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L'indomani a svegliarlo furono uno dei tanti incubi di quella notte e uno strano calore. Partiva dal centro del petto e si diramava in tutto il corpo. Non era piacevole, anzi, era molto doloroso, come se la pelle gli andasse a fuoco. Aprì gli occhi e fu sorpreso di trovarsi in una camera straniera, in un'altra casa.
Presto realizzò e la consapevolezza gli salì in gola, fino a pizzicare gli occhi e a far uscire delle lacrime silenziose. Ma se era lì voleva dire che non era da solo.
Si voltò... E non vide nessuno. L'altra parte di letto vuota, completamente intatta, come se non ci fosse mai stato nessuno.
Si asciugò le lacrime e si mise a sedere sul letto. Stropicciò gli occhi impastati dal sonno e si guardò intorno.
Camera vuota.
A quel punto prese il telefono dal comodino e gli venne un groppo in gola a vedere lo schermo completamente privo di notifiche. Di solito la mattina si svegliava col buongiorno di Taehyun e non vederlo gli rese difficile respirare. In quella posizione capì di avere un macigno in mezzo al petto, nello stomaco e al posto del cuore. Anche i gesti più semplici gli venivano complicati.
Si alzò dal letto e più che camminare cominciò a trascinare il proprio corpo nel tentativo di non farlo cadere.
Aprì la porta e uscì dalla stanza, ma nel momento in cui lo fece si trovò Yeonjun davanti. Fece un passo indietro per non finirgli addosso e i due rimasero fermi sulla soglia della porta.
Beomgyu sentiva lo sguardo dell'altro addosso. Non era come lo guardava di solito - ovvero in modo totalmente normale -, questa volta cercava qualcosa.
Pensandoci, Beomgyu si era svegliato senza Yeonjun al suo lato. Forse era solito alzarsi presto.
«Come stai?» Voleva davvero apprezzare la dolcezza e la premura di quelle due parole, ma in fondo sperava che non gli venissero mai più dette, perché la risposta sarebbe stata sempre la stessa. Un rullo della sera precedente gli si sciolse nella mente. Taehyun che era venuto lì, in quella casa in montagna non sua, con un video che lo incastrava, a testimonianza della lunga serie di bugie che aveva detto.
Bene, stava per dire, ma Yeonjun alzò una mano e gliela poggiò sulla fronte. Beomgyu si sentì più caldo di prima.
«Hai un aspetto pessimo... E sei bollente. Devi misurarti la temperatura, forse hai la febbre»
Beomgyu non ci aveva nemmeno pensato. Era strano svegliarsi completamente accaldato in piena montagna, eppure la sua mente annebbiata dal dolore gli aveva nascosto anche le cose più ovvie.
«Va' a fare una doccia, ti aspetto di sotto per la colazione», disse, prima di voltarsi e scendere di sotto.
Il motivo per cui Beomgyu era uscito dalla stanza però era solo uno: parlare con Kai. Doveva sfogarsi con qualcuno di ciò che era successo, non poteva tenersi tutto dentro o sarebbe esploso. Perciò bussò alla porta in fondo al corridoio e quando gli fu concesso il permesso, entrò.

