1- Come Tutto Ebbe Inizio

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La mattina in cui tutto iniziò, Rose stava percorrendo i corridoi di Hogwarts. Era un giorno come un altro: sveglia, colazione, lezioni e buonanotte. Era la sua solita routine. La vita di Rose era molto piatta, non le succedeva mai nulla. Non le piaceva stare in mezzo alla gente, le piaceva solo stare con le sue amiche e i suoi cugini. E questo le bastava. O perlomeno le piaceva pensarlo.

Sul fronte amoroso la situazione era pressoché la stessa. I ragazzi non si avvicinavano a lei, non erano interessati e lei di conseguenza non lo era di loro. Perché? Perché lei era grassa.

Rose Weasley era cicciona.

Dai geni Weasley aveva ereditato l'appetito smisurato, ma sfortunatamente, il metabolismo veloce no. Tutto quello che mangiava, le andava a finire sulle cosce e sui fianchi. La gonna dell'uniforme le stava male, le pieghe infatti si aprivano tutte e i bottoni della camicia tiravano. Per Rose il tormento non finiva qui. Portare le collant per tutto l'anno scolastico era peggio di qualunque altra tortura. Le collant si abbassavano, e a fine giornata se le ritrovava sempre a metà gamba e questo voleva dire solo una cosa: sfregamento dell'interno coscia.

E chi lo vive ogni giorno, sa che è peggio di qualunque altro supplizio.

Oltre a dover affrontare questi problemi di abbigliamento ogni giorno, il suo tormento più grande dal primo Settembre fino alla fine dell'anno scolastico, aveva il volto di Scorpius Malfoy. Non passava settimana che non facesse battute sul suo peso, su come era vestita, sui suoi capelli e questo non faceva altro che portarla in un circolo vizioso di cibo consumato e di pianti nei bagni del quinto piano.

Rose aveva la sensazione che nulla sarebbe mai cambiato, sarebbe sempre stata la Weasley cicciona, sarebbe stata sempre presa in giro da Scorpius Malfoy e guardata con pietà da suo cugino Al e dalle sue amiche.

Rose odiava Scorpius, sembrava che il suo unico obiettivo della giornata fosse quello di renderle la vita un inferno e in questo suo gioco crudele includeva Al, anche se in genere non diceva mai niente quel codardo, Thomas Goyle, Sebastian Nott e Charlie Zabini. Quest'ultimo era l'unico che si salvava, che mostrava un po' di senso di colpa nei suoi confronti, ed era anche uno dei più carini di tutta Hogwarts, con i suoi capelli scuri e gli occhi blu. Sembrava proprio un modello.

La vita di Rose cambiò proprio grazie a lui, a Charlie Zabini e al suo invito inaspettato.

Quella mattina, mentre correva trafelata per i corridoi di Hogwarts e stava per girare l'angolo, Rose Weasley non aveva fatto caso all'ombra che stava provenendo dalla direzione opposta e così, resasi contro troppo tardi, ci andò a finire inesorabilmente addosso. Tra l'agitazione e la fretta di arrivare in orario a lezione, si accorse solo dopo che la persona con cui si era scontrata era proprio Charlie Zabini.

"Oddio, scusami, andavo di fretta e non ti ho visto." Iniziò Rose mentre, senza nemmeno alzare lo sguardo, raccoglieva i libri che le erano caduti e li rimetteva dentro la borsa.

"Non ti preoccupare, Rose. A dire il vero ti stavo proprio cercando."

In quel momento, in un attimo che durò meno di due secondi, Rose collegò la voce che le aveva appena parlato, con il volto di Charlie e si rese conto che la sua cotta fin dal primo anno, nonché vincitore per due anni consecutivi della posizione numero uno della Top Ten dei Manzi di Hogwarts, era davanti a lei e la stava cercando.

Lei.

Rose Weasley la cicciona che non veniva mai cercata da nessuno se non per i compiti che poteva passare.

"Mi... mi stavi cercando?" chiese balbettando diventando bordeaux.

"Sì, Rose. Ti volevo chiedere una cosa importante."

"Vuoi copiare il mio tema sulle proprietà della Felix Felicis? L'ho dato prima a Gracie, dovrai aspettare due giorni almeno, poi se vuoi—"

"No, Rose." La interruppe Charlie sorridendo. "Quel tema l'ho già scritto e la cosa che ti devo chiedere è di tutt'altra natura."

Rose rimase un attimo senza parole a guardarlo. La faccia interrogativa e le dita che si contorcevano. Dopo un po' si schiarì la voce.

"Ah si? Solo che sono in ritardo per Pozioni, non puoi chiedermelo dopo?"

Charlie Zabini ti parla e tu gli dici che sei in ritardo per Pozioni. Rose Weasley chiama Rose Weasley, che cavolo stai facendo?

"Ma davvero? Anche io sto andando a Pozioni. Perché non andiamo insieme?"

Come poteva dire di no a Mr. Sorriso Perfetto?

"O-Ok." Rose iniziò ad incamminarsi. Ogni tanto si voltava a guardarlo. Sembra imbarazzato e anche un po' teso. "Cosa dovevi chiedermi quindi?"

"Come?"

"Prima mi hai detto che dovevi chiedermi una cosa. E' un altro degli scherzi di Malfoy? Ti giuro che se c'è il suo zampino, io..."

"No, Rose. Tranquilla." Fece una lunga pausa. Per un attimo Rose pensò che fosse davvero tutto uno scherzo e da un momento all'altro Malfoy sarebbe comparso e l'avrebbe affatturata.

"Volevo sapere se volevi venire al Ballo della Vittoria con me."

Rose smise di camminare. Charlie Zabini l'aveva appena invitata ad un Ballo. Anzi al Ballo per eccellenza. Aveva invitato lei, con i suoi kg di troppo e la sua quantità spropositata di lentiggini. Non sapeva davvero cosa rispondere. Se fosse stato uno degli scherzi di Malfoy? Non voleva rischiare di essere messa in imbarazzo davanti a tutti. Soprattutto perché al Ballo della Vittoria ci sarebbero stati anche i suoi genitori.

Come se potesse ascoltare i suoi pensieri, Charlie cercò di rassicurarla.

"Rose, ti giuro che non è uno scherzo. Andiamo insieme e vedrai che ci divertiremo."

A Rose sembrava quasi disperato. Disperato perché l'amava troppo e voleva che andasse al ballo con lei.

Sì, Rose. Credici.

"Rose ti prego, non te ne pentirai."

"Zabini, ti giuro che se è uno scherzo di Malfoy io..."

"No, Rose niente del genere. Tu sei una ragazza bellissima. Davvero. Mi dispiace che ti prendiamo sempre in giro, non sei nemmeno così... mmm così formosa come pensi. Mi dispiace se Scorpius se la prende sempre con te, ma io cerco sempre d starci lontano quando fa delle cattiverie."

Vedeva nei suoi occhi del rimpianto, e anche un po' di colpa, ma non sapeva ancora cosa fare. Era davvero bellissima come lui diceva? Sicuramente era un po' esagerato, con i suoi modi da signorotto del 1800 e la sua gentilezza smisurata. Si era sempre chiesta come potesse essere amico di quel bastardo di Malfoy, ma alcune volte l'amicizia è davvero qualcosa di incomprensibile. Magari con lui si comportava bene.

"Quindi Rose?"

"Va bene, Zabini. Ehm... Charlie. Verrò al ballo con te. Ma se dietro a tutto c'è Malfoy, ti giuro che questa è la volta buona che la Sala Comune di Serpeverde salta per aria." Concluse con un'occhiata truce verso il Serpeverde.

"Non te ne pentirai, Rose."

Rose arrivò in orario alla lezione di Pozioni, ma non ascoltò una parola di quello che stava spiegando la professoressa Hartman e ringraziò Merlino che non avessero dovuto preparare una pozione, perché sicuramente, con la poca concentrazione che aveva, avrebbe fatto saltare per aria tutti i sotterranei.

Per tutte le due ore, non fece che altro che pensare che aver accettato l'invito di Zabini era stato un errore. Come poteva fidarsi di uno dei migliori amici di Malfoy? Era stata un'ingenua, decisamente. Ma quando Zabini l'aveva guardata con quegli occhioni blu e con quel suo sorriso non aveva saputo dire di no.

"Speriamo solo che non ci siamo lo zampino di Malfoy." Pensò prima di abbandonarsi alle braccia di Morfeo.

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