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Il giorno dopo Beomgyu era comodamente sdraiato sul suo divano ad ascoltare la musica. Le gambe piegate, la testa poggiata sul morbido cuscino e gli occhi chiusi.
Avrebbe invitato Taehyun da lui, non appena fosse uscito da lavoro e i suoi genitori fossero andati via. In quel momento erano nella loro camera a preparare le due piccole valigie che dovevano portarsi. Tre giorni erano pochi, quindi non avevano bisogno di molto.
Sarebbero stati i più belli della sua vita, senza i suoi genitori e con la persona che più preferiva. Doveva pensare a cosa fare. Voleva preparare qualcosa di speciale. La sera stessa avevano chiarito il piccolo malinteso avuto, ma voleva farlo sentire più amato del solito. Forse poteva preparargli una torta, anche se non era bravo a cucinare.
Oppure poteva accoglierlo con solo la debole luce di candela. Il solo pensiero lo fece arrossire.
Poi la vibrazione del cellulare lo fece risvegliare dai suoi romantici sogni. Era Kai.

Hyuka
Devo parlarti, é urgente. Chiamami non appena puoi.

Beomgyu si mise a sedere e staccò le auricolari dal cellulare. Scese dal divano e andò a chiudersi in camera. Sperava non fosse nulla di grave, ma per sicurezza era meglio chiamarlo subito.
Il telefono squillò tre volte prima di sentire la voce dell'amico.
«Oh, sei stato veloce.» Sembrava tranquillo.
«Beh, mi hai detto di chiamarti non appena potevo.» Si sdraiò sul letto, guardando il soffitto.
«Si, hai ragione... Jack stai zitto!» Sibilò.
«Chi é Jack?»
«Il mio cane.» E subito dopo si sentì abbaiare.
«Hai chiamato il tuo cane Jack?» Si sforzò di non ridere.
«Ero piccolo e follemente innamorato del Titanic
Seguì un silenzio imbarazzante e Beomgyu non riuscì a trattenere un risolino.
«Okay basta parlare di me. Devo dirti davvero una cosa importante.»
«Ti ascolto.»
Entrambi tornarono seri.
«Haeun ci ha invitato alla casa in montagna dei suoi genitori.»
«Aspetta, cosa?!»
«Ho detto...»
«Si ho capito! Ma come ha fatto?»
«Beh...» Esitò.
«Kai hai combinato qualcosa?»
«No! Forse, sottolineo forse, alla festa ci siamo scambiati i numeri di telefono e da allora non smettiamo di messaggiare.»
Non poteva crederci.
«Come avete fatto?! Sei stato attaccato a me per tutto il tempo.»
«Per la cronaca, sei stato tu attaccato a me per tutto il tempo.» Lo corresse.
«Tu mi trascinavi da qualunque parte.»
«Se ti avessi lasciato da solo...» Cominciò, ma Beomgyu lo interruppe subito.
«Kai!»
«Si si, va bene. Quando tu eri dentro a parlare con Yeonjun.»
Si era quasi dimenticato di averlo detto a Kai.
Pensandoci però...
«Questo vuol dire che...»
«Esatto. Passeremo del tempo anche con Yeonjun, tanto tempo.»
Quasi gli scivolò il telefono dalla mano.
«Quanto?» Volle sapere.
«Tre giorni.»
I suoi genitori sarebbero stati via per tre giorni.
«E quando dovremmo partire?»
«Oggi pomeriggio.»
«Impossibile.»
«Perché?!»
Era arrivato il momento di chiamare ogni cosa con il suo nome.
«I miei genitori saranno fuori casa per questi tre giorni e ho intenzione di invitare Taehyun a passarli insieme.»
Non serviva nessuna spiegazione. Era ormai ovvio chi fosse Taehyun.
Attimi di silenzio.
«Glielo hai già detto?»
«Non ancora.»
«Quindi... Puoi venire con me!»
«No.» Rifiutò subito.
«Daaai, non puoi lasciarmi da solo!»
«Si che posso!»
«E se venisse anche Taehyun?»
Era strano sentire quel nome da un'altra voce.
«Non ci penso affatto!»
Nonostante Kai e Yeonjun sapessero la verità, non era pronto a farsi vedere con un ragazzo.
«Lascerai il tuo migliore amico da solo.» Si fece piccolo con la voce in modo parecchio drammatico.
«Smettila, mi farai sentire in colpa così.»
«Vedila come un modo per staccare la spina.»
«L'ultima volta che ho staccato la spina non è finita bene.»
«Questa volta nulla andrà storto, ti preeego.»
Beomgyu sospirò. Non sapeva perché, ma non riusciva a dire di no a Kai. D'altronde gli era sempre piaciuta la neve e avere una casa in montagna. Forse doveva accettare.
Ma rivedere Yeonjun dopo tutto quel tempo non era il massimo. Però poteva essere l'occasione per gettare le basi per una semplice amicizia. Il destino sembrava farli incontrare sempre. Era anche curioso di sapere se Dongyul aveva agito contro di lui durante quelle settimane.
«E va bene. Accetto.»