Kai stava facendo il letto. Era già ben vestito e profumato, a differenza dello stato cadaverico di Beomgyu. L'amico ovviamente se ne accorse.
«Ehi Beomgyu... Stai bene?» L'entusiasmo gli si smorzò in viso.
«Sei già il secondo che me lo chiede. Ho proprio un aspetto di merda?», si avvicinò allo specchio dell'armadio e si guardò.
Aveva il volto pallido, le punte dei capelli bagnati di sudore, gli occhi rossi. In un altro mondo lo avrebbero scambiato per un vampiro affamato.
Non si soffermò nemmeno un ulteriore minuto sulla sua salute. Cominciò a sputare ciò che era accaduto, di come ogni certezza era crollata con la stessa lentezza con la quale le aveva costruite. Gli ultimi mesi erano serviti come strumento per la costruzione di un demolitore capace di abbattere anche il muro più duro.
Non fu in grado di trattenere le lacrime, che scivolarono più violentemente, mentre si aggrappava alle mani di Kai come unica ancora di salvataggio. Quest'ultimo lo guardava dispiaciuto, avendo finalmente il quadro completo anche su Taehyun grazie al racconto dell'amico.
Alla fine i due si abbracciarono, stretti l'uno all'altro seduti sul letto.
«Cavolo sei bollente!» Disse poggiandogli una mano sulla guancia.
«Yeonjun dice che devo misurarmi la temperatura, forse ho la febbre», si asciugò ancora una volta le lacrime e si alzò.
«Dovresti anche farti una doccia rilassante. Ti sentirai sicuramente meglio». Gli sorrise e Beomgyu annuì. Ricevette una pacca sulla spalla dall'amico.
«Non sei da solo».
Il più piccolo lo abbracciò ancora per ringraziarlo. Dopodiché si avvicinò alla porta e prima di uscire si voltò.
«Stai andando da qualche parte?» Ipotizzò vedendolo vestito.
«Haeun non vuole che stiamo a casa. Mi ha proposito di fare un giro insieme... Tutti insieme», rispose con un filo di imbarazzo.
«C'é... Qualcosa tra di voi?»
Kai arrossì e schizzò su dal letto.
«No! É un ragazzo molto simpatico e gentile e bello, ma lo conosco da troppo poco».
Beomgyu non aveva mai chiesto a Kai delle sue preferenze. Non voleva creare disagio tra di loro. Preferiva fosse l'amico a parlarne, così come aveva lasciato fare a Beomgyu.
Quest'ultimo accennò un sorriso alla tenerezza dell'altro.
«Non credo di voler venire comunque. Se ho davvero la febbre non é opportuno uscire con queste temperature e poi... Preferisco stare a casa...» E con ciò intendeva casa sua, la sua stanza e il suo letto. Avrebbe tanto voluto tornarvici.
«Hai ragione, per questo rimarrò qui anch'io».
«Cosa? No».
«Vuoi per caso rimanere da solo con Yeonjun?»
«Non ti seguo».
«I genitori dei due bei fratelli sono scesi in città per fare non ho capito cosa e Yeonjun si è offerto di rimanere a casa con te, dato che immaginava non saresti venuto con noi».
Era molto più di quello che poteva pensare. Non si aspettava una certa premura da parte di Yeonjun.
«Non sarò comunque da solo. Lo hai detto tu, ci sarà Yeonjun». Non sapeva se voleva stare completamente da solo o qualcuno al suo fianco sarebbe stato meglio.
«Non ci penso affatto!» Era fermo nella sua scelta, ma Beomgyu non voleva altro per la coscienza e preferiva che l'amico si godesse i momenti in quel posto.
«Per favore Kai, mi sentirei ulteriormente in colpa. Non voglio che ti rinchiudi in casa a causa mia. Starò bene, non farò nulla di avventato e starò a letto tutto il giorno, ma tu divertiti. Se facessi diversamente non lo sopporterei».
L'amico stava per controbattere e l'avrebbe davvero fatto se solo Beomgyu non fosse poi sgattaiolato via dalla stanza.
«Non voglio sentire obiezioni» e si chiuse la porta alle spalle.

Una volta fuori dalla stanza andò in bagno. Sentiva il proprio corpo farsi più pesante, la testa pulsare di più. Doveva decisamente farsi una doccia veloce e mettere qualcosa sotto i denti. Stava per aprire la porta, ma un rumore dall'interno lo bloccò. Qualcuno stava tossendo, gravemente, senza fermarsi. Sembrava perdere il respiro ad ogni colpo.
Beomgyu si preoccupò. Forse chiunque fosse lì dentro aveva bisogno di aiuto, pensò.
Avanzò nuovamente la mano verso la maniglia... E poi silenzio.
La tosse si fermò. La maniglia venne abbassata, eppure non fu Beomgyu a farlo.
La porta si aprì, tirata dall'interno. Da qui uscì Haeun, che si asciugò le labbra con una mano e sorrise non appena vide Beomgyu.
«Oh sei tu. Buongiorno Beomgyu».

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora