Soledad

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Sabrie, regno dei Vampiri, 20 anni prima. E' una fredda notte d'inverno, la neve cade incessantemente. La notte ha dispiegato il suo nero mantello, non una stella, nemmeno la luna, illuminano quel cupo cielo. Una giovane donna dai lunghi capelli biondi guarda una bimba che dorme in una culla. Le bacia la fronte.


" Piccola mia, ti giuro che ti proteggerò da quella famiglia di mostri, fino a quando non sarai abbastanza grande per poter conoscere tutta la storia ". La bimba apre gli occhi, che si rivelano essere di un bellissimo azzurro. Un azzurro rarissimo, come il più profondo dei laghi. " gli stessi occhi di suo padre " mormora poi la giovane donna, prendendo la piccola in braccio e stringendola a sé. Poco distante, un'altra giovane donna sta guardando la scena, stando però all'entrata di quella casetta, ovviamente piccola, era tutto ciò che una contadina poteva permettersi. Una sala unita alla cucina, ed un misero letto scomodo. La misteriosa osservatrice indossa abiti regali, al contrario dell'altra ragazza, che invece indossa poco più che stracci, che a mala pena la coprono.


" Mia signora, non fate del male alla mia piccola. Lei non c'entra niente in questa storia ". La guarda quasi supplicandola. Era tornata a darle del lei, quando qualche mese prima erano amiche, inseparabili.


" Non sarò io a farle del male, Soledad ". Risponde la donna dalla chioma rosa, avvicinandosi e guardando la bimba, ora tra le braccia della madre. " ma devi sapere che non tutti i membri della mia famiglia saranno così indulgenti. Tu e la piccola dovete fuggire, io non vi posso proteggere per sempre ".


Soledad guarda la nobile, fiera come sempre. Fiera ed orgogliosa. Prende la piccola.


" Sei la mia ultima speranza, Risa " comincia il discorso Soledad. " Se dovesse accadere qualcosa... ti prego, fa il modo che la mia bimba non venga coinvolta. Lei non ha alcuna colpa, capisci? "


" capisco solo che è la figlia di un Baskerville... e che presto o tardi, suo padre la troverà ". Pronuncia quelle parole con un'amarezza che a Soledad non sfugge.


" Risa... io lo amavo davvero "


" Anche io lo amo, Soledad! L'ho amato, e lo amo ancora. Ricorda che sono sua moglie. Come puoi chiedermi di occuparmi della bambina in caso ti accadesse qualcosa? " Lo dice arretrando, quasi spaventata da quella possibilità. Ma Soledad non demorde, anzi, sorride.


" Tu le vuoi già bene, anche se è il frutto del tradimento di tuo marito con me. Lo vedo dai tuoi occhi. Sei diversa dal resto della famiglia. Sei ancora la mia migliore amica ".


A quelle parole, Risa smette di arretrare, mentre Soledad le porge la bimba, come a dirle di prenderla in braccio, cosa che la donna fa. Lo deve ammettere, quella bambina è stupenda. La culla, e la piccola si addormenta.


" dovete fuggire via da qua finchè siete in tempo... "


Poi, il buio.



Alexis si desta di soprassalto, la gola secca ed il respiro affannato. Di nuovo quello strano sogno. Oramai succede tutte le notti. Sogna sua madre, ma come mai? E soprattutto, cosa ci fa con la sua padrona? La ragazza è infatti una cameriera. Dopo la scomparsa della madre, morta in un incendio, fu rapita da una famiglia di vampiri, i Baskerville. I più temuti di tutta Sabrie, e con ragione aggiungerebbe lei. Infatti fu il capo famiglia, Allen, ad uccidere sua madre, che aveva l'unica colpa di essere un'umana in un regno di creature ultraterrene. Appiccò lui quell'incendio. Uccise sua madre, ma lei fu risparmiata. Non lo sa il perché, ma fu risparmiata. Veramente non sa nemmeno come andarono le cose, sa solo che fu colpita e svenne, ed al suo risveglio, si ritrovò in una delle prigioni del castello dei Baskerville, dove scoprì che ad aggredire ed uccidere sua madre fu appunto Allen, anche se non capisce effettivamente perché mai il re di quel regno si sia preso la briga di uccidere colei che per lui era una semplice serva, seppur umana. Temeva di morire in quelle prigioni, ma improvvisamente la padrona, moglie di Allen, decise di liberarla e di prenderla a servizio come cameriera, seppur in famiglia nessuno vedesse di buon occhio che un'umana stesse a così stretto contatto con la regina dei vampiri. Alexis sposta una ciocca dei suoi lunghi capelli rosa dalla sua fronte, beve un sorso d'acqua e si rimette in piedi. Il sole è appena spuntato. Sorride un po'. Il sole nel regno dei vampiri, che lo odiano più di chiunque altro. Non perché si scottino o perché li riduce in cenere, come lei ha sempre pensato, ma semplicemente perché a loro piace di più l'oscurità della notte, complice ignara di orribili delitti. Invece a lei il sole piace, la fa sentire meno sola, è come se la sua mamma le stesse sorridendo, o le stesse leggendo una storia. Sono oramai sette anni che è morta, infatti Alexis aveva solamente 13 anni all'epoca. Tuttavia, a volte, le pare ancora di sentirla accanto a lei. E lo deve ammettere, è una sensazione bellissima, nonostante la sua vita non sia di certo rosea. Lei non perde mai la speranza. Va verso la porta, ma appena la apre si scontra con qualcuno, che le piomba letteralmente addosso. Entrambi finiscono a terra. Per fortuna Alexis non si fa niente. Diversamente è per l'altra persona, che nella colluttazione ha picchiato il naso, che ora sanguina un po'.


" ahi.. che botta... " è una voce maschile. Ma chi è? Non le pare sia del re, anche perché se fosse lui, di certo non sarebbe così calmo. A dore il vero, non le pare nemmeno di conoscerla quella voce. Una voce bellissima, non c'è che dire.


" Mi scusi " dice lei dispiaciuta. Si rialza, e lo stesso fa il misterioso ragazzo, sistemandosi un paio di abnormi occhiali tondi che gli coprono interamente gli occhi.


" Tranquilla... è colpa mia, che correvo come un pazzo ". Alexis guarda quel mantello, è rosso. Ma allora quel ragazzo è un Baskerville, per forza. " Io comunque sono Ace... Ace Baskerville, il figlio di Allen e Risa. Sono appena tornato a casa, erano anni che non rimettevo piede a Sabrie ".


" S.. signorino? Siete il signorino Ace di cui ho tanto sentito parlare? " inevitabilmente arrossisce, scandendo a fatica alcune parole. Guarda il ragazzo, ed i suoi bellissimi capelli color dell'ebano, forse un po' troppo lunghi, ed un po' arruffati. Non aveva proprio l'aria di un principe.


" Si, sono io signorina... Ora scusatemi, ma devo raggiungere mio padre. Sicuramente mi starà aspettando ". Alexis rimane sorpresissima quando il ragazzo fa un inchino e le fa addirittura il baciamano. Lei arrossisce di nuovo.


" S.. signorino, io sono solo una cameriera ".


" Beh, cosa c'è? Sei anche una donna, ed io un principe. Devo essere galante, no? " ride un po'. La risata più bella che lei abbia mai sentito. Poi si incammina verso la sala del trono. Alexis rimane interdetta a fissarlo, il cuore a mille, sente un caldo improvviso. Che sia forse il così detto colpo di fulmine? Che sia forse... amore?



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