Se ne pentì nel momento in cui vide le valigie di Kai fare il loro ingresso in casa. Tre valigie per soli tre giorni.
«Quanta roba stai portando?» Domandò Beomgyu sorpreso.
«Giuro che è solo l'essenziale.» Disse come soddisfatto. «Allora, sei pronto?»
Beomgyu annuì e tirò con sé l'unica valigia che aveva. I genitori erano andati via da un'ora, a quanto pare l'ospedale era parecchio distante.
I due uscirono fuori e Beomgyu chiuse la porta a chiave.
«Bene, dov'é la macchina?»
«Sta per arrivare.»
«In che senso sta per arrivare?» Ripeté confuso.
«Si... Oh, eccola.» Indicò il lato sinistro della strada e Beomgyu guardò.
«Hai cambiato macchina?»
«No.» Rispose sorridendo.
«Quella non è...»
La macchina gli si fermò davanti. Era lussuosa e grande. Il finestrino oscurato si abbassò e la figura di Haeun venne resa visibile.
«Prego, salite pure.»
Cosa sta succedendo tra questi due?

Il viaggio fu... Strano. Kai si era seduto nel sedile anteriore, accanto a Haeun e non smettevano di parlare. Beomgyu ogni tanto interveniva, interpellato dagli altri due.
Doveva ancora realizzare di aver lasciato casa e di star andando in montagna con il suo migliore amico. Soprattutto di non star passando quei giorni con Taehyun. Doveva smetterla di essere così debole alle richieste di Kai.
Quando arrivarono i due amici rimasero a bocca aperta. Dopo una piccola salita si ergeva una casa in legno a due piani, anche questa. Il buio che il tramonto si lasciava dietro aveva fatto si che le luci esterne si accendessero, donando un'atmosfera dorata alle mura. Il piano di sopra era accessibile anche da una scala esterna che passava per il balcone che circondava la casa.
La neve era ovunque e Beomgyu quasi scoppiò di felicità.
«É stupenda!» Esclamò Kai, concretizzando i pensieri dell'amico.
«E non l'avete vista dentro.» Detto ciò Haeun li invitò ad entrare.
Una casa in perfetto stile rustico. Calorosa e accogliente.
Da una delle stanze si udirono delle voci. Poi, uscirono un uomo e una donna, entrambi scuri di capelli e parecchio alti.
«Oh, siete arrivati.» Si avvicinarono a loro.
«Sono Soomin, la madre di Haeun e Yeonjun, che avete già conosciuto. Lui é Chunghee, mio marito.» Si presentò con un enorme sorriso, indicando poi l'uomo che aveva accanto, il quale non si mostrò particolarmente contento. Entrambi avevano due grandi occhi scuri che adesso era ovvio da chi i figli li avessero presi. Erano genitori piuttosto giovani, le rughe dell'età non erano troppo evidenti sulla loro pelle. Era ormai ovvio che la bellezza disarmante fosse di famiglia.
«Il piacere é nostro. Io sono Huening Kai e lui è il mio amico Beomgyu.» I due sorrisero caldamente.
«Sono felice di avervi qui. Sapere che Yeonjun ha degli amici che può considerare tali mi rende molto felice! Di solito non invita mai nessuno.» Disse amareggiata, ma mantenendo sempre il sorriso.
Non é stato Haeun a invitarci?
«Siamo davvero contenti che Yeonjun ci abbia chiesto di venire qua.»
Cosa? Ma che sta succedendo?
«Datemi pure le valigie, ci pensiamo noi a darvi una sistemazione.» Aggiunse l'uomo più grande, quasi fosse stato costretto.
«A proposito,» si voltò Soomin prima di tornare nella stanza dalla quale era venuta col marito, «abbiamo una sola camera singola disponibile, quella del nostro figlio più piccolo. Uno di voi due dovrà condividere la camera con Yeonjun, ma so che non ci saranno problemi. Siete amici d'altronde.» Disse con un sorriso prima di andarsene.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora