Capitolo 4

1.9K 50 5
                                    

Eveline's pov

"Un'altra giornata di scuola passata, finalmente."

Continuo a pensare sulla strada di ritorno a casa. D'un tratto mi distraggo e mi soffermo sulla mattina: ho scoperto che quel cretino ha una ragazza. Mi è venuto il voltastomaco solo a pensarci, eppure non posso smettere di parlare con lui, non posso perché mi fa sentire bene, o almeno meglio del solito. Giro l'angolo della pasticceria fuori casa e mi siedo sulla solita panchina del parco di fronte al condominio. Prendo il cellulare tirandolo fuori dalla borsa e accendo, ancora una volta, la connessione. La suoneria delle notifiche inizia a sentirsi, ricordandomi i numerosi messaggi su Whatsapp, Twitter ed Instagram. Come fatto nelle ore precedenti, apro Instagram, cliccando sul solito direct:

"La mia bambolina è uscita da quell'Inferno?(;"

Rieccolo, con la sua solita sfacciataggine, o almeno la stessa che conosco dalla scorsa notte.

"Uno, sai che non sono tua, due, quello almeno è meno infernale di te."

"Nervosa piccolina? E riguardo le tue affermazioni, uno, ricordati che sono il tuo papino, e due, pensavo che il piacere che ti procurassi fosse paradisiaco.

Boccheggio a quel messaggio quando mi accorgo che non abbia tutti i torti.

"...smettila idiota."

"Se fossi davvero Infernale, non staresti qui a scrivermi, non credi?"

"Si chiama educazione."

"Si chiama eccitazione, Eve."

"...cazzo, finiscila."

"Ma è la verità...e in ogni caso non la smetterei comunque se tu non me lo chiedessi con gentilezza."

Sbuffo. Ora pretende anche la gentilezza?

"...Ti prego, ora basta."

"Mh...penso tu abbia dimenticato qualcosa."

"...Ora basta papino..."

Ammetto in quelle parole di avere bisogno di lui, ma nel senso nascosto di quel >.

"Brava bellissima...papino oggi on ci sarà, lo sai...ma avrai la tua ricompensa molto presto...cercherò di parlarti, piccolina."

Rileggendo quello scritto, una sensazione di colpa e disprezzo mi assale: dove cazzo sto andando a finire? Mi faccio schifo anche solo per il cercare il piacere in qualcosa di mai visto o incontrato, in qualcosa di quasi oscuro,in qualcosa che non è mio. Deglutisco iniziando a digitare nuovamente sulla tastiera rispondendogli.

"Grazie tante papino."

"Di nulla bambolina, ora devo andare, buon pranzo."

"Anche a te, buon'uscita con la tu ragazza."

Digito disgustata l'ultima parola, mentre mi alzo dalla panchina mettendo il cellulare in tasca e pensando a come mi stessi comportando con Louis: non voglio essere la puttana di nessuno, ma non posso fare a meno di ammettere quanto sia indispensabile, in questo momento, una situazione del genere con lui. Voglio sentirmi bene, fare a modo mio per una volta, badare a quello che provo e sento io e non negarmi alcun tipo di desiderio o di piacere. Torno a percorrere il tratto di strada che mi separa da casa e osservo ogni singolo particolare di questo paesaggio: siamo in autunno, la mia stagione preferita. Di solito, quando si parla di >, si pensa all'estate, o alla primavera; per me, invece, è diverso, le foglie che cadono mi ricordano me: alla fine il vento le rialza, portando loro in altri luoghi, magari migliori, magari solo e unicamente peggiori. Io sono come quelle foglie con la differenza che mi porto automaticamente, senza l'aiuto del vento in un posto diverso. E ora mi ritrovo in un luogo tanto bello, quanto terrificante.Arrivo nella mia piccola traversa, busso al campanello e...

~Instagram~||L.T.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora