LO SCONTRO

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CAPITOLO 20 – LO SCONTRO

"Ci ho provato ma è davvero tutto inutile. Non vuole parlarmi, è come se mi odiasse."

"Oggi torna Alice quindi la faremo indagare, ok?" Disse Albus con un sorrisino. Era passata un'altra settimana e il mezzano dei Potter non vedeva l'ora di vedere Alice. Forse la ragazza avrebbe aiutato a risolvere il mistero che avvolgeva il comportamento di Rose.

"La vedrai oggi a colazione?" Chiese Scorpius interessato. Stranamente la Paciock stava mancando anche a lui. Era diventata un'amica. Tutto il gruppo di Grifondoro era suo amico ora. E la cosa non gli dispiaceva affatto.

Si girò verso Albus che, appena entrato nella Sala Grande, era già alla ricerca della sua bionda.

"Ancora non la vedo, probabilmente arriverà per la prima ora di lezione."

"Dai, Al, non ti preoccupare. Se ha detto che arriva oggi, arriverà oggi."

"Hai ragione."

Fecero colazione poi si prepararono per la prima ora di lezione, Pozioni. C'era un piccolo gruppetto davanti all'aula, e Rose era vicina al centro dell'attenzione. Alice era finalmente tornata e Scorpius sentì la figura di Albus allontanarsi velocemente e fiondarsi in mezzo alla folla.

"Alice!!!" Albus la stava facendo roteare sul posto e appena la mise giù le riempì il volto di baci. Scorpius era troppo lontano per sentire cosa si stavano dicendo, ma un'idea ce l'aveva. Si avvicinava molto a quello che avrebbe voluto dire a Rose se fosse stato nella stessa situazione.

A proposito di Rose, in quel momento se ne stava in disparte, con il volto tormentato, come se avesse una conversazione cruciale nella sua mente. Appena si accorse che Scorpius la stava guardando, Rose girò i tacchi ed entrò in aula.

"Ehi Scorp! Come va?" Alice lo abbracciò e gli sorrise triste.

"Io bene, Alice. Ma tu?"

"Tutto bene, come al solito sono piena di acciacchi. Com'è che capitano tutte a me?" Albus le passò un braccio dietro le spalle e le diede un bacio sulla tempia.

"Non lo so, Ali. Proprio non lo so. Forse perché ti cacci sempre nei guai?"

Lei gli fece la linguaccia.

"Ma dì a Scorpius quello che hai detto a me."

"Oh, giusto. Prima stavo parlando con Rose e mi è sembrata davvero strana. E' come se fosse su un altro pianeta. Albus mi ha detto che per te c'è qualcosa che non
va e sono dello stesso parere."

Scorpius spalancò gli occhi. Lo sapeva, ne era sicuro che c'era qualcosa di strano in lei e ora che anche la migliore amica di Rose ne era convinta, nulla poteva fargli credere il contrario. "Dobbiamo vederci e parlarne. Vi va stasera se organizziamo un incontro?"

"Io veramente volevo – " Iniziò Albus.

"Va bene. Io ci sto. Questa storia deve finire una volta per tutta."

***

Quella sera si ritrovarono nella Sala Comune di Serpeverde e vedere così tanto rosso e oro fece quasi impallidire il Barone Sanguinario. Oltre Scorpius, Albus e Alice, c'erano anche Lily, Grace, Thomas e Charlie. Susan era rimasta con Rose e insieme avevano deciso di andare a vedere la partita di Gobbiglie.

"Allora, facciamo il punto della situazione." Cominciò Scorpius tirandosi su le maniche del maglione.

"Sì." Annuirono tutti in coro.

"Dopo che è scomparsa per qualche ora, Rose è diventata... strana. Alice è d'accordo e anche io quindi è per forza vero."

"Il tuo ragionamento non fa una piega." Disse Charlie sghignazzando. "Ma non può essere che sia solo stanca di te?"

"No." Scorpius lo guardò male poi continuò. "Qualcuno di voi ha visto qualche comportamento strano o qualche movimento strano attorno al castello?"

Rimasero in silenzio poi Lily alzò piano la mano. "Io. L'altra sera stavo tornando in Sala Comune dopo gli allenamenti e ho visto due figure che parlavano e una diceva che non poteva continuare a fare così. Sembravano due voci conosciute e non so perché ho avuto la sensazione che si trattasse di Rose."

"Cosa te lo fa pensare? Poteva essere chiunque."

"Non lo so... è solo una sensazione. Fattostà che qualunque cosa stia accadendo sta per giungere al termine. E non credo che sia qualcosa di buono."

"In che senso? Intendi in senso buono o... no?"

"Non in senso buono, Scorpius."

"Allora dobbiamo iniziare a tenerla d'occhio. Dobbiamo fare i turni. Sono sicuro che prima o poi questa persona... o persone verranno fuori e noi saremo lì a prenderle."

"Io ci sto. Durante il giorno ci pensiamo noi ragazze. Di sera, fate voi ragazzi, ok?"

Si guardarono negli occhi. Erano tutti d'accordo. Avrebbero smascherato quella persona una volta per tutte.

***

"Alice, come stai quindi? Puoi dirmelo, davvero." Albus e Alice erano sul letto del ragazzo, abbracciati.

"Ho male ovunque e sempre mal di testa. Ma ho una gran voglia di tornare a volare. Quanto mi manca, Al. Tu puoi capirmi, vero?"

"Certo Ali." Le accarezzò i capelli. "Pensi di voler diventare una giocatrice di Quidditch di professione?"

Alice si tirò sui gomiti e guardò il ragazzo negli occhi. Chi l'avrebbe mai detto un anno fa che esattamente un anno dopo sarebbe stata sul letto di Albus a parlare del
futuro. E forse del loro futuro insieme?

"Sì, credo proprio che quello sarà quella la mia strada. Giocare per una quindicina di anni e poi diventare allenatrice. Che ne dici, Al? Mi ci vedi?"

"Se ti ci vedo? Per me è il tuo destino, Ali. Dovresti farlo."

"Grazie." Si guardarono sorridendo poi rimasero in silenzio per qualche minuto. "Io invece ti vedrei davvero diventare Medimago."

"Sul serio?"

"Per me è la tua strada."

"Volevo proprio parlarti di questo. Mentre ero in ospedale ho incontrato Emilia Wood e mi ha consigliato di andare alla scuola di Medimagia che c'è negli Stati Uniti.
Dicono sia la migliore in assoluto ora come ora."

Alice rimase in silenzio per un po' poi gli sorrise. "Credo sia una buona idea Albus Potter. E' il tuo sogno e dovresti realizzarlo. E poi mi hanno detto che te la cavi bene a salvare vite."

Albus le prese il volto tra le mani e la baciò.

"Quindi Rose te l'ha detto che al falò ti ho aiutato io!"

"No... eri stato tu? Io mi riferivo a questo ultimo attacco. Quindi... oh Al! Avresti dovuto dirmelo."

"Perché? Non mi sopportavi e di sicuro non avresti voluto saperlo. Il tuo orgoglio ne sarebbe stato ferito."

La ragazza ci pensò un po' su. "Hai ragione, purtroppo. Ma tu eri davvero pesante da sopportare."

"Ci aspetta un futuro pieno di sorprese, vero?"

"Sì. E sarà ancora più bello perché lo passeremo insieme."

***

Quella sera era il turno di Scorpius. Erano già passati tre giorni da quando avevano fatto l'incontro e ancora non era successo nulla, ma lui era sicuro che era solo questione di giorni. Era da troppo tempo che andava avanti quella storia e sapeva che prima o poi ci sarebbe stata la resa dei conti.

La stava seguendo da due ore ormai. Era rimasto appostato davanti alla Sala Comune di Grifondoro così tanto che aveva fatto amicizia con la Signora Grassa. Poi finalmente l ritratto si spostò e Rose ne uscì. Aveva il mantello addosso e sembrava stesse uscendo per andare da qualche parte.
Ma dove? Scorpius rimase a qualche metro di distanza e dopo aver fatto un incantesimo Muffliato alle scarpe, la seguì fino al portone della scuola.
Allora stava davvero uscendo e la meta sembravano le Serre.
All'ultimo però, virò verso il Lago Nero poi all'improvviso si girò e i loro sguardi si incatenarono. Per un attimo, solo per un attimo Scorpius vide di nuovo la Rose di un tempo. E il suo sguardo era preoccupato, o meglio, spaventato.

"Scappa Scorpius. Perché mi hai seguito?"

Non erano soli.

Si girò di scatto. Ed eccola lì la persona che fin dall'inizio dell'anno aveva abitato i suoi incubi peggiori.

"Ciao Scorpius."

"Tu."

La persona sorrise. "Chi l'avrebbe mai detto, eh? Ma dimmi... dove pensi di andare? Non lo sai che Rose non vuole più avere nulla a che fare con te?"

"Sei stato tu! Tu eri dietro a tutto."

"Oh, sì, io. Ma ho avuto un aiuto sai... qualcuno che non ti aspetti. Ma ora basta parlare. Sistemiamo le cose una volta per tutte. Crucio!"

Scorpius scansò il colpo.

"Lascialo stare!"

Rose stava correndo verso la figura con la bacchetta aizzata, pronta a lanciare un incantesimo.

"Ma come- "

"Non ti lascerò far del male anche a lui."

"Stupeficium!"

Rose venne disarmata ma invece di correre verso la sua bacchetta, corse verso Scorpius.

"Se ti proteggo, non potrà farti nulla."

"No, scappa."

"Pensi di potermi fermare? Oh, Rose. Non mi conosci proprio. Crucio!"

La maledizione senza Perdono invece di colpire Rose, con precisione minuziosa arrivò a colpire Scorpius che cadde a terra. Era ancora cosciente. Non poteva lasciare
Rose.

Il pazzoide si avvicinò e lo sovrastò. Gli puntò la bacchetta addosso e urlò per una seconda volta la maledizione.

Scorpius cedette e l'ultima cosa che vide fu Rose prendergli il volto tra le mani, prima di essere trascinata via dentro il buio della notte.  

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