d'infanzia.

Kai, Yeonjun e Beomgyu erano nella camera di questi ultimi. L'amico e Haeun erano tornati in tempo per il pranzo. Beomgyu non aveva perso tempo a raccontargli chi aveva rivisto dopo anni. Yeonjun, trovandosi in camera sua, aveva ascoltato tutto.
«Quindi mio fratello minore, Soobin, é il tuo amico d'infanzia?» Domandò Yeonjun confuso, seduto ai bordi del letto. Beomgyu annuì, mentre camminava per tutta la stanza.
«Ecco perché la signora Soomin mi era cosi familiare...»
«Eppure non conoscevi prima Yeonjun o Haeun, giusto?»
Beomgyu fece di no con la testa.
«Ero amico solo di Soobin, non sapevo nemmeno avesse due fratelli. Eravamo davvero piccoli»
«In effetti mia madre non ti aveva riconosciuto, l'hai sentita prima».
Eccome se l'aveva sentita. Era cosi contenta di aver rivisto Beomgyu dopo tanto tempo e voleva parlare a tutti i costi con sua madre.
Tuttavia Beomgyu era riuscito ad evitare di darle il suo numero.
Beomgyu guardò il viso di Yeonjun, curioso di ciò che pensava di tutta quella situazione. Ci sarebbe stata la possibilità di conoscersi ancor prima di quel giorno negli spogliatoi. E forse tutto sarebbe andato in modo diverso, anche con Taehyun.
«Forse farebbe bene a entrambi riallacciare i rapporti. Può sembrare una persona forte, ma in realtà ha bisogno di amici».
Non era ciò che si sarebbe aspettato dal minore dei tre fratelli.
In effetti Beomgyu non poteva vantarsi di essere una persona socievole. Tuttavia entrambi erano cambiati durante quegli anni.
Beomgyu ricordava Soobin come un bambino amichevole, sorridente e scherzoso. Alcuni di questi li aveva brevemente visti pochi attimi prima.
«Come avete fatto a conoscervi?»
Fu Kai a interrompere l'ondata di pensieri dell'amico.
«Ricordo che eravamo compagni di classe alle elementari e ci vedevamo sempre al parco di fronte le nostre case. La nostra amicizia si é interrotta nel momento in cui vi siete dovuti trasferire.» Ciò dicendo guardò Yeonjun.
«Abbiamo cambiato molte volte casa a causa del lavoro dei miei genitori. Ci siamo trasferiti anche all'inizio di quest'anno», spiegò Yeonjun sentendo gli sguardi su di sé.
«Ma Soobin va nella nostra stessa scuola?» Domandò confuso Kai.
«No. Prende il bus per andare a scuola e ogni tanto resta a casa di un suo amico».
«Non mi sembra di averlo visto alla festa per Haeun». Beomgyu doveva ancora metabolizzare ciò che aveva appena scoperto e le domande gli invadevano la mente. In più le linee di febbre non lo aiutavano.
Yeonjun scosse la testa.
«Non gli piacciono le feste e sapendo che ne avremmo organizzato una ha preferito restare da quel suo amico» Riuscì appena a finire la frase. Qualcuno bussò alla porta, che poi venne aperta e dalla quale comparve Haeun.
«Il pranzo é pronto», annunciò col suo solito sorriso.
Yeonjun uscì dalla stanza senza dire nulla e lo stesso stava per fare Beomgyu ringraziando Haeun per averli avvisati ma Kai lo bloccò dal polso.
«Voi andate, vi raggiungiamo tra poco!» Esclamò ai fratelli. Questi uscirono e si chiusero la porta alle spalle.
Beomgyu si rivolse all'amico in cerca di spiegazioni. La sua espressione fu sufficiente a farlo parlare.
«Devo dirti una cosa importante».
Beomgyu annuì, facendogli segno con le mani di andare avanti.
«Si tratta di Haeun. Credo sia gravemente malato».

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora