26

3 1 0
                                    

Mancavano tre giorni alla partita e ogni pomeriggio Yeonjun e Beomgyu si allenavano insieme. Il secondo si era abituato presto ai ritmi del primo, il quale ormai veniva incitato a continuare da Beomgyu. Era diventata più una sfida personale: dimostrare a se stesso di potercela fare. E poi non voleva rendere vani gli sforzi e il tempo di Yeonjun.
I due dunque avevano da poco finito di allenarsi ed erano sulla via del ritorno verso casa. Tra messaggi e allenamento passavano molte ore insieme.
«Stavo pensando... Tuo fratello é d'accordo con il nostro piano di smascherare Dongyul?»
Si ricordò cosa gli aveva detto Yeonjun a tal proposito. Dongyul poteva essere compreso, forse dietro la figura del bullo si nascondeva davvero un'anima fragile.
«Mio fratello é una persona troppo buona, vede il bene in chiunque. Certo, non sappiamo cosa passi Dongyul nella sua vita, ma non possiamo rimanere con le mani in mano di fronte alle sue azioni.»
Era arrabbiato, nonostante di fronte ai comportamenti di Dongyul si fosse dimostrato sempre calmo. Tranne quella volta alla festa.
«Già.»
Beomgyu era sempre più deciso a continuare con ciò che avevano iniziato.
I due ragazzi si salutarono dopo aver preso strade differenti, tornando ognuno alle rispettive abitazioni.
Beomgyu entrò in casa e lì trovò i suoi genitori concentrati nelle proprie attività: il padre guardava la tv sul divano e la madre sfogliava una rivista seduta al lato del tavolo della cucina. Quando lo vide entrare alzò la testa.
«Oh, sei tornato.»
Sapevano che da qualche giorno Beomgyu si allenava intensamente per la partita che ci sarebbe stata, quindi non si ponevano delle domande circa dove stava e cosa faceva. Sotto questo punto di vista lo sottovalutavano, in quanto figlio che non aveva mai disobbedito, almeno ai loro occhi.
«Si e vedo anche voi.»
Come al solito era una sorpresa trovarli a casa ogni volta chi vi rientrava. Non sapeva mai quando lavoravano a causa dei turni.
Beomgyu si andò presto a lavare, togliendo il sudore e la fatica dal corpo dolente. L'acqua calda gli scese dalla testa fino a bagnargli tutto il corpo. Rimase immobile, sotto il manto avvolgente del calore che lo rilassava e rendeva il suo corpo più debole. Poggiò la schiena al muro della doccia e aspettò qualche minuto prima di insaponarsi.
La frenesia degli ultimi giorni era qualcosa alla quale non era abituato. La causa per cui stava combattendo non riguardava solo lui, ma chiunque in quella scuola. E poi non era da solo, aveva due amici ad affiancarlo.
Kai.
E Yeonjun, con il quale ormai parlava più che con i suoi genitori. Passavano giornate intere a scriversi e ore ad allenarsi e quando ne avevano l'occasione si vedevano sempre.
Era passato dall'essere qualcuno da temere a una delle due persone di cui si fidava di più.
Sorrise.
E il sangue gli scorse più velocemente.
Chiusi nella sua testa c'erano le immagini del viso di Yeonjun e quindi delle sue labbra rosee e dolcemente spesse, ai suoi occhi penetranti e vertiginosi quanti belli. Alle sue spalle larghe, al suo petto pronunciato e ai suoi addominali incisi alla perfezione che ormai aveva ben visto. Un dolce ma spietato tepore raggiunse il basso ventre e a percepirne la reazione sul suo corpo si risvegliò da quello stato. Si morse il labbro e cercò di lavarsi in fretta senza perdere altro tempo.

Quando finì tornò in camera e si vestì con degli abiti puliti. Poi sentì sua madre chiamarlo per nome, dicendogli di raggiungerla. Perciò tornò in salone e questa volta i due genitori erano entrambi seduti sul divano.
«Vieni qua» disse la madre nel momento in cui lo vide.
Beomgyu le si parò davanti.
«Dobbiamo parlarti di una cosa e vorremmo delle spiegazioni» prese parola il padre.
Non aveva idea di cosa si trattasse e sperava non fosse grave.
Annuì per farli continuare.
«Poco fa ho parlato con la signora Soomin, la madre del tuo amico d'infanzia.» Il cuore gli parve fermarsi. Perché la madre di Yeonjun aveva chiamato?
«Era contenta di risentirmi dopo tanto tempo e di aver ritrovato il mio numero. Ha aggiunto però qualcosa di strano. Ha detto che sei stato alla sua casa in montagna e che prima d'allora non ti vedeva da quando eri piccolo.»
Purtroppo Beomgyu aveva capito cosa era successo e cosa stava per dire.
«Se non era da lei, con suo figlio... Dove sei stato per tutto questo tempo quando dormivi fuori nei weekend?»
Il loro sguardo era truce. Lo avevano scoperto. La montagna di menzogne costruita era stata distrutta. Non sapeva più cosa inventarsi, anche se da quando si era lasciato con Taehyun il weekend rimaneva a casa.
«E soprattutto, quando sei andato in quella casa in montagna e chi ti ha autorizzato?» Il padre era ancora più furioso.
Era stato sfortunato, da qualche mese fino a quel momento. Il destino gli aveva giocato un brutto scherzo nel fargli incontrare il suo amico d'infanzia e sua madre, che per giunta erano della stessa famiglia di Yeonjun. Era una coincidenza talmente assurda che si rifiutava di crederci.
Le loro madri erano solite parlare spesso anni fa e Beomgyu aveva approfittato del loro allontanamento per usare Soobin come scusa per stare con Taehyun.
Non avrebbe mai immaginato di ritrovarseli nuovamente nella sua vita.
«Io...» Non riuscì a dire altro.
«Non pensavamo saresti arrivato a questo punto.» Nella voce della madre oltre a rabbia vi era delusione, il che fece sentire Beomgyu peggio. Eppure avrebbe continuato a nascondere la verità. Non era pronto, non ce l'avrebbe fatta.
«E dato che non hai intenzione di spiegarci, dovremo punirti.»
«Cosa?» Esclamò sorpreso. Cosa avevano intenzione di fare?
«Prendi il tuo telefono e daccelo. Rimarrai senza per una settimana e se alla fine di questa non ci dirai che succede saremo costretti a prolungare la punizione.»
Beomgyu ovviamente esitò. Era stato messo alle strette, spalle su un muro che per quanto volesse non era in grado di spaccare. Pensava di meritarselo, per tutte le bugie, ma lo avrebbe continuato a fare se avesse significato proteggere se stesso e in fondo anche chi gli stava attorno.
«Dacci il telefono, Beomgyu» la madre scandì le parole e allungò una mano.
Costretto, Beomgyu prese il cellulare e lo porse sul palmo della madre.
Quel cellulare era importante per portare a termine il piano che avevano stabilito. Conteneva le prove della colpevolezza di Dongyul e della sua avversione nei confronti di Beomgyu.
Il telefono venne fatto scomparire all'interno della tasca del padre passatogli dalla donna al suo fianco.
Beomgyu, non potendo più trattenersi, sfrecciò in camera sua e vi si chiuse immediatamente. Sotterrò la testa in mezzo al cuscino e vi sfogò tutta la sua rabbia. In momenti come quello avrebbe chiamato Kai e si sarebbe lasciato calmare dalle sue parole sempre confortevoli. O anche passare del tempo con Yeonjun lo avrebbe aiutato. E a proposito di questi, in quel telefono sequestrato vi era ciò per cui stavano aspettano con impazienza il giorno della partita.
Doveva riprenderselo a ogni costo o sarebbe andato tutto in fumo e nulla avrebbe più fermato Dongyul.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